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Il tour Italia Viva “Finì a Schifani” ieri anche in provincia di Ragusa

“L’intera provincia di Ragusa paga l’incompetenza della politica regionale così come accade nel resto dei territori siciliani. Questa storia, così, non può più andare. E’ inaccettabile”. Parole e musica del coordinatore regionale di Italia Viva, il deputato nazionale Davide Faraone, che, ieri, ha animato il suo tour “Finì a Schifani” nell’area iblea e poi, nel pomeriggio, ha tenuto una conferenza stampa per parlare dell’esito di questa verifica sul campo. Prima, però, l’on. Faraone, accompagnato dalla coordinatrice provinciale di Ragusa, Marianna Buscema, e dal coordinatore cittadino, Filippo Angelica, oltre che da altri militanti del partito renziano, si è recato a palazzo della Provincia dove ha intrattenuto un cordiale colloquio con il commissario dell’ente, Patrizia Valenti, per ottenere riscontri e indicazioni di massima sulle attività svolte a viale del Fante. In conferenza stampa, però, l’on. Faraone ha puntato soprattutto i riflettori sulle disattenzioni del governo regionale: dal mancato finanziamento del tratto autostradale Modica-Scicli alla desertificazione dell’aeroporto di Comiso, senza evitare di fare un accenno sullo stato precario in cui versa buona parte della viabilità provinciale. In primo piano anche le numerose carenze della Sanità locale. Tra l’altro, dopo mesi dal tour che, in proposito, lo stesso Faraone aveva condotto sul territorio, poco o nulla è cambiato. “Non avremo alcun rappresentante all’Assemblea regionale siciliana – ha detto Buscema – ma siamo presenti con i nostri rappresentanti sul territorio e vogliamo continuare a fare sentire la nostra voce. Tutto questo per sollevare l’attenzione su alcune problematiche che, purtroppo, stentano a essere risolte”. Il coordinatore cittadino si è invece soffermato sulle numerose carenze amministrative che si riscontrano a palazzo dell’Aquila e che hanno spinto lo stesso Angelica a organizzare delle iniziative di partecipazione democratica con l’attivazione di vere e proprie petizioni come nel caso degli scavi archeologici di Ragusa Ibla.

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