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“A Vittoria si sta dibattendo parecchio sulle droghe e, più in generale, sulle dipendenze. E ci sta chiedere un osservatorio, sono d’accordo e condivido. Ma non basta. Occorre andare a monte del problema, rivolgendosi alle famiglie abbandonate, le stesse che, spesso e volentieri, rischiano di lasciare i figli immersi nella violenza oltre che nell’abuso di alcol e droghe”. Lo rileva il segretario cittadino di Forza Italia, Andrea La Rosa, che fa specifico riferimento, tra l’altro, agli aspetti legati al “voto in condotta e responsabilità. Qualcosa si muove, da Roma – continua – nella direzione di porre un argine al dilagare dei comportamenti irrispettosi e violenti degli studenti verso i professori e/o verso il personale scolastico. È un primo passo importante, ma è solo un primo passo. Occorre altro e occorre fare di più. Occorre intervenire concretamente con le famiglie, dentro le famiglie, a supporto delle famiglie. Perché è a casa che il giovane assume, introietta e fa propri atteggiamenti e comportamenti di aggressività e di violenza. Colpa del padre assente e/o violento. Colpa di una madre anassertiva e anaffettiva. Urgono azioni di consegna ai genitori delle nuove, indispensabili, abilità pedagogiche, psicologiche e tecnologiche per educare i nuovi giovani. Condivido molto e da sempre l’impegno e le dichiarazioni a più riprese e in diverse occasioni fatte dal dottor Giuseppe Raffa. Sì, la politica dibatte, si confronta ma bisogna concentrarsi su ciò che sono i suggerimenti dell’esperto Giuseppe Raffa con cui ho avuto occasione di confrontarmi, condividendo le sue analisi precise e professionali. Le sue affermazioni le faccio mie. Parliamo di giovani aggressivi, violenti, che radono i capelli a un coetaneo. Succede in tempi di abbandono educativo dei genitori e di lassismo istituzionale. Il bullismo è presente? Di più, atti delinquenziali perpetrati da giovani nuovi nichilisti sono sempre più frequenti. La misura è colma. Basta litigare sul niente. La classe politica locale deve, anche e soprattutto, lavorare subito ad un progetto pedagogico condiviso che tocchi l’intera comunità. Per il bene dei giovani e delle famiglie. Spero, dunque, che le istituzioni locali possano raccogliere il messaggio e vadano aldilà del convegno di facciata o dei vari interventi giornalistici se non si è consequenziali e concreti”.