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Concerto per la Pace nella Diocesi di Ragusa

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Sabato 18 gennaio, nella cattedrale San Giovanni Battista, alle 20, si terrà un Concerto per la Pace, promosso dalla Diocesi di Ragusa e dell’Ufficio di Pastorale Sociale. A esibirsi il corpo bandistico “Alfio Pulvirenti” di Comiso, diretto dal maestro direttore e concertatore Salvatore Schembari. La serata sarà impreziosita dalla prima esecuzione assoluta del brano “In simplicitate cordis”, composto dal maestro Salvatore Schembari in occasione del 75esimo anniversario dell’istituzione della Diocesi di Ragusa. In programma musiche di Schembari, Frisina, Pulvirenti, Rossini, Stradella, Puccini, Provesi.
Con questo concerto e con il linguaggio universale della musica gli organizzatori intendono condurre l’attenzione su un tema centrale per il nostro tempo ed elevare a Dio una preghiera di pace per il mondo e per ciascuno di noi. Durante la serata le note saranno accompagnate dalla lettura di alcuni estratti del messaggio che il Santo Padre ci ha consegnato in occasione della Giornata mondiale della Pace.
«Questo che stiamo vivendo – ha ricordato il direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale e il Lavoro Renato Meli – è un anno di grazia, è l’anno nel quale celebriamo il giubileo della Chiesa universale e al contempo, come comunità ragusana, l’anniversario della costituzione della nostra Diocesi. È un anno di speranza, e noi, in quanto cristiani, siamo chiamati a portare questo annuncio in tutti i contesti di vita nei quali operiamo, soprattutto dove ci accorgiamo che esiste sofferenza, sconforto e difficoltà. Oggi approfondire il tema della pace è quanto mai necessario ed urgente. Viviamo un contesto nel quale siamo “affamati” di pace. Le guerre, le divisioni, le disparità, l’individualismo ci mettono davanti alla responsabilità, come cristiani, di agire, ogni giorno, concretamente con tutto il nostro impegno a costruire percorsi e cammini di pace. Facciamo in modo che la “pace” sia una parola viva, operosa, concreta e visibile attraverso i nostri gesti e le nostre azioni. Sentiamoci chiamati a dare voce e a denunciare le situazioni di sfruttamento della terra e di oppressione del prossimo, sentiamoci responsabili e coinvolti nella missione di riportare pace e speranza al mondo intero, partendo dai piccoli passi concreti per cui possiamo impegnarci».

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