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Iv. “Bilancio vintage quello approvato dal Consiglio comunale di Ragusa”

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“Un bilancio vintage, da anni Ottanta, come se fossimo nella Milano da bere, in cui gli strumenti finanziari erano un centro di costo per spendere e spandere”. E’ il commento del coordinatore cittadino di Italia Viva Ragusa, Filippo Angelica, sullo strumento che, nei giorni scorsi, è stato approvato dal consiglio comunale. “Diciamo questo – continua Angelica – per una ragione ben precisa e cioè perché si evidenzia il dilagare della spesa corrente e non si intravedono investimenti in conto capitale che sono quelli che guardano al futuro, alle grandi scelte. Insomma, ci permettiamo di dire che in questo bilancio non c’è prospettiva, nessuna pregnanza politica. Il bilancio dovrebbe aiutare ad attuare il programma elettorale. E, invece, niente. Parliamo del centro storico, ad esempio. Nessun investimento a lungo termine, nessuna grande infrastruttura come, ad esempio, potrebbe essere il collegamento che favorirebbe Ibla con Ragusa superiore, magari attraverso una scala mobile che Assisi ha realizzato e che, invece, noi abbiamo lasciato alla stregua di un argomento salottiero mentre oggi sarebbe utilissimo. Né si può pensare, a nostro giudizio, solo ai finanziamenti che prendiamo dal Pnrr. Sì, è vero, siamo sicuri che arrivano, però, a volte, siamo destinatari di risorse economiche per situazioni e circostanza di cui non si avverte il bisogno. Ci vuole una regia che si occupi di programmazione, qualcuno che decide per comprendere cosa ci vuole e cosa invece no in questa città”.
“Tornando al centro storico – ancora Angelica – in questo bilancio non si intravedono misure finanziarie a favore della rivitalizzazione, di chi punta a tornarci a vivere. Poi, dovremmo parlare di ambiente, di impatto ambientale, di mobilità alternativa. Anche in questo caso potremmo dire che, ad esempio, siamo sovrastati da antenne elettromagnetiche su tutta la città. E vorremmo capire: ma il regolamento lo permette oppure no? Di fatto, non si registra alcuna azione di tutela perché, ci permettiamo di dire, non c’è alcuna pianificazione. Questo perché se negli anni Ottanta la tendenza era quello di avere un bilancio che fosse un centro di costo, oggi, nel 2024, il bilancio deve rappresentare un momento di programmazione, in cui si attraggono investimenti, portando avanti un vero e proprio lavoro di gestione del patrimonio finanziario di un ente. E, a proposito di patrimonio, su quello immobiliare del Comune non si intravede alcun tipo di governance, si spendono soldi per affitti mentre il patrimonio immobiliare continua a rimanere un peso senza soluzione. Per quanto concerne, altresì, i Servizi sociali, non intravediamo prospettive che guardino ai meno abbienti ma anche alle fasce del ceto medio della popolazione ragusana, quella che paga le tasse e auspicherebbe un percorso di riduzione della pressione fiscale con riferimento ai tributi locali. Ci sarebbero volute, ad esempio, misure ad hoc per le famiglie, magari con dei fondi di rotazione veri e propri per garantire l’accensione di minimutui che potevano servire per migliorare la loro qualità di vita. E, invece, registriamo l’ennesima occasione perduta”.

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