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L’economia dei nostri nonni ed il compito della politica. Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti

I braccianti delle nostre campagne, i massari dei nostri altopiani, gli artigiani dei nostri quartieri hanno lavorato per decenni osservando una regola di microeconomia acquisita non certo dai (necessariamente distanti) libri degli eruditi.
Il principio, diventato (o forse nato già come) assioma, era tanto semplice quanto faticoso: spendere sempre solo una parte di ciò che si riusciva a guadagnare .. anche quando ciò che si riusciva a portare a casa era appena sufficiente alla sussistenza.
Ed era prassi che il più umile dei braccianti realizzava l’obiettivo “di una vita” costruendo una casa per ciascuno dei propri figli.
Stile di vita che consegnava l’intera esistenza di una generazione ad un sacrificio permanente non certo obbligatorio ma semplicemente legato alla cultura della oculatezza, figlia della saggezza e della prudenza.
Fra costoro, statene certi, tanti braccianti anche di Frigintini e di Ispica.. ma anche (non si dubita) della pianura padana piuttosto che del salento.
La politica dei nostri giorni, soltanto figliastra delle inascoltate (ancorché autorevolissime) lezioni sull’austerità ma che per convenienza e comodità riconosce in larga parte come propri, solo genitori più di larga mano, vuole lanciare un messaggio diverso.
Molti in queste settimane, giorni ed ore, si affannano ad applaudire al multilaterale e sorprendentemente eterogeneo tentativo di salvare questo o quell’Ente dal dissesto.
E la “cosa” viene addirittura etichettata da testimonial inaspettati, come necessità sociale …quasi che i creditori da soddisfare siano stati estratti a sorte e non fra pochi (non) eletti.
Le ipotesi si sprecano … anticipazioni della Cassa Depositi e Prestiti, piuttosto che dilazioni in trent’anni a tasso zero (si sta valutando anche l’ipotesi di un premio incentivo … una lavatrice, un microonde o un servizio di piatti Tognana … uno solo… a scelta…).
Quei braccianti e quei piccoli artigiani del dopoguerra, d’accordo i nostri massari, sostengono una tesi diversa.
Pensano sia un errore rimandare, per un numero indefinito di anni, il pagamento di una montagna di debiti con la matematica certezza di non poter pagare visto che le future entrate non saranno sufficienti a sostenere, negli anni a venire, neanche l’ordinario, figurarsi i debiti del passato…
Alcuni di loro chiedono addirittura di chiarire quanto sia miope ed irresponsabile non andare “a testa ri l’acqua” (n.d.r. risalire alla causa) dell’utilizzo che si è fatto di quella valanga di soldi che non c’erano e che nonostante ciò sono stati spesi.
Chiedono, con la consueta ferma pacatezza, quanto sia costato a ciascuno di loro ogni voto racimolato da questo o quell’altro Sindaco e sottolineano che anche se un giorno dovesse pagare “Roma”, pagherebbero comunque, presto o tardi, pur sempre gli elettori… magari proprio quelli che hanno risparmiato per una vita intera… nessuno chiederà loro un bonifico o un assegno, ma avranno meno sanità, meno scuola, meno asili nido, meno assistenza agli anziani per i loro figli e per i loro nipoti… Quelli per cui hanno sacrificato la vita intera .. In questo dibattito ed a fronte delle perplessità di quell’artigiano e di quel bracciante, la politica deve interrogarsi sul messaggio da lanciare …
Si è parlato per anni ed ancora si parla del “costo” della politica e spesso demagogicamente e volutamente in errore, si tiene a base di calcolo l’indennità dei Parlamentari …
Ma l’errore è tanto consapevole quanto evidente …
Se per diventare Parlamentare si sperperano in otto anni oltre 130 milioni di euro di “tutti”, ben poco contano i 200 mila euro l’anno per quattro o cinque anni di indennità parlamentare ..
Quanto è costato a ciascuno ogni voto utile e necessario che ha consentito al Sindaco di QUESTO o quel comune di diventare Parlamentare ?
Non si corre il rischio, se i debiti elettorali di questo o quel sindaco possono rinviarsi all’anno “mai”, che ciò sia incentivo di emulazione per i sindaci del domani ?
E se i nostri genitori e i nostri nonni braccianti, massari e artigiani avessero tenuto, ciascuno a casa propria, simili condotte ?
Non dobbiamo spiegare ai nostri figli e ai nostri nipoti che non si devono sperperare i soldi degli altri per finalità proprie e che non si devono spendere soldi che non si hanno ?
Non è questo il compito della Politica e degli organi intermedi ?
A meno che non avessero torto i nostri nonni braccianti .. del resto loro non erano andati a scuola .. cosa volete che ne capissero … se è così applaudiamo tutti in coro … al prossimo concerto di piazza ..
Un bracciante però ha fatto il conto … diceva: “conveniva dagli lo stipendio di Parlamentare a vita … ci costava molto molto molto meno”.

Antonio Giannone

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12 commenti su “L’economia dei nostri nonni ed il compito della politica. Riceviamo e pubblichiamo”

  1. Condivido il pensiero di Antonio Giannone, lo sperpero di risorse pubbliche è arrivato a livelli insostenibili, i braccianti, i massari che lei racconta e che saggiamente attuavano quella regola di microeconomia e che tutti nelle nostre famiglie “sane” attuiamo, oggi non credo possano comprendere certe dinamiche che lei spiega.
    Oggi i nostri amministratori/politici non hanno nessuna responsabilità sul loro operato, mi spiego meglio, loro hanno solo la responsabilità politica, e cioè, non hanno alcuna responsabilità reale, si alimentano delle loro bugie e poi quando quelle bugie sono accolte allora si legittimano in tutto ache se, di fatto hanno fatto danni enormi alle “nostre” casse, salvato solo il loro esoso stipendio e indennizzo.
    Per i più semplici,
    se un amministratore/Sindaco decide per far propaganda di spendere un milione di euro per qualcosa che serve solo a poter avere più voti da cittadini per lo più inconsapevoli o superficiali o peggio ancora… alla fine, il debito accumulato di un milione che l’ente non ha in cassa, ce lo becchiamo noi cittadini…
    questo non determina nulla all’amministratore furbo ed irresponsabile, lui di volta in volta è legittimato da cittadini per lo più inconsapevoli o superficiali che sanno solo lamentarsi senza entrare nella questione reale.
    Ecco ciò che viviamo a Modica, in tutte le amministrazioni fino ad arrivare al governo centrale.
    Se un sindaco accumula milioni e milioni di debito, uscendo di scena è “incolpevole” in tutto e vive beatamente la sua vita alla faccia di chi poi dovrà pagare il debito.
    Anche a livello nazionale questo succede, se un imprecisato governo, sperpera un patrimonio dello stato con interventi iniqui e sbagliati e che non riproducono un ritorno degli investimenti come il 110% per intenderci, o buttano all’aria miliardi per bonus assurdi su tutto, i danni se li becca l’economia complessiva dello stato.
    Ora per fermare questo serve un movimento dei cittadini, della popolazione, di tutti per fare in modo che chi fa politica abbia anche conseguenze su scelte egoistiche di quel tipo, non si può sostenere una politica che non si assuma “materialmente” le conseguenze delle proprie scelte.
    Buona domenica a tutti

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  2. Il voto è Segreto! e meno male …..perchè se fosse PALESE pochissimi potrebbero pubblicare dichiarazioni e considerazioni politiche del genere!

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  3. Meno Rosa, perché?
    Non capisco perché si dovrebbe censurare queste considerazioni? Potrebbe spiegare il motivo?

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  4. @GIULIO non importa! tanti altri capiranno specialmente sessantenni. settantenni e ottantenni confermando ovviamente che gli sperperi degli ultimi 10 anni sono MOTRUOSI ED ANCORA PIU’ OFFENSIVE E SCONCE PER I CITTADINI MODICANI SONO LE PROPOSTE DI INTERVENTI VARI PER SANARE QUESTI DEBITI AVANZATE DA UNA PARTE SINDACALE QUALE LA CGIL MOLTISSIMO VICINA DA SEMPRE AD ANTONIO GIANNONE .

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  5. Gioacchino Scollo Abeti

    La sinistra italiana, oltrechè locale, da almeno 15 anni, è rapppresentata da persone che a parole fanno i rivoluzionari e barricaderi, ma nei fatti hanno i conti in banca a sei cifre (quando và male, per loro), le ville al mare ed in montagna, girano con utilitarie da 80.000 euro, e portano al polso rolex da 50.000 euro…. e così via…..
    Di che cosa stiamo parlando?
    Quale sinistra, quella di questa specie di nuova segretaria, che non ha il coraggio neppure di dire apertamente che il PD dovrebbe essere contrario alla guerra e all’invio di armi agli amici dei “padroni” americani.
    Scusate, ma mi viene da vomitare……

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  6. Gli sperperi di questi ultimi 10 anni sono mostruosi certamente, figuriamoci che tanti sindacalisti con rolex al polso, e di fatto radicalchic sono arrivati al punto di passare a destra portandosi anche quell’arroganza tipica dei sindacalisti che usavano contro i “padroni”, ma questa volta la buttano in faccia ai lavoratori.
    Giusto Gioacchino Scollo Abeti, mi viene da vomitare, questa è la sinistra impersonata da personaggi che salteranno sul carro del vincitore del momento, la cara Elly che spesso è impegnata con armocromisti per farsi più gradevole agli occhi dei suoi elettori, il Conte con la pochette che è impegnato nella guerra di potere contro il suo ex padrone ed ha portato il suo movimento fuori dalla sinistra, lui non è neppure progressista ma per il “progressismo” mai con la sinistra (che si era illusa) lavora solo per se stesso, e quando possibile lo vedremo alleato con Giorgia.

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  7. Eh gia!
    Vorrei poter interloquire con gli ascendenti di Gnaziu e dei suoi assessori dei suoi due mandati.
    Sicuramente si vergognerebbero degli amministratori che hanno relegato Modica in un mare di debiti.
    Tutto per assecondare, i voleri un individuo cinico fino all’inverosimile
    Si può definire “onorevole” un tale atteggiamemto?

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  8. Nell’antichità chi tradiva o danneggiava i cittadini o il gruppo tribale, veniva “marchiato” e allontanato..senza possibilità di rientro..

    I componenti del “cerchio magico” di Gnaziu, artefici dei megadebiti andrebbero invitati a lasciare Modica donando i loro beni alle casse comunali..
    Altrimenti costretti ad abbandonare la citta a pedate..

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  9. Introdurre nel codice penale un articolo che preveda una responsabilità penale e obbligo risarcimento per gli amministratori delle casse pubbliche : sarebbe un filtro di selezione delle persone vocate o di scoraggiamento per tutti ? Un sincero buo giorno a tutti ai lunghi e ai corti : fino a 150 !

  10. Un shampo lungo ,delicato,con molta schiuma, con parole non artigiane, ne braccianti, un furbo che a preso l’argomento da lontano per poi spiaccicarsi sulla più banale demagogia della serie la butto la qualcuno ci crederà,
    Oggi se vai dai braccianti ancora qualcosa la mettono da parte , lavorano 12 mesi, prendono sei mesi di disoccupazione,
    Gli artigiani se dovessero pagare tutte le tasse che lo stato gli appioppa , non potrebbero neanche mangiare ,
    Se i cittadini pagassero tutte le tasse comunali ,
    Se gli impiegati comunali fossero in numero giusto e non il doppio
    Nessun comune fosse in dissesto

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