Avete presente la Riserva di Pino d’Aleppo “Regia trazzera”. Ebbene, se qualcuno decidesse di avventurarsi in questo spettacolo della natura, dovrà fare prima i conti con il sentiero, praticamente impercorribile. Tantissime sono state le segnalazioni ai tre Enti interessati, Comiso, Ragusa e Vittoria, ma ogni Sindaco aspetta che qualcuno scagli la prima pietra. Ma intanto, coloro che per necessità vedi i proprietari di terreni o case che insistono in quel luogo, non sanno più a quale Santo rivolgersi. Turisti che arrivano sul posto, costretti a tornarsene indietro, perché la strada di accesso non esiste più a causa delle forti precipitazioni che si sono susseguite nel tempo. Non esistono più le vasche di raccolta delle acque, tutto è scomparso, anche le amministrazioni locali, oggi, proprietari della strada, visto che anni fa la Regione se né liberata lasciando l’incombenza ai comuni che poco o nulla hanno fatto. Gli utenti proprietari dei terreni circostanti continuano a protestare, ma nessuno li ascolta, Si vocifera da circa tre anni che esiste un progetto di massima per la sistemazione della strada. Eppure, nell’immediato basterebbe trasportare del materiale di risulta, almeno per rendere quel sentiero percorribile e soprattutto, permettere ai proprietari di poter raggiungere i propri terreni o la propria casa. Tutto questo e chiedere troppo? Eppure durante le campagne elettorali di promesse ne sono state fatte. Per non parlare poi del problema della sicurezza stradale che non riguarda solo l’incolumità di auto e persone, ma potrebbe diventare soprattutto un problema economico quando decine di cittadini decideranno di chiedere, a buona ragione, il risarcimento dei danni all’ente”. Sarebbe corretto, che uno dei Sindaci interessati prendesse la palla a balzo e si raccordasse con i colleghi per definire una volta per tutte la questione che oramai rasenta il ridicolo, non bisogna cercare i cittadini solo quando si è in campagna elettorale. Sono queste le occasioni in cui bisogna dimostrare che i cittadini non sono solo dei numeri, ma delle persone che quando chiedono aiuto alle istituzioni queste, devono venirgli incontro. È facile dire, la colpa non è nostra. Il problema è adesso ed è adesso che va affrontato senza continuare a mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi”. Non possiamo sempre preoccuparci dopo che il guaio è stato fatto, nella speranza che non si verifichino delle tragedie.
- 26 Dicembre 2024 -