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I preti e i vescovi abboccano all’amo della patatina

Tempo di lettura: 2 minuti

La prima regola della comunicazione è creare opinione su quella cosa su cui si desidera che l’informazione venga veicolata. È una regola scritta dal giorno in cui Adamo mangiò la mela assieme ad Eva, nonostante le proibizioni di Dio. Se vuoi creare opinione su un singolo fatto, ne devi semplicemente parlare. La veicolazione dell’informazione si propaga, poi, per un tempo determinato. Salvo poi essere derubricata, abbandonata al suo destino, non più chiacchierata.
È di questi giorni la messa in onda di uno spot pubblicitario dove si enfatizza una patatina che prende il posto dell’Eucaristia. Da cristiano e credente, dico “è blasfemia”. Non potrebbe essere altrimenti. Lo spot, è notizia di queste ore, è stato pure ritirato. Giusto, giustissimo. L’obiettivo dei produttori di cotanta patatina era sì la veicolazione del messaggio pubblicitario ma anche che se ne parlasse fuori dagli schermi catodici. Obbiettivo raggiunto! Frotte di preti, vescovi, cardinali, adoratori della domenica, portatori di statue finanche estimatori delle cattedrali, hanno letteralmente invaso i propri profili social con parole di sdegno, di acidità, di malevoli parole. Tutti a parlare della patatina al posto della Eucaristia. In verità, in verità, vi dico che i produttori della patatina volevano proprio questo. Milioni di euro risparmiati da volantini e spot pubblicitari con la patatina ben in evidenza, e stappi di champagne alla faccia degli euro risparmiati, grazie alla benevolenza di preti tuttologi di comunicazione.
Madonna (la cantate americana, non la mamma di Gesù) diceva sempre: “Parlate di me, si ma parlate anche male di me basta che ne parliate”. Ecco, la moltiplicazione non dei pani e dei pesci ma delle patatine sarà presto realtà. Poi seguirà l’oblio. Fino al prossimo spot.

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1 commento su “I preti e i vescovi abboccano all’amo della patatina”

  1. Se non ricordo male, la frase della cantante americana è una variante di quella più famosa di Oscar Wilde scritta nel Ritratto di Dorian Gray: C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé.”.

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