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Il Diprosilac ibleo sugli aiuti ai produttori di latte

Si contesta la modifica dell'avviso da parte della Regione
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La modifica del provvedimento col quale è stato previsto un “aiuto temporaneo eccezionale agli allevatori produttori di latte particolarmente colpiti dalla crisi del conflitto russo-ucraino”, disposta dopo che sono state avviate le procedure per la presentazione delle domande, da parte degli allevatori interessati, oltre che essere assai discutibile sul piano formale, concorre ad accentuare la grande confusione che ha da sempre penalizzato e continua a penalizzare l’attività zootecnica organizzata a livello imprenditoriale. Anzicchè riconoscere il virtuosismo di chi essendosi strutturato ed organizzato, sottoponendosi a maggiori rischi e agli effetti della crisi cui fa riferimento l’aiuto. Alcune delle tante proposte formulate a livello collaborativo, a livello tecnico e sul piano politico, dal Diprosilac, non sono state considerate già in sede di formulazione dell’avviso col quale è stato introdotto l’aiuto. Con la modifica disposta nei giorni scorsi sono stati eliminati, in netto contrasto con la posizione del Distretto, alcuni dei fondamentali principi inizialmente previsti per il soccorso delle aziende imprenditorialmente strutturate ed organizzate nel pieno e puntuale rispetto delle vigenti norme di legge per la produzione di latte di qualità. Aziende queste pesantemente colpite dalla crisi per l’insostenibile ed incontenibile aumento dei costi di produzione e bisognose di interventi straordinari per scongiurarne la chiusura. Con la parametrazione dell’aiuto alle Uba (per favorire la estensione dell’aiuto anche a chi ha risentito di meno la crisi a danno di chi svolge l’attività in forma intensiva) e non all’effettivo latte prodotto come chiesto dal Distretto, prima, e con la eliminazione del requisito riguardante l’obbligo di iscrizione nel “registro nazionale dei produttori si latte crudo”, con la recente modifica, si è dato luogo ad una generalizzazione che non solo vanifica gli sforzi ed il lavoro fatto per la valorizzazione del latte munto in Sicilia per il quale si sta lavorando in armonia con il dipartimento agricoltura della Regione Siciliana, per la certificazione QS o che viene trasformato in formaggi DOP, ma si disperdono risorse che andavano utilizzate in maniera razionale anche per orientare gli allevatori ad organizzarsi per il bene e la credibilità della filiera. Con le nuove disposizioni si interviene non più a favore dei produttori in base al latte effettivamente munto ma a favore di tutti coloro che hanno animali che producono latte, senza alcuna distinzione fra coloro che si sono attrezzati ed organizzati e coloro che allevano senza investire e senza offrire quelle garanzie ritenute indispensabili per la sopravvivenza del settore zootecnico e per il possibile rilancio della filiera. Purtroppo non si è tenuto conto del fatto che la crisi ha gravato e sta gravando in misura proporzionale all’impegno imprenditoriale che vede esposti i produttori, tenendo conto che “più si produce e più si perde”.

Nel lamentare la mancata consultazione del Distretto (a differenza di tante altre occasioni) prima della emanazione dell’avviso di modifica del provvedimento, il Diprosilac ne ha chiesto la revoca ed ha notificato alle competenti autorità regionali di non riconoscersi nelle disposizioni che introducono e regolano la erogazione dell’aiuto destinato in maniera completamente diversa rispetto agli impegni originariamente assunti nei confronti degli allevatori e dei loro rappresentanti e di quanti si sono fatti carico delle loro difficoltà.

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