Le banche hanno detto stop al Superbonus. Unicredit e Intesa S. Paolo, i due maggiori poli finanziari del Paese, hanno deciso di bloccare le nuove domande di cessione del credito (tra l’altro garantito dalla mano benevola dello Stato) per la ristrutturazione energetica degli edifici pubblici e privati. La truffa spaventosa emersa in questi giorni a Napoli è la riprova del fallimento del provvedimento che mette fine a quella che il governo gialloverde aveva definito una misura simbolo, alla resa dei conti, dimostratasi miope oltreché errata e deficitaria. Le prime avvisaglie che le cose non stavano prendendo la piega auspicata sono giunte dal premier Draghi che ha ridimensionato al 90 per cento la percentuale finanziabile, poi slittata in una miriade incontrollata di truffe venute alla luce dopo le inchieste della Guardia di Finanza sulle fatturazioni super gonfiate, emerse in maniera evidente, nel territorio campano. Si è passati dal 90 per cento al 60 per quanto concerne il bonus facciate, in cui si è concentrata principalmente la frode rilevata dall’Agenzia delle Entrate e quantificata al 50 per cento. Un’enormità. Le norme più restrittive sul Superbonus hanno invece consentito di limitare le truffe attestatesi al 3 per cento. Stato delle cose che tuttavia trova la Lega, tramite i suoi leader, ostinata a difendere il Superbonus che di fatto ha finito per creare in queste settimane una catastrofica paralisi edilizia nel paese per l’impossibilità, tra le altre cose, di far fronte all’aumento delle materie prime e le difficoltà ad affittare i ponteggi. Escludendo il bonus Renzi che ha funzionato in quanto la detrazione era stata affidata alle aziende e al controllo del fisco, il padre putativo di queste elargizioni resta il famigerato Reddito di Cittadinanza (in fase di revisione) seguono quota 100, a tutti gli effetti un bonus previdenziale, il Cashback di stato, fino al bonus benzina, evocato dalla maggioranza delle forze politiche. A ben vedere anche la rottamazione delle cartelle, la riforma del fisco e il niet secco al nuovo catasto sono visti come elargizioni mascherate a beneficio dei nostri cari immancabili evasori.
- 27 Dicembre 2024 -
2 commenti su “La fine dei Superbonus e altro ancora…di Giannino Ruzza”
Uno Stato che permette che da un consumo di 60 euro si produca una bolletta di 300 euro non ha diritto di parlare di evasione fiscale!
Questa in linea di massima è la facciata che si vuole dare al fallimento della politica. Quello che non si dice, è che in realtà le banche Unicredit in primis, stanno avendo difficoltà. Oltre le difficoltà, (capiscono o forse sanno) che lo Stato non è in grado di garantire niente. Ognuno ne tragga le proprie riflessioni.
A noi alla fine di tutto, ci resteranno i ponti montati a vita come decoro dei palazzi e molte aziende fallite per colpa dello Stato.
“Terra bruciata”.così da stringere l’avversario nell’angolo..e fargli commettere errori fatali..
Chi sta tirando le fila?
Chiaro l’obiettivo finale..
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