Presentazione ieri sera a Siracusa, presso il Centro Studi “Il Cerchio”, del saggio di critica letteraria del Presidente del Caffè Letterario Quasimodo di Modica, “Viaggio nell’area aretusea. Percorsi di poesia narrativa saggistica”, Armando Siciliano Editore.
La serata si è aperta con i saluti di Enzo Monica, Presidente del Centro, mentre il poeta e scrittore Corrado Di Pietro, anche lui presente nel libro, si è intrattenuto con Pisana in una conversazione sullo stato di salute della cultura siciliana e in particolare della Sicilia orientale, con particolare attenzione agli aspetti caratterizzanti riscontrati nella poesia e nella narrativa degli scrittori siracusani.
E’ intervenuta anche Maria Lucia Riccioli, saggista, poetessa , pure lei presente nel testo, cogliendo le coordinate e il filo conduttore che lega tutti gli autori antologizzati: filo contrassegnato da temi sociali, politici, naturalistici e da aspetti legati alla memoria, alla tradizione, ai valori spirituali e religiosi, e finalizzati, mediante le opere di poesia, narrativa e saggistica oggetto di interesse di Pisana , ad evidenziare che la Sicilia non è solo sinonimo di mafia, di lupara, di arretratezza, ma di sogni, di bellezze, di magie, di odori e di sapori, di mestieri, di speranze e di solidarietà. Questi autori del libro con i loro racconti offrono gocce di luce e invitano il lettore a non lasciarsi sopraffare dall’oscurità di quella Sicilia negativa derivante da una condizione di male che spesso ci circonda, ci condiziona e che ci fa percepire tutto oscuro.
Una domanda di Corrado Di Pietro ha coinvolto in particolare l’autore durante la conversazione, ed è stata quella relativa ai rapporti internazionali di Domenico Pisana grazie alle esperienze vissute a Istanbul, Madrid, Bosnia, e ai contatti con poeti stranieri del medio oriente.
Riprendendo la domanda oggetto della conversazione, quale significato hanno queste sue esperienze e questi contatti internazionali?
“Queste esperienze e questi rapporti internazionali rafforzano in me – afferma Domenico Pisana – il convincimento che – come diceva Igino Giordani – ‘la civiltà è un sistema d’idee: e le idee sono messe in circolazione specialmente dai libri. Ogni società, soprattutto oggi, è, si può dire, quale i suoi libri la fanno’.
I poeti e gli scrittori devono essere legati sempre più al mondo, e le loro opere non possono staccarsi dalla vita nelle sue articolazioni storiche, politiche, sociali, filosofiche, religiose, di idealità, passioni, difficoltà e speranze; una coltivazione della letteratura come valore a sé stante e le dilettazioni poetiche e narrative disancorate dalla vita e dal suo sitz im leben restano solo ‘flatus vocis’ destinato a dissolversi.
Considero i poeti , gli scrittori, i saggisti, e a maggior ragione in questo momento di conflitto globale – conclude Domenico Pisana – come la ‘coscienza pensante’ che deve aiutare questa nostro mondo a risollevarsi dal ‘sistema disumano’ in cui sta sempre più sprofondando; la pubblicazione di un’opera letteraria non può essere la mera celebrazione dell’estetica, né è arte per arte, né il sollazzo di chi imbratta carta per mero piacere estetico interiore; i poeti, gli scrittori, gli intellettuali non possono concepirsi come suonatori di cetra ai piedi del proprio sé”.