In merito alla gestione e fruizione del “Museo delle Arti e Tradizioni popolari Serafino Amabile Guastella”, il rappresentante di Sinistra Italiana, Vito D’Antona, ha scritto agli assessori regionali ai Beni Culturali e alle Autonomie Locali e al Ministro della Cultura per chiedere interventi urgenti e ispettivi, poiché dal momento della devoluzione il Museo entra nel patrimonio del Comune, in quanto bene pubblico, riteniamo che esso debba sottostare alle normative che disciplinano le funzioni, le attività ed i servizi proprie dell’ente pubblico.
“Riteniamo – spiega D’Antona che non sia consentito dall’ordinamento giuridico degli enti locali, oltre che nel comune buon senso, un “incarico a vita”, come deciso dalla Giunta Comunale di Modica, poiché qualunque incarico di un ente pubblico che ha natura direttiva e gestionale debba preventivamente essere regolamentato, specificando i necessari requisiti e le competenze richiesti per il suo svolgimento e per una durata connessa ad un periodo determinato.
Inoltre, in merito alla gestione del Museo, appare inconcepibile che non venga definito espressamente il ricorso ad una procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento del servizio e non è ammissibile che si possano prevedere particolari requisiti preferenziali per l’aggiudicazione, quali “attestati di frequenza di corsi di formazione”, promossi dall’Associazione e dal Comune, per la cui organizzazione non sembrerebbe sia stata garantita ampia e adeguata pubblicità, tale da consentire la più ampia partecipazione, oltre che l’assenza di qualsiasi informazione sulle abilitazioni di legge, le discipline trattate e la validità giuridica dei titoli abilitativi rilasciati.
In definitiva, si ritiene che la particolarità della struttura, il suo inestimabile valore culturale e scientifico, legato indissolubilmente alla identità ed alla tradizione del territorio e frutto di un lungo, volontario e appassionato lavoro di alcuni illustri cittadini modicani, impone una regolamentazione che non sia improvvisata, oltre che a rischio di illegittimità, come invece risulta nel provvedimento in ordine alla direzione e al personale da destinare al Museo, ma che sia preventivamente disciplinata e frutto di una impostazione a garanzia di una conservazione e di una fruizione del Museo le più ampie e competenti possibile”.