Il Consiglio Comunale di Modica ha approvato il Rendiconto dell’anno 2019, un documento contabile che arriva dopo un anno e tre mesi dalla chiusura dell’esercizio finanziario, nove mesi dopo la scadenza del termine di legge e con un commissariamento in corso, come per tutti i consuntivi elaborati dall’insediamento dell’amministrazione Abbate e perfino con tre emendamenti dell’ultima ora.
“Non è convincente – dice Vito D’Antona di Sinistra Italiana – che il lungo ritardo è dovuto alla emergenza epidemiologica, se è vero che già a settembre 2020, al momento del commissariamento, ben cinque comuni della provincia avevano già deliberato il conto consuntivo e che addirittura alla data odierna un comune vicino ha approvato perfino i bilanci di previsione 2020 e 2021.
Un ritardo che ha impedito alla città di fruire di ben 5 milioni di euro per finanziare progetti di contenimento del rischio idrogeologico.
La verità è che chiudere i conti, come per i bilanci preventivi, a Modica non è semplice, soprattutto se chi governa la città da ben otto anni ha considerato secondaria la questione finanziaria, scegliendo di non impegnarsi nel modo sufficiente che il problema richiede, smantellando un intero ufficio ad oggi senza un dirigente a tempo pieno e con provvedimenti contraddittori e altalenanti in materia di riscossione e recupero di entrate.
I dati contabili sono tutti lì a dimostrare la gravissima situazione: un disavanzo di amministrazione di oltre 76 milioni di euro, una anticipazione di cassa di oltre 28 milioni di euro, di cui, al 31 dicembre 2019, 17 milioni da restituire, residui passivi, sostanzialmente i debiti, per un ammontare di oltre 95 milioni di euro a fronte di residui attivi, sostanzialmente i crediti, per oltre 143 milioni di euro, di cui però ben oltre 80 milioni di dubbia esigibilità, tempi medi di pagamento dei fornitori di circa otto mesi a fronte di un obbligo di legge di trenta giorni, gli oltre 10 milioni di debiti al 31 dicembre 2019 con le società partecipate, un piano di riequilibrio in corso di esame per evitare il dissesto.
La delicatezza e la complessità della condizione finanziaria del nostro Comune – conclude D’Antona – non ha bisogno di chiacchiere e comizi autocelebrativi, ma di azioni costanti finalizzate al risanamento dell’ente”.