Oggi presso il Palazzo del Governo il Prefetto Filippina Cocuzza, nel corso di una cerimonia organizzata in forma sobria per via delle misure precauzionali connesse all’attuale situazione emergenziale, ha consegnato la “Medaglia d’Onore” prevista per le vittime di deportazione e di internamento nei lager nazisti durante l’ultimo conflitto mondiale, conferita dal Presidente della Repubblica al sig. Pietro Garofalo, cittadino modicano.
La consegna della prestigiosa decorazione è avvenuta nelle mani dei nipoti, Gabriele Perrone e Francesco Cicero, i quali nel fare dono al Prefetto della pubblicazione curata proprio da uno dei due nipoti dell’insignito, il prof. Gabriele Perrone, contenente gli appunti annotati dallo zio durante il periodo di internamento, hanno voluto avere il piacere nella circostanza che fosse lo stesso congiunto, impossibilitato ad intervenire personalmente, a dare i saluti in diretta e ringraziare il Prefetto mediante collegamento telefonico.
Presenti nella circostanza l’Assessore alla Cultura del Comune di Modica Maria Monisteri ed il Presidente dell’Associazione provinciale Combattenti e Reduci Lo Monaco, i quali hanno manifestato compiacimento nei confronti dei familiari nella piena consapevolezza, come ha sottolineato il Prefetto che “momenti come questi devono essere l’occasione per sottolineare l’importanza del valore della memoria riferita anche a pagine tristi della nostra storia che pertanto deve essere tramandata, coltivata e nutrita dalla conoscenza perché se vogliamo un futuro migliore non si può prescindere da ciò che è stato il passato”.
Di seguito alcune notizie sulla biografia di Pietro Garofalo, modicano, oggi novantanovenne ancora in buone condizioni di salute.
Nato a Modica nel settembre del 1921, il 14 settembre 1942 chiamato alle armi parte da Ragusa per con destinazione il 73° Reggimento fanteria di Trieste dove viene arruolato 17 settembre seguente e presta giuramento il 13 dicembre 1942 e subito dopo inviato in guerra a Karlovac in Croazia sul fronte jugoslavo.
In seguito all’armistizio dell’Italia con gli angloamericani, viene disarmato, fatto prigioniero e trasferito in Germania nel campo di concentramento di Neubrandenburg. Durante il periodo di prigionia lavora in una fabbrica di armi fino al momento della liberazione nel maggio del 1945.
Nel diario è lo stesso Pietro Garofalo che oltre a fare una breve analisi della situazione degli internati militari italiani nel periodo 1943-1945 rende testimonianza anche attraverso alcune composizioni poetiche dello stato d’animo e del dramma interiore vissuto durante la guerra e la sua prigionia nonché della gioia del momento dell’avvenuta liberazione e della partenza per l’Italia avvenuta il 9 agosto 1945.
1 commento su “Medaglia d’Onore conferita ad un modicano quale ex deportato”
Sig. Prefetto,
Insignire una persona per qualcosa la quale si sia distinto, o che abbia subito è sempre un gesto bello e nello stesso tempo gratificante per chi lo riceve e per chi lo dona.
Il sig. Garofano ha sicuramente visto la crudeltà della guerra, ha vissuto la prigionia con tutte le angherie che avrà sopportato, e penso che abbia nutrito sempre la speranza di vedere il suo tricolore sventolare in alto e quindi essere salvato. Anche se poi sono stati gli alleati.
Oggi, qualcuno dice che siamo in guerra, anche se con un nemico invisibile ma è come se fossimo in guerra. Mi chiedo, e le chiedo, quanti oggi hanno la speranza di vedere il nostro tricolore svettare in cielo? Quanti credono di essere salvati se le istituzioni sono lontani dai cittadini? Quanti credono nelle istituzioni? Non si sente, o meglio non si avverte più il senso dello Stato, e questo non è una bella percezione, specie per chi lo rappresenta! I prefetti nelle province rappresentano lo Stato, come all’estero lo sono gli Ambasciatori, ma nell’uno e nell’altro caso, si ha la percezione che dovranno essere sempre gli altri a venirci a salvare. Forse ci sono leggi inadeguate, ma Lei sa che le leggi spesso non fanno giustizia, sono più delle regole da seguire, ma per fare giustizia o la cosa giusta, si compromette la carriera e allora mi chiedo: Chi mi verrà a liberare? Lo Stato, il Governo, le Istituzioni, la Politica o la Merkel? Lei è un autorità che rappresenta lo Stato, e io voglio sentirmi Italiano, e non perché ci sono nato e ci vivo, vorrei tanto vedere lo Stato nelle Istituzioni!