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Le vicende con la Banca Agricola Popolare di Ragusa. Riceviamo

Tempo di lettura: 2 minuti

Buongiorno,

ho letto stamattina  che “La Banca popolare agricola di Ragusa non pagherà alcun dividendo ai propri azionisti e l’utile 2019 di 6,9 milioni rimane in cassa e destinato a fondo di riserva ordinaria.
Questo quanto deciso dal Cda della popolare siciliana nella riunione del 12 novembre che “ha accertato il mancato avveramento di una delle circostanze dedotte come condizione della delibera assunta dall’Assemblea Ordinaria dei Soci in data 27 giugno 2020, in tema di distribuzione del dividendo relativo all’esercizio 2019″, si legge in una nota a firma del direttore generale Saverio Continella.
L’assemblea dei soci del 29 giugno scorso, infatti, aveva approvato il 130^ bilancio di esercizio e la contestuale distribuzione dell’utile.” allora se le azioni sono state collocate a suo tempo indiscriminatamente a qualsiasi cliente della banca con il miraggio di un rendimento alto prevedendo il dividendo , ora come si fa a giustificare l’investimento in azioni della banca se non spetta nemmeno il dividendo?

Giovanni

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© Riproduzione riservata

10 commenti su “Le vicende con la Banca Agricola Popolare di Ragusa. Riceviamo”

  1. @Giovanni
    Le riporto un articolo giornalistico del 17 maggio c.a. in merito alla domanda che Lei pone.
    Mi rendo conto che tanti risparmiatori avranno la bava alla bocca ma in merito al dividendo le spiegazioni sono contenute fra le righe che seguono. Per il resto legga, fra le notizie più commentate, e si accorgerà che il problema non è solo il dividendo.
    Saluti ed auguri

    17 MAGGIO 2020 14:40
    Il dividendo: che cos’è e perché con il Covid-19 le banche non lo pagheranno
    La Bce ha chiesto alle banche di non pagare i propri azionisti. Per il bene dell’economia r
    Durante la crisi dovuta al Covid-19 sul settore bancario e assicurativo è stata fatta un’operazione di moral suasion da parte delle istituzioni europee per evitare che venissero distribuiti dividendi agli azionisti, in modo che queste risorse restassero all’interno dei grandi istituti bancari e assicurativi che le avrebbero poi usate per sostenere l’economia reale. Ecco quali indicazioni sono arrivate alle società quotate in Borsa e come funziona lo stacco delle cedole.
    Una definizione di partenza – Il dividendo è l’importo distribuito dalla società agli azionisti come remunerazione del capitale investito. La proprietà di una società per azioni (Spa) è divisa, appunto, in azioni: se una Spa è divisa in 100 azioni e io ne possiedo 20, avrò la proprietà del 20% della società e avrò quindi diritto al 20% dei dividendi. Il dividendo è quella parte di utile destinata a remunerare i proprietari di azioni
    Il dividendo è uno dei due modi in cui gli azionisti guadagnano (l’;altro è costituito dalle plusvalenze sulla cessione delle azioni). Si tratta di una possibilità e non di un diritto: l’assemblea della società può destinare gli utili al reinvestimento nell’azienda e in questo caso chi possiede azioni non avrà diritto al dividendo. E se non ci sono utili, non ci sarà neanche il dividendo.
    L’annuncio della Bce – La Banca Centrale europea è stata tra i grandi protagonisti della Fase 1 della pandemia. L’istituto centrale è intervenuto in vari modi (dal varo di un Quantitative easing per l’emergenza al congelamento degli stress test sulle banche). Attraverso la propria Vigilanza, a marzo ha anche ammonito le banche che beneficeranno delle misure di supporto e flessibilità al capitale “a utilizzarlo per sostenere l’economia e non per aumentare la distribuzione dei dividendi o i bonus” ai manager.
    La Banca Centrale si è prima raccomandata e poi ha chiesto espressamente alle banche di non distribuire dividendi durante l’emergenza Covid e di continuare su questa linea almeno fino a ottobre 2020.
    Per il settore bancario, è stato calcolato che lo stop al pagamento dei dividendi avrebbe trattenuto negli istituti di credito europei 30 miliardi (di cui 4,5 solo in Italia) che libereranno un totale di 450 miliardi di prestiti in più per l’economia reale. Il ragionamento sottostante è semplice: se le banche trattengono più liquidità al loro interno, avranno più fondi da prestare alle imprese.
    Chi ci perde – C’è però un’altra faccia della medaglia: il blocco al pagamento dei dividendi vuol dire un abbassamento della redditività del titolo azionario per chi lo detiene, e quindi un calo del valore in borsa dello stesso: per questo era necessario che il settore si muovesse in modo compatto. Per evitare manipolazioni ulteriori del valore azionario delle banche, la Bce ha anche chiesto agli istituti bancari di astenersi da buybacks, cioè l’acquisto di azioni proprie da parte della società stessa, che ne fa salire il valore in borsa.
    Le prime risposte – Intesa Sanpaolo ha annunciato a maggio che, in vista di un utile sopra i 3 miliardi per il 2020 e sopra i 3,5 miliardi per il 2021, da ottobre rinizierà a pagare i dividendi ai propri azionisti. Unicredit invece ha totalizzato una perdita nel primo trimestre 2020 (che prosegue quella ottenuta nel quarto trimestre 2019, per un anno comunque chiuso in utile): oltre allo stop del dividendo nel 2020. Sia Intesa che Unicredit hanno sospeso il pagamento del dividendo relativo all’anno precedente.
    Anche le altre grandi banche europee hanno sospeso il pagamento dei dividendi (Hsbc, Deutsche Bank, Commerzbank), così come molti istituti bancari mondiali, che ovviamente non sono sotto il controllo della Bce. Così come non lo sono quelli svizzeri: visti i buoni risultati operativi Ubs e Credit Suisse, le più grandi banche elvetiche, hanno infatti deliberato la normale distribuzione dei dividendi ma con una soluzione in due tranche.
    Il settore assicurativo – Per quanto riguarda il settore assicurativo, l’Eiopa (l’Autorità europea di vigilanza sulle assicurazioni e sulle pensioni aziendali e professionali) ha prima raccomandato il 17 marzo prudenza nel pagamento dei dividendi, per poi invitare gli istituti a sospenderne la distribuzione il 2 aprile, visto il proseguire della condizione di incertezza.
    Lo stesso ha fatto la sua corrispettiva italiana, l’Ivass. La stessa raccomandazione avvenuta nel settore bancario non ha però avuto gli stessi esiti, tant’è che Generali ha deciso di pagare comunque il dividendo ai propri azionisti in due tranche, anche se in prima battuta era stata inclusa nelle lista di aziende che ne avrebbero bloccato la distribuzione. La scelta di cambiare rotta è stata dovuta probabilmente alla decisione di pagare i dividendi da parte di Allianz, il principale competitor europeo di Generali.

    Articolo realizzato in collaborazione con il master biennale in giornalismo della IULM, contenuti a cura di Lucio Valentini.

  2. non controbatto a quanto esposto,oltretutto nell’articolo si fa riferimento ad aziende creditizie le cui azioni sono quotate , che è cosa ben diversa dall’azione della banca di cui si parla, ma io sottopongo alla sua attenzione questo passaggio , non c’entra nulla la bava alla bocca , è semplicemente attenuare l’immobilizzo delle somme investite in azioni oltrechè la perdita di valore che ai più non ne erano state
    evidenziate, vedi pensionati, lei è al corrente del “mancato avveramento di una delle circostanze dedotte come condizione……”

  3. @Giovanni
    Lei come al solito è confuso e impreparato.
    Riguardo la sua prima obiezione, che non capisco, le allego uno stralcio della BAPR il quale fa riferimento alle raccomandazione della Banca D’Italia circa la distribuzione del dividendo:


    Ragusa, 13 novembre 2020. Destinazione del risultato d’esercizio 2019.
    Si comunica che il Consiglio di Amministrazione di Banca Agricola Popolare di Ragusa S.c.p.a.
    (“BAPR”), nella seduta del 12 novembre 2020, ha accertato il mancato avveramento di una delle
    circostanze dedotte come condizione della delibera assunta dall’Assemblea Ordinaria dei Soci in data
    27 giugno 2020, in tema di distribuzione del dividendo relativo all’esercizio 2019 (“Delibera”).
    Si rammenta che, ai sensi della Delibera, l’esigibilità del pagamento del menzionato dividendo
    complessivo, pari ad Euro 6.929.244,00, era differita alla data del 18 novembre 2020, quale data
    stacco dividendo, e del 20 novembre 2020, quale valuta di pagamento, ed era sospensivamente
    condizionata, tra l’altro, all’assenza di una proroga dell’efficacia della “Raccomandazione della
    Banca d’Italia sulla distribuzione di dividendi da parte delle banche italiane meno significative
    durante la pandemia da Covid-19”. Con essa Banca d’Italia raccomandava a «tutte le banche e
    gruppi bancari (…) che almeno fino al 1° ottobre 2020: 1. non paghino dividendi, ivi inclusa la
    distribuzione di riserve, e non assumano alcun impegno irrevocabile per il pagamento dei
    dividendi per gli esercizi finanziari 2019 e 2020».
    Successivamente, Banca d’Italia, in linea con le raccomandazioni formulate dal Comitato europeo
    per il rischio sistemico il 27 maggio 2020 e dalla Banca Centrale Europea il 27 luglio 2020, ha
    pubblicato una nota recante “Aggiornamento della Raccomandazione della Banca d’Italia sulla
    distribuzione di dividendi (…) durante la pandemia da Covid-19″. Con tale nota l’Autorità di
    Vigilanza ha raccomandato «fino al 1° gennaio 2021: a) alle banche meno significative, di (…) non
    pagare dividendi relativi agli esercizi 2019 e 2020 (ivi incluse le distribuzioni di riserve) e non
    assumere alcun impegno irrevocabile per il pagamento dei dividendi relativi agli stessi esercizi».
    Il Consiglio di Amministrazione di BAPR non ha potuto che prendere atto della circostanza che, in
    ragione di quanto disposto da Banca d’Italia, la menzionata condizione sospensiva apposta alla
    Delibera deve intendersi come non avverata. La deliberazione di distribuzione dei dividendi non è,
    pertanto, idonea a produrre effetti e conseguentemente l’importo di Euro 6.979.244,00 deve essere
    fatto oggetto di accantonamento a riserva ordinaria.
    Per scrupolo di completezza si precisa che si sono, invece, avverate le ulteriori circostanze dedotte
    come condizione sospensiva della Delibera. ”

    E quello che precede non l’ho inserito nel mio primo intervento per non appesantire, più di quanto non lo sia, il commento a cui lei fa riferimento.
    Per quanto riguarda la bava alla bocca, mi rifaccio ai commenti inseriti in un precedente articolo nel quale gran parte dei commentatori si lamentava del fatto di non poter monetizzare le loro azioni. Quindi, oltre a non poter riavere i loro risparmi, quest’ultimi non fruttano niente in questo momento per i motivi in evidenza nei due stralci di comunicati di cui ai commenti che ci vedono impegnati. Questa volta la BAPR non ha colpe ma sono direttive legate al momento particolare della nostra realtà emergenziale (Covid).
    Ora se le è chiaro il tutto la chiudo qui, viceversa se ha ancora dei dubbi le posso fornire, a titolo gratuito, lezioni di economia, società e bilanci societari con analisi dei flussi finanziari ed i rischi collegati seguendo la logica del teorema di Modigliani-Miller (ammesso che lei sappia di cosa parlo).
    Saluti

  4. Allora , per forza non bisogna essere giornalisti per individuare quali condizioni non si siano verificate , bensì andare a leggere qualcosa e risalire alle motivazioni che stanno alla base del mancato dividendo , come viene riportato :
    L’assemblea dei soci del 29 giugno scorso, infatti, aveva approvato il 130^ bilancio di esercizio e la contestuale distribuzione dell’utile. Ma era necessario raggiungere tre condizioni:
    se il CET1 ratio fully loaded individuale della Banca, riferito al 30 settembre 2020, non inferiore al 19,1%, che rappresenta il limite obiettivo consolidato contenuto nel RAF;
    e il NPE ratio netto, riferito al 30 settembre 2020, non inferiore al 9,30%;
    assenza di una proroga sino a tutto il 6 novembre 2020 dell’efficacia della Raccomandazione e/o di provvedimenti dell’Autorità di Vigilanza o normativi di analogo tenore.
    Si riporta nella nota di raccomandazioni della banca d’italia : ” Roma, 28 luglio 2020
    Aggiornamento della Raccomandazione della Banca d’Italia sulla distribuzione di dividendi e sulle politiche di remunerazione variabile e chiarimento sulla data di scadenza della flessibilità concessa sul rispetto dei buffer patrimoniali e di liquidità durante la pandemia da COVID-19
    1. Distribuzione di dividendi e remunerazioni variabili
    Banca d’Italia raccomanda, fino al 1° gennaio 2021:
    a) alle banche meno significative, di:
    1) non pagare dividendi relativi agli esercizi 2019 e 2020
    (ivi incluse le distribuzioni di riserve) e non assumere alcun impegno irrevocabile per il
    pagamento dei dividendi relativi agli stessi esercizi; 2) non procedere al riacquisto di azioni
    miranti a remunerare gli azionisti.
    La limitazione al pagamento dei dividendi va riferita solo ai pagamenti in contanti che hanno l’effetto di ridurre il livello e la qualità del Common Equity Tier 1.(CET1)
    Gli intermediari che non ritengano di conformarsi dovranno contattare immediatamente la
    Banca d’Italia per spiegare le proprie motivazioni e permettere le opportune valutazioni. ”
    Mi chiedo e chiedo, un povero investitore al momento dell’acquisto deve essere preparato alla conoscenza di tali parametri, un pensionato ha le capacita di poter affrontare questo investimento o la capacità di andare a leggersi il bilancio di esercizio e controllare i CET1, i NPE,ecc. ,se inferiori o superiori?
    poi con questa pandemia ovviamente e giustamente si vanno a bloccare i pagamenti delle aziende , ma per il povero investitore cosa si fa?per le azioni quotate,può succedere come in questi ultimi giorni che possano risollevarsi le quotazioni spinte da motivazioni economiche , politiche nazionali o internazionali e allora uno può decidere di smobilizzare,anche in perdita, ma in questo caso specifico il risparmiatore non può fare nulla , se non solo rimandare alle calende greche così da neanche poter compensare i costi che li riguardano. Doveva essere approntato un fondo riservato ai risparmiatori che siano in età avanzata in modo da poter lenire l’immobilizzo delle azioni. La popolare di Ragusa doveva differenziarsi per la vicinanza al territorio , non solo alle aziende ma anche ai risparmiatori.
    Alla fine si conclude che : Nel caso di mancato avveramento della condizione sospensiva sopra indicata, la deliberazione di distribuzione dei dividendi non produrrà definitivamente alcun effetto e conseguentemente l’importo di Euro 6.979.244,00

  5. mi scuso , ma non mi va di fare polemica con una persona così preparata, io modestamente conosco il teorema di Pitagora e ringrazio chi riesce ad ampliare le mie povere e limitate conoscenze, non si addebita nessuna colpa alla bapr , per carità, ma a chi hanno fatto sottoscrivere investimenti in azioni ,un pensionato, in questo caso ben 800 azioni, con un investimento di 95mila euro , mi sembrerebbe normale ,giusto che almeno venisse riservato un trattamento particolare, nonostante tutte le raccomandazioni possibili e un passo nella raccomandazione della banca d’italia lo si legge per quello che puo servire :
    “Gli intermediari che non ritengano di conformarsi dovranno contattare immediatamente la Banca d’Italia per spiegare le proprie motivazioni e permettere le opportune valutazioni. ”.

  6. @Giovanni
    Le nostre delucidazioni si sono incrociate.
    Sarò breve e meno pomposo.
    Ritengo che BAPR abbia applicato alla lettera le direttive imposte.
    Nulla può l’azionista in merito al mancato dividendo se non mangiarsi le unghie e, qualcuno, bestemmiare.
    Al netto di dettagli tecnici, ritengo la vicenda Kafkiana e per dirla in parole povere oltre il danno la beffa.
    Sono solidale con i risparmiatori coinvolti, la vicenda nel suo complesso, purtroppo, ha dei risvolti sociali nel nostro territorio non di poco conto.
    Ogni parola in più sarebbe come girare il coltello nella piaga.
    Occorre resistere in attesa di tempi migliori. Auguri a tutti gli azionisti coinvolti e, francamente, mi dispiace come cittadino e non come qualche imbecille di commentatore nell’articolo precedente che sosteneva che bello essere “SOCI”. Per favore…

  7. A mio modesto parere, la banca almeno non dovrebbe fare pagare le spese della tenuta del dossier titoli, e farsi carico delle relative imposte, visto che di fatto il capitale investito in azioni, risulta congelato! per fatti non imputabili al piccolo azionista. Questo sarebbe almeno una apertura e un piccolo riconoscimento nei confronti degli azionisti

  8. grandebenito@alice.it

    Si tratta di un furto legalizzato ai danni degli azionisti i quali dopo la illiquità delle azioni devono sopportare anche questo ulteriore furto.

  9. Sbandierano ai quattro venti di essere la numero 1 così questi signori scrivono nel loro sito “ Banking “Awards 2021 – BAPR si aggiudica il Premio “Banca N.1 – Regione Sicilia”
    Chiedo a questi signori, che fine hanno fatto i miei soldi e quelli di altri migliaia di risparmiatori? Dove sono materialmente?

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