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Fuga dall’Hotspot di Pozzallo…di Michele Giardina

Tempo di lettura: 4 minuti

Trenta tunisini ospiti del Centro Hotspot di Pozzallo, approfittando del traghettamento nella città marinara di altri 108 “migranti”, sono fuggiti facendo perdere immediatamente le loro tracce. I nuovi arrivati, sottoposti a tampone sulla banchina del porto, saranno posti in quarantena, tranne quelli che dovessero risultare positivi al Coronavirus. Esaltare il concetto di accoglienza, quando la realtà ci travolge con episodi e fatti che stracciano l’idea di uno Stato di diritto organizzato secondo le regole della democrazia, è da irresponsabili.

In base a quale edificante e superiore progetto politico, a quali misteriosi accordi europei e trattati internazionali è stato deciso di bypassare il decreto vigente sulla chiusura dei porti emanato dal governo in carica, dando via libera all’arrivo sulle coste italiane (siciliane) di migliaia e migliaia di fuggitivi che non hanno alcun titolo per essere accolti nel nostro Paese?

Questa la domanda di milioni di cittadini trattati da sudditi. Qualcuno spieghi “la bontà e la sacralità” di un progetto che sfugge alla logica dei comuni mortali. Lo spieghi con chiarezza in modo che tutti possano finalmente comprendere perché mai l’unico Paese sicuro al mondo, ove fare sbarcare tutti i fuggitivi del mondo, sia solo ed esclusivamente il Bel Paese.

Siamo i più bravi, i più buoni, i più fedeli alla chiesa Cattolica e a Papa Francesco? Gli unici pronti a tutto pur di salvare l’umanità in fuga, mentre gli altri, insensibili e cattivi, i governanti di Francia, Germania e Olanda in primis (giusto per citare quelli che “l’Europa siamo noi”) sono da stramaledire e mandare all’inferno?

Siamo seri. Parlare di sicurezza sanitaria quando nell’hotspot di Lampedusa sono ammassati oltre 1000 “migranti”, quando la fuga degli ospiti stranieri dai centri di prima e seconda accoglienza è all’ordine del giorno, è un eufemismo. Ci affidiamo al caso? Alla fortuna?  Per favore. Questo modo superficiale e irresponsabile di pensare da parte di chi a tutti i livelli ha il dovere preciso di tutelare e garantire la salute pubblica, è da respingere.  Mistificare la realtà di una invasione galoppante di persone in fuga dalle loro terre  programmata sui tavoli della criminalità internazionale e scelleratamente assecondata da una politica che agisce e non spiega, che ci raccomanda di essere prudenti, che pensa di prolungare a settembre – ottobre il periodo di emergenza sanitaria e che, tuttavia, continua imperterrita a fare sbarcare in Sicilia miglia e migliaia di persone con il rischio di favorire il cosiddetto virus da importazione, è inconcepibile

 

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2 commenti su “Fuga dall’Hotspot di Pozzallo…di Michele Giardina”

  1. Michele Giardina

    Non è il mio mestiere. Candidati tu che dalla tua dimostri di avere ottimo spirito di patate.

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