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Modica. Il Distretto del Cibo Etna – Val di Noto inserito nel Registro Nazionale dei Distretti

Sono 8 i Distretti del Cibo, individuati dall’Assessorato all’Agricoltura mediante evidenza pubblica, che verranno inseriti nel Registro nazionale dei Distretti del Cibo, istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo. Tra questi figura il Distretto del cibo del sud est Sicilia Etna Val di Noto del quale fa parte anche Modica. “Ci tengo a ringraziare – commenta il Sindaco Abbate – in primis l’Assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera con il quale ci siamo incontrati da poco in occasione di ChocoModica. Il riconoscimento del nostro Distretto del Cibo è un premio al territorio del sud-est che ha saputo fare sistema sfruttando le sue enormi potenzialità agricole, agroalimentari, turistiche, identitarie e culturali. Abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra, dimostrando di saperci aggregare” . Ad oggi il Distretto del Cibo del Sud Est Sicilia Etna Val di Noto rappresenta un modello di sviluppo innovativo per consentire la crescita e il rilancio di filiere e territori. Utilizzando i fondi nazionali e comunitari per la valorizzazione e promozione del territorio, tutelando l’ambiente, incentivando la nascita di nuove realtà, migliorando le produzioni agricole di qualità e la ricettività dei luoghi. Vi fanno parte 439 associati con sedi in ben 37 comuni tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania. (Acate; Acireale; Belpasso; Biancavilla; Bronte; Bucchieri; Caltagirone; Canicattini Bagni; Carlentini; Castiglione Di Sicilia; Catania; Chiaramonte Gulfi; Comiso; Floridia; Giarre; Gravina Di Catania; Ispica; Licodia Eubea; Melilli; Mineo; Modica; Noto; Pachino; Palazzolo Acreide; Palermo; Paterno’; Pozzallo; Priolo Gargallo; Ragusa; Rosolini; S.Venerina; Santa Croce; Santa Venerina; Scicli; Siracusa; Solarino; Vittoria). Sono 2347 gli addetti coinvolti con un fatturato globale di oltre 357 milioni di euro. Il 75% degli iscritti appartiene al comparto delle imprese agricole, il 13% nell’agroindustria ed il restante 12% nei settori del turismo, della ristorazione e dell’istruzione.

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