
“Il dovere della memoria è un obbligo che deve riguardare tutta la collettività, a maggior ragione le istituzioni. E’ il giusto omaggio da rendere ai caduti di tutte le guerre che hanno sacrificato le loro vite per garantire democrazia e libertà. Ecco perché è inguardabile lo stato in cui si trova il monumento ai Caduti di piazza del Popolo, luogo simbolo di Ragusa”.
E’ il consigliere comunale di Ragusa Prossima, Gianni Iurato, a denunciarlo dopo che, nel corso delle ultime settimane, la situazione sembra essere peggiorata per quanto riguarda lo stato complessivo di salute dell’area in questione. “E’ da mesi – afferma Iurato – che stiamo seguendo con attenzione l’evoluzione delle problematiche che interessano da vicino il sito. E però non se ne riesce a venire a capo. Sollecito il sindaco e l’amministrazione comunale nella sua interezza affinché si possa intervenire in maniera adeguata. Non è un bel biglietto da visita arrivare in questa zona nevralgica del capoluogo e trovare l’area completamente cinturata da fettucce rosse. Basta poco per rendersi conto del senso di un abbandono che dura ormai da tempo. Non addebito alcuna responsabilità all’attuale amministrazione che si è trovata a fare i conti con questa problematica. Ma occorre fare presto per evitare che la situazione degeneri. Infatti, una piasta di porcellana si era già staccata da tempo dal blocco principale del monumento per non parlare del fatto che alcune lastre rischiano di cadere a terra. E ritengo che tutto ciò sia semplicemente inconcepibile”.
Il monumento ai caduti fu inaugurato con una cerimonia nel 1968. Venne realizzato dallo scultore acatese Giovanni Cilio. Tra l’altro, non essendo ancora trascorsi 70 anni, la manutenzione dell’opera non rientra nelle competenze della Soprintendenza ma deve essere l’ente locale di riferimento, in questo caso il Comune di Ragusa, ad occuparsene. Il monumento di piazza del Popolo è dedicato ai caduti di tutte le guerre a differenza degli altri che, invece, sono specificamente dedicati ai caduti della Prima guerra mondiale.