Nelle intercettazioni riguardanti l’inchiesta della Procura distrettuale di Catania sfociate nell’arresto, tra gli altri, del parlamentare regionale rosolinese, Pippo Gennuso, emerge un accordo tra l’interessato e gli esponenti del clan Crapula. In un colloquio tra Francesco Giamblanco, genero del capo clan Michele Crapula, e Massimo Rubino(ai domiciliari come Gennuso), il primo è categorico: “… abbiamo quattro-cinquecento voti, ma lo abbiamo con i fatti! I soldi ci vogliono”. E Rubino concorda: “..noialtri stiamo facendo la base? Lo sai come stiamo facendo? Cinquanta euro, no? A famiglia! Quanti sono? Cinquanta euro lui sta uscendo? La base nostra cinquanta euro a persona”. Ad Avola, sottolinea la Procura, Gennuso prenderà 424 voti. Insieme con Gennuso e Rubino), quest’ultimo accusato di essere il procacciatore di voti per conto di cosa nostra, è stato arrestato Francesco Giamblanco (in carcere). “È andato tutto bene, ma ha n’escire i soldi…” (adesso deve tirar fuori i soldi, ndr). È la richiesta, fatta da un uomo vicino a Massimo Rubino, sfregando indice e pollice, alla fine dei festeggiamenti del 19 gennaio scorso per l’elezione del riconfermato deputato regionale Pippo Gennuso, intercettata dai carabinieri di Siracusa.
Gennuso sarà sospeso dall’Assemblea Regionale Siciliana. Al suo posto suentrerà Daniela Ternullo, la prima dei non eletti nella lista dei Popolari e autonomisti a Siracusa. La sospensione scatterà quando la Presidenza del Consiglio trasmetterà il decreto all’Assemblea regionale e la commissione verifica poteri ne prenderà atto. La sospensione del parlamentare scatta in caso di arresto, come per il deputato autonomista, mentre la legge Severino interviene in caso di condanna con la decadenza dall’incarico. Occorrerà attendere qualche giorno quindi per la sostituzione di Gennuso con la prima dei non eletti nella lista autonomista a Siracusa.
nella foto l’on. Gennuso durante una protesta quando s’incatenò