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Centro storico a Ragusa e mancanza PPE, Angelica (Iv) “Non si potrà mai ripopolare senza strumenti adeguati”

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Ragusa – “Prendo spunto dalle ultime dichiarazioni del capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Peppe Calabrese, che è anche segretario cittadino del partito, considerato tra l’altro il fatto che lui vive le dinamiche del civico consesso, per evidenziare quello che noi andiamo dicendo da tempo. E cioè che le politiche di riqualificazione e di rigenerazione del centro storico hanno un senso solo se sono suffragati da atti concreti. Tutto il resto lo possiamo considerare alla stregua di congegni di distrazione di massa”. E’ quanto dichiara il coordinatore cittadino di Italia Viva Ragusa, Filippo Angelica, rispetto a un tema di forte impatto per il capoluogo ibleo.
“I passi in avanti che tutti auspicano – continua Angelica – si possono compiere solo e soltanto condividendo e attuando gli strumenti urbanistici che la legge ti mette a disposizione. Diciamo questo perché è inutile che il sindaco continui con operazioni spot che riguardano il centro. Sono solamente operazioni di facciata. Per carità, avranno pure il loro valore ma non si può certo dire che in questo modo si potrà ripopolare il centro storico: non bastano i soldi per finanziare eventi di ogni tipo e non bastano le opere pubbliche, e talvolta rincorrerle non è neppure una mossa vincente, con i fondi di Bruxelles. Noi di Italia Viva riteniamo che la rigenerazione debba avvenire attraverso atti politici e il piano particolareggiato, in questo senso, la fa da padrone. E purtroppo, come dice il consigliere Calabrese, se tutto questo non viene fatto è inutile che stiamo a menare il can per l’aia. Teniamo nel cassetto le norme attuative di un Piano particolareggiato evidentemente per qualche motivo. Ma senza queste norme, che darebbero veramente la possibilità di iniziare una vera e concreta riqualificazione delle abitazioni del centro, non abbiamo strumenti adeguati e continuiamo a parlare del niente. Il proprietario di un’abitazione di via Sant’Anna che ha bisogno di abbattere una parete non può avanzare richieste in serie a chi di competenza, compresa la Soprintendenza, prima di potersi muovere. Naturalmente, non comincerà nemmeno a ristrutturare. Ecco perché abbiamo bisogno della semplificazione urbanistica. Quindi, pur a fronte delle decine di eventi che si organizzano, soprattutto nel periodo primaverile ed estivo, credo che il centro storico rimarrà nelle condizioni pietose e disastrose in cui siamo abituati a vederlo tuttora. Quindi, il Ppe deve assumere una propria valenza attuativa. Altrimenti, lo ribadisco, continueremo a parlare del nulla. Non c’è un piano del colore, non c’è un piano di illuminazione artistica, non c’è un piano di restyling, non c’è un intervento veramente innovativo per il centro storico. Non possono essere, con tutto il rispetto, due ombrellini o due palle a led posizionati in via Roma a salvare la situazione. D’altro canto, e lo asserisco per l’ennesima volta, i due terzi delle attività commerciali lungo la via Roma sono chiusi, in viale Tenente Lena ce n’è qualche altra ma anche su questo versante la desertificazione è sempre più pesante. Quando i progettisti Cervellati, Urbani e Costa, nel lontano 1990-1992, andarono a pianificare quello che sarebbe potuto accadere in città dal punto di vista urbanistico, arrivarono perfino a prevedere, stante il probabile avvento dei centri commerciali nelle aree medio-periferiche urbane, un centro commerciale nel centro storico. Visione lungimirante. Ma senza strumenti ad hoc, tutte queste ipotesi sono rimaste ferme al palo”.

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