
Una cosa è certa, siamo in una fase sempre più delicata e intricata nei negoziati tra Iran e Gaza, mentre gli Stati Uniti, insieme a Israele e Hamas, stanno cercando di riprogrammare un nuovo cessate il fuoco nella Striscia come aveva recentemente confermato il presidente Donald Trump dopo l’annuncio dell’esistenza di colloqui diretti tra le parti ospitati in Oman. Negoziati che mirerebbero a ridurre le tensioni e trovare una soluzione definiamola “pacifica” alla situazione. Lo stesso Qatar aveva giorni fa aveva consigliato l’Iran di valutare attentamente se attaccare Israele, soprattutto dopo aver riferito dei progressi dei colloqui intervenuti tra le parti. Anche perché l’Iran andrebbe incontro a una disfatta certa. Tuttavia la situazione rimane molto complessa visto il coinvolgimento di diversi attori internazionali il cui obiettivo è di stabilizzare la regione nel tentativo, remoto, di evitare l’escalation di ulteriori conflitti. Recentemente lo stesso ministro israeliano degli Affari strategici Ron Dermer e il capo del Mossad David Barnea si sono recati a Parigi per incontrare l’inviato statunitense Steve Witkoff. Al centro del colloquio, la strategia per contenere l’Iran e impedirgli di acquisire capacità nucleari, in vista della sessione dei colloqui previsti in queste ore a Roma e che avranno luogo nell’ambasciata italiana dell’Oman. Secondo fonti israeliane, l’obiettivo è mantenere una pressione costante su Teheran, evitando concessioni che possano tradursi in un vantaggio strategico per il regime iraniano.
In stallo anche i negoziati sugli ostaggi. Hamas ha respinto l’ultima proposta israeliana, che prevedeva il rilascio di dieci prigionieri in cambio di 45 giorni di cessate il fuoco. Il capo della delegazione del movimento terroristico, Khalil al-Hayya, ha definito l’offerta un’operazione di facciata. Da parte israeliana, un alto funzionario ha confermato al Jerusalem Post che le trattative continueranno, ma che saranno accompagnate dall’intensificarsi della pressione militare e diplomatica. “Il futuro di Gaza potrà essere deciso solo dopo l’eliminazione di Hamas, sia dal punto di vista militare che come entità civile e di governo”. Essendo, aggiungo, impossibile trovare vie alternative.