
Scicli è stata stamane tra le oltre 120 piazze italiane protagoniste della grande campagna nazionale promossa dalla CGIL in vista dei referendum su lavoro e cittadinanza. Dalle ore 10, davanti alla sede del Comune di Scicli – simbolicamente nota come la sede del commissario Montalbano – è stato tenuto a battesimo il lancio provinciale della campagna referendaria con una serie di attività dedicate all’ascolto, alla partecipazione attiva e alla sensibilizzazione dei cittadini sul valore del voto referendario come atto di responsabilità civile e strumento concreto per incidere sul presente e costruire un futuro più giusto. Una manifestazione che ha fatto registrare una importante presenza di pubblico pensata per parlare alle persone con semplicità e chiarezza, senza retorica. Sono stati presenti accanto al segretario provinciale, Giuseppe Roccuzzo, rappresentanti sindacali, cittadini, militanti, oltre ad Ignazio Giudice, segretario organizzativo della CGIL Sicilia, che ha evidenziato come In Sicilia si stia costruendo una mobilitazione capillare per il referendum dell’8 e 9 giugno, perché i diritti non si delegano, si difendono. Con assemblee nei luoghi di lavoro, e incontri pubblici, vogliamo dare voce, ha evidenziato Giudice, a chi ogni giorno subisce la precarietà e lo svuotamento delle tutele. Il voto è uno strumento di giustizia sociale, e la Sicilia vuole usarlo con coscienza e determinazione” L’iniziativa, coordinata dal comitato referendario provinciale CGIL di Ragusa, intende riaffermare che la politica non è solo quella dei palazzi, ma è fatta anche – e soprattutto – della voce e delle scelte consapevoli dei cittadini. Altri momenti tra cui alcuni musicali hanno animato l’incontro, contribuendo a creare uno spazio conviviale e inclusivo dove il messaggio centrale è chiaro: decidere insieme è possibile, e il referendum è lo strumento per farlo.
L’8 e il 9 giugno 2025 si voterà per cinque referendum abrogativi. Al centro della consultazione: lavoro e cittadinanza. La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili quattro quesiti sul lavoro, sostenuti da oltre 4 milioni di firme, e un quinto quesito in materia di cittadinanza, depositato con 637 mila sottoscrizioni.
I quattro quesiti sul lavoro mirano a:
Ripristinare il reintegro nei licenziamenti illegittimi, cancellando il contratto a tutele crescenti del Jobs Act;
Garantire più equità nelle piccole imprese, eliminando il tetto massimo di indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato;
Contrastare il precariato, reintroducendo l’obbligo di causali per i contratti a termine;
Rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro, rendendo corresponsabili le imprese committenti negli appalti in caso di infortuni.
Il quinto quesito propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale richiesto per ottenere la cittadinanza italiana, allineando la normativa nazionale agli standard europei e favorendo l’integrazione di milioni di persone nate o cresciute in Italia.
Una consultazione referendaria che rimette al centro i diritti e le tutele di lavoratrici, lavoratori e nuovi cittadini, in un momento storico in cui il Paese è chiamato a decidere se voltare pagina su alcune delle norme più discusse degli ultimi anni. “Nel silenzio della politica e di fronte a un astensionismo crescente – ha dichiarato Giuseppe Roccuzzo, segretario provinciale della CGIL Ragusa – rimettere al centro la partecipazione è un dovere. Il voto dell’8 e 9 giugno può restituire dignità a milioni di lavoratrici e lavoratori, può riconoscere diritti fondamentali e rimettere in discussione un sistema troppo spesso piegato alla logica del profitto e dell’esclusione.” A Scicli, così come in tantissime altre piazze italiane è stata l’occasione per affermare che la democrazia vive solo se vissuta. E che votare non è solo un diritto, ma un atto rivoluzionario, pacifico e necessario