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Sanità e anomalie. Bennardo intervista il Presidente della Fondazione Gimbe Cartabellotta

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Il consigliere comunale di Ragusa, Federico Bennardo, nella sua qualità di componente del comitato Domani in salute, ha intervistato il presidente della fondazione Gimbe, il siciliano Nino Cartabellotta. Senza fini di lucro, la fondazione ha lo scopo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca, formazione e informazione scientifica, al fine di migliorare la salute delle persone e di contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico. “Con il dott. Cartabellotta – dice il consigliere Bennardo, tra l’altro medico anche quest’ultimo – abbiamo affrontato una serie di questioni che si ripercuotono sulla salute di tutti noi. Come sempre, le sue risposte sono state non solo esaustive ma anche capaci di fornire ulteriori spunti di riflessione”. A cominciare dal decreto attuativo per la riforma di accesso alla facoltà di Medicina. “Non ritengo sia la strada migliore – ha detto Cartabellotta – perché molte facoltà non sono assolutamente organizzate a poter gestire questo semestre filtro. Quindi, dove si faranno le lezioni? Si resusciterà la Dad? In più non sono previste risorse aggiuntive per il semestre filtro. Quindi, le università dovranno sostanzialmente appoggiarsi sulle risorse già disponibili. E poi quello che è il grande problema, a mio avviso, rappresentato dal fatto che noi oggi registriamo una grande fuga di medici dal Servizio sanitario nazionale. Rischiamo di formare con il denaro pubblico nuovi medici che però andranno a lavorare per il privato o all’estero. Quindi non credo che in questo momento quella prospettata sia una soluzione efficace”. Cartabellotta ha poi parlato delle liste di attesa. “Abbiamo compiuto un monitoraggio – ha detto – sullo status di attuazione dei decreti attuativi del decreto legge concernente le liste d’attesa. Esattamente sei mesi dopo la conversione in legge, risultava pubblicato un solo decreto attuativo. C’è stata una grossissima polemica ma, di fatto, siamo arrivati a inizio aprile e questo ulteriore decreto nuovo non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Significa che i tempi continuano ad allungarsi e, quindi, in sostanza, la polemica che contrastava la nostra denuncia è stata fondata sul nulla”. Cartabellotta si è anche soffermato sull’eccesso di prescrizione soprattutto sul piano della diagnostica che, in parte, è voluto anche dal paziente, ma dall’altro non tutela assolutamente nulla “perché oggi – ha detto il presidente della Gimbe – stanno crescendo anche le azioni legali per l’eccesso di diagnosi che poi portano alla identificazione di patologie che, di fatto, non avrebbero mai determinato problemi al paziente. Parliamo di terapie con effetti collaterali e dell’eccesso di prescrizioni soprattutto dei test diagnostici visto che il medico, oggi, non utilizza più il ragionamento ipotetico deduttivo”. Infine, Cartabellotta ha analizzato quello che viene definito come “il più grande non detto della sanità italiana, a prescindere da che colore politico sia il governo nazionale, e cioè la privatizzazione del Servizio sanitario nazionale. Se tu indebolisci il servizio pubblico e il privato avanza, non sembrano esserci altre strategie per fermare questa tendenza anche perché il bisogno alla salute, che riguarda tutti indistintamente, è un po’ come il pane. E non se ne può fare a meno”.

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