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I negozi di vicinato e la ricetta per cercare di salvare il salvabile

Confcommercio provinciale Ragusa punta a integrare fisico e digitale
Tempo di lettura: 2 minuti

“E’ necessario puntare a una integrazione tra il fisico e il digitale. Dobbiamo, se possibile, sfruttare strumenti come il social commerce, ovvero la vendita di prodotti e servizi direttamente attraverso i social media, la vendita online locale e le piattaforme di prossimità”. Lo sostiene il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, ricollegandosi, tra l’altro, a quanto asserito in proposito, nel contesto di alcune opportune riflessioni, dal presidente nazionale Carlo Sangalli. E tutto ciò alla luce delle crescenti difficoltà con cui i negozi tradizionali si trovano costretti a fare i conti. Soprattutto in questo periodo storico. “Anche se – continua Manenti – i piccoli esercizi devono potere puntare su ciò che l’e-commerce non può offrire: rapporto umano, personalizzazione e servizi di qualità. In altre parole, occorre innovare, ma senza rinunciare all’identità: l’esperienza in negozio, la fiducia e il valore del territorio restano fattori insostituibili”. Confcommercio ha lanciato un nuovo allarme sulla desertificazione commerciale visto che, anche in provincia di Ragusa, sono spariti decine e decine di negozi al dettaglio. “Se continua questa tendenza, unita a quella della soppressione degli sportelli bancari – prosegue Manenti – assisteremo a un inevitabile declino delle città. Il fenomeno, per quanto ci riguarda, deve essere contrastato con urgenza. Abbiamo presentato una progettualità diffusa e siamo disponibili a metterla sul tavolo con le varie amministrazioni comunali locali, ribadendo la funzione sociale dei negozi: vivibilità delle città, presidio contro il degrado, attrattività turistica. Servono progetti di rigenerazione e riqualificazione urbana e in questa direzione procede il progetto Cities di Confcommercio. Noi ci crediamo e puntiamo a coinvolgere la parte viva della società civile in un percorso che ci garantisca quel rilancio positivo che tutti auspichiamo e che non tenga conto degli andamenti altalenanti dell’economia nazionale e internazionale”.

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1 commento su “I negozi di vicinato e la ricetta per cercare di salvare il salvabile”

  1. Tonino Spinello

    Se non ho capito male il sig. Manenti, da un lato promuove la vendita online e dall’altra vuole il rapporto umano tra esercente e cliente.
    Se siete convinti che acquistare tramite social aiuti le piccole aziende, allora preparatevi e organizzatevi che i futuri sindacati saranno ascoltati tramite ChatGPT. In pratica voi sarete fuori da ogni contesto sindacale, sociale e umano. Molti negozi (specie abbigliamento e calzature) sono diventati vetrine ove le persone provano il prodotto e poi lo comprano online su Amazon e company che eludono il fisco. Un commerciante per quanta pazienza ed educazione possa avere, alla fine o asseconda questo fenomeno o si adegua o chiude. Mi sembra che ultimamente voi sindacati siete diventati molto marginali nel contesto commercio-lavoratori. Siete persi e confusi!

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