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Sinistra Italiana contro la proposta di Minardo: “La Sicilia non vuole un futuro di guerra”

Tempo di lettura: 2 minuti

Un’aspra polemica si è accesa in Sicilia dopo le dichiarazioni dell’Onorevole Nino Minardo, membro della Commissione Difesa della Camera, sui fondi di coesione destinati al settore della difesa. La segretaria provinciale di Sinistra Italiana, Marcella Borrometi, ha espresso forte disapprovazione, contestando la visione di sviluppo dell’isola proposta dal deputato.

In una lettera aperta, Borrometi sottolinea il contrasto tra la proposta di Minardo e le istanze emerse durante un recente incontro a Siracusa, dove Sinistra Italiana, insieme al segretario nazionale Nicola Fratoianni e al segretario regionale Pierpaolo Montalto, ha discusso della grave crisi industriale che affligge la Sicilia. L’attenzione è stata posta sulla necessità di un modello di sviluppo alternativo, che non preveda lo sfruttamento del territorio da parte dei grandi colossi industriali.

Borrometi critica l’affermazione di Minardo secondo cui “i fondi di coesione devono ridurre le disuguaglianze”, considerandola un inciso marginale. Per Sinistra Italiana, questo dovrebbe essere l’unico obiettivo di tali fondi, da destinare a un lavoro sicuro, pulito e libero dalle logiche di profitto delle multinazionali.

La segretaria provinciale di Sinistra Italiana si oppone fermamente alla visione di una Sicilia protagonista o spettatrice di un futuro di guerra. “Non è questo ciò che vogliono i cittadini e le cittadine di una Sicilia che rifiuta di essere protagonista o spettatrice di un futuro di guerra”, afferma Borrometi, ribadendo l’impegno del partito a lottare per un’Europa “terra libera, verde, democratica e di pace”.

Le dichiarazioni di Minardo hanno suscitato reazioni contrastanti nel panorama politico siciliano. Il deputato ha difeso la sua posizione, sostenendo la necessità di investire nel settore della difesa per garantire la sicurezza del territorio e creare nuove opportunità di lavoro. La polemica, tuttavia, è destinata a infiammare il dibattito politico locale, con Sinistra Italiana pronta a mobilitarsi contro un modello di sviluppo basato sull’industria bellica.

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10 commenti su “Sinistra Italiana contro la proposta di Minardo: “La Sicilia non vuole un futuro di guerra””

  1. In attesa della cacciata della Schlein, in attesa del ritorno sulla scena della “novità” Prodi, ma soprattutto in attesa dell’avvento di una altro “papa straniero” sperando che sia migliore.

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  2. Nessuno vuole la guerra ma se non pensi ad essa, prima o poi sarà lei ad arrivare alle nostre porte. Non vuoi farti trovare preparata?

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  3. Cacciare la Schlein? Ma se era definita il messia della sinistra. Eppure il sottoscritto lo scriveva che era una inutile. Con Prodi invece tornano “indietro” I pdioti vanno sempre indietro….. 🤦🤦😂😂

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  4. Fabio Borrometi

    Un anno prima che tu nascessi, in quella che allora, a Comiso, era una base militare, furono installati i famigerati missili Cruise con testate nucleari, capaci di scatenare il finimondo in pochi secondi. Nessuno ne fu entusiasta, ma allora eravamo in piena guerra fredda, nel bel mezzo di un teatro dominato da minacce, sfide e corse reciproche al riarmo da parte delle due super potenze di allora, Stati Uniti e Unione Sovietica. Quei missili, a dispetto dei loro “rabbiosi” detrattori e dei “pacifisti della domenica”, svolsero una funzione profondamente efficace nella risoluzione di quel periodo di forte tensione, perché grazie anche alla loro forza deterrente contribuirono a “fare scoppiare la pace”, prova ne sia che a distanza di qualche anno furono smantellati e con essi anche la base militare. Oggi, purtroppo, siamo piombati in un periodo ancora più oscuro di quello di allora, grazie a un despota che ha deciso, dall’oggi al domani, di invadere un paese sovrano portando la guerra vicino casa nostra e grazie anche al presidente di una delle maggiori potenze mondiali che va dicendo, un giorno si e l’altro pure, che vuole prendersi la Groenlandia e va sbandierando in giro tutto il suo odio per l’Europa, al punto da ipotizzare una fuoriuscita degli Stati Uniti dalla Nato. In un clima impazzito come questo nel quale ci siamo venuti a trovare, tutti ci siamo accorti che “il re è nudo”, tranne la sinistra. Nessuno fa i salti di gioia o è compiaciuto per la piega che il mondo sta prendendo, così come nessuno trae ragioni di contentezza per il programma straordinario di riarmo varato dall’Unione Europea, ma negare che questa sia una misura obbligata dagli eventi, resa necessaria dalle nevrosi di pochi, significa solo fare demagogia.
    Che lo si voglia o no l’Italia, che di questa Unione Europea fa parte, dovrà necessariamente fare i suoi investimenti nel campo della difesa, e come gli altri paesi europei potrà fare affidamento sui fondi di coesione che, in questo particolare ed eccezionale frangente, potranno essere utilizzati in campo militare. Si tratta di ingenti risorse che andranno spese comunque, per cui che ben vengano gli sforzi della politica tesi a convogliare queste risorse al sud e in Sicilia. Nessuno anela per il riarmo, ma su questo che è un male necessario tutti, io per primo, facciamo affidamento sulla sua forza deterrente, proprio come è avvenuto quarant’anni fa. Oggi, purtroppo, con grande rammarico e non per colpa nostra, abbiamo dovuto rispolverare quella triste verità secondo la quale, se vuoi la pace devi essere pronto alla guerra.

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  5. alessio civello

    Si vis pacem para bellum… Un ca##o.!!!!
    l’Italia ripudia la Guerra.
    Questa dovrebbe essere la nostra identità, non le fabbriche di bombe che darebbero lavoro a poche centinaia di raccomandati.
    Io non posso sentirmi europeo in questa terra priva di tutto ciò che é NORMALE in altri paesi europei. Siamo sotto la soglia di decenza per strade, ferrovie, burocrazia, giustizia, istruzione, sanità e il problema si risolve con le bombe?
    Maledetti burocrati! Politici infami a partire dal “nostro” minardo dei miei gran co@lioni: che ca##o hai fatto per la tua terra in tanti anni da poltronaro?
    I fondi di coesione vanno a TUTTI i siciliani, create le infrastrutture, finanziate la scuola e sistemate la sanità e poi in un angolo a vergognarvi. Che mondo lascerete ai vostri figli?

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  6. Troppe considerazioni date per scontate.
    La prima è che si parli sempre a nome di tutti. ‘Gli italiani”, “i siciliani”, arrogandosi presuntuosamente deleghe che nessuno ha dato.
    Contiamoli questi siciliani e questi italiani, non credo converrebbe a nessuno conoscere i numeri reali (che già comunque apprendiamo da diversi sondaggi).
    Pertanto, permettetevi di parlare a vostro nome e semmai del vostro partito.

    Si persevera nella narrazione FALSA di un despota che ha invaso, ignorando (volutamente?), tutto il pregresso ed il contesto.
    @Fabio Borrometi, può negare la violazione degli accordi di Minsk? Può negare il colpo di stato del 2014 finanziato ed organizzato ad opera degli americani?
    Può negare gli accordi commerciali legati ai giacimenti di gas per far sloggiare i residenti nelle zone che zelensky ha bombardato uccidendo suoi abitanti?
    Può negare i finanziamenti che gli americani hanno elargito ai media ucraini ed occidentali per portare avanti gli slogan che tanto amate e di cui fate un uso tedioso?
    Può negare la presenza di basi e personale nato in un territorio che avrebbe dovuto essere neutrale?
    Può dimostrare che fine abbiano fatto miliardi ed armi in mano a zelensky?
    Infine, può dimostrare quando, come e da chi sia stato stabilito che vi è una minaccia di attacco o invasione da parte russa?

    Le chiedo, inoltre, come pensa che si sposi a casa nostra la sua visione belligerante con quella degli americani che, inutile a dirlo, da cassibbile in poi, hanno un qualche potere decisionale come dimostrato sempre nelle occasioni degli ultimi decenni?

    Le faccio notare che il periodo oscuro lo dobbiamo a quanti credono ad una narrazione che stravolge la realtà. Parlare di armi per la pace, richiama Orwell.
    Fra l’altro, politicamente parlando, quando degli inetti non raggiungono gli obiettivi prefissati, dovrebbero andarsene a casa, avendo perso, come è accaduto, la fiducia delle persone.
    Come mai questo non accade, anzi, si continua a bere a garganella ed a rilanciare la loro fallimentare visione strategica? Se hanno sbagliato fino ad oggi, si può lasciare il timone in mano ed il potere decisionale a degli incapaci ormai patentati?

    Che lo si voglia o no, giro la sua frase, l’Italia non è necessario che faccia parte dell’unione europea. Contiamo i numeri anche su questo, oppure non conviene fare un tagliando per vedere se questo matrimonio forzato e sanguinoso deve durare ancora molto?

    Perché il fallimento economico, politico, sociale, il ‘piattume’ politico, l’assenza di visione in ogni ambito ritengo siano palesi a chiunque, soprattutto, ai politici stessi, il che aggrava la cosa, perché li rende complici di una linea che va a questo punto solo a sostegno del loro interesse. Questo in realtà è il re nudo.

    Altra affermazione forzata, data per scontata come le altre, è che si tratti di un male necessario. Sarebbe un male necessario se non vi fossero tutte le incongruenze e le menzogne provate.
    Oltre alla forte propaganda, che non sarebbe nemmeno necessaria se vi fosse un reale pericolo, ma le persone non riescono più apercepirlo, ora più che due o tre anni fa, proprio per le menzogne reiterate e venute allo scoperto.

    Gradirei poi sapere se questi 800 miliardi vadano a beneficio dell’economia tedesca, visto che già in tempi non sospetti draghi quantificava casualmente in questa cifra il bisogno per risollevare economicamente l’Europa passando dalla Germania. E sappiamo benissimo come siano i conti dei tedeschi, altro segno evidente del fallimento delle politiche europee. E tralasciamo i nostri di conti, il paese che, dati alla mano, è stato più massacrato dall’entrata in questo folle e pazzoide sogno europeo.

    Poi possiamo parlare della millantata forza deterrente.
    Gradirei sapere come facciate a conoscere che l’attacco russo avverrà solo nel 2030, non domani, non l’anno prossimo. E che abbiamo quindi tutto il tempo necessario per organizzarci, come se fosse un appuntamento.

    Inoltre, ipotizzando l’uscita degli USA dalla nato, potremmo tranquillamente mettere in conto anche la Turchia che, come ben saprà, militarmente non è un attore da poco in Europa, a livello militare. Eliminiamo Spagna e Grecia, che a quanto pare non ne vogliono sapere.
    L’arsenale europeo fa pietà, e come fa ben notare qualcuno, già gli ultimi anni della leva obbligatoria, le percentuali di obiettori erano alte, figurarsi oggi la motivazione che avrebbe una forza militare, senza fra l’altro un ideale che poggi su basi veritiere.

    Ogni affermazione deve partire solo dal punto di vista personale ed eventualmente essere sostenuta da numeri e fatti comprovati, e sganciata da qualsiasi direttiva o linea del proprio partito se presente, altrimenti non è opinione, ma propaganda.

    E la propaganda, non attecchisce più. Figurarsi senza i fatti. Ogni singola frase ormai viene letta e passata al setaccio, e messa in discussione.

    Armatevi e partite per conto vostro con i soldi vostri, come già detto dovevate farlo anni fa anziché credere dal divano di casa, bandierina in mano, che la Russia cadesse in poco tempo e zelensky arrivasse al Cremlino.
    Avete causato danni? Rimediate voi, se credete a ciò che dite, personalmente, non con la collettività come è stato negli ultimi anni con i disastri che abbiamo vissuto ed il tracollo delle famiglie e delle aziende perche qualcuno vede elefanti che volano.

    E basta slogan, sono irritanti tanto ne avete abusato.

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  7. Avrei alcune domande da rivolgere agli opinionisti e ai commentatori ben addentrati nell’argomento, tanti da essere certo che possano dissipare i miei dubbi
    – Dopo lo stamziamento da parte di tutti i paesi europei c.d. ‘Volenterosi”, dell’enorme cifra per gli armamenti, cho dovrebbe farsi custode di questi?
    – Visto che non vi è una forza comune, considerato anche l’aborto, in tempi non sospetti, di un embrione di Forza di Polizia, già denominata “Eulex”, per motivi ideologici di chi adesso auspica un riarmo, come potrebbe nascere un esercito composto da tutti i Paesi EU così, dall’oggi al domani tanto da essere antagonista alla forza russa e questa se davvero avesse nelle mire di invadere l’Europa, ci concederà il tempo necessario al riarmo?
    – Se non si fa in tempo a costituire un esercito comune, come verra distribuita la spesa in armi ovvero, a chi toccherà comprare e custodire le baionette e a chi i missili di ultima generazione cioè quale paese europeo sara in balia di un altro paese europeo per deficit di deterrenza?
    – Considerata la politica di Trump, che da quanto s’intuisce (vedasi Groenlandia), vuol dividere con Puntin (vedasi Ucraina) la loro influenza aggressiva sul pianeta ed entrambi potenze nucleari, detentori di arsenali, come potrebbe l’Europa tenere testa ad entrambi se in 23 anni non è stata capace di darsi una legge obbligatoria oer tutti, che proteggesse la propria divisa monetaria da reati finanziari e ognuno “naviga a vista”, ricordo che in Italia abbiamo avuto l’esempio di Berlusconi che faceva e disfaceva le leggi a suo uso e consumo grazie a un parlamento di sudditi appecoronati alle sue necessità, come potete pensare che lo stamziamento di una così considerevole somma, non attragga mire speculative, atte ad accrescere patrimoni personali sovente illeciti?
    Grazie a chi vorrebbe rispondere

  8. Ottimo Fabio Borrometi concordo .
    Non sono per niente contento di spendere soldi in armi .
    Ma se un delinquente mi vuole aggredire per sottomettermi, io mi devo armare devo poter puntare un fucile contro il delinquente.
    Non vedo l’ora che passino i 4 anni di Trump,
    Sentire che si deve prendere la Groenlandia anche con la forza mi fa venire il volta stomaco .
    Credo che sia arrivato il momento di creare gli stati uniti D’Europa.
    Da parte Putin , da una parte Trump con i suoi dazi, da una parte la Cina con la sua conquista del mondo in silenzio ma inarrestabile , e venuto il momento che l’Europa la culla della civiltà diventi grande , e sia in grado di difendersi da sola , le necessarie leggi unitarie si faranno .
    Diversamente possiamo tornare indietro di 1000 anni .
    Lo vogliamo o siamo disposti a fare corpo unico? con la democrazia come stemma ?

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