
Dopo mesi di relativo silenzio, gli allarmi nella cittadina di Kiryat Shmona del nord d’Israele sono scattati in ora antelucana per il lancio di due missili dal Libano: entrambi intercettati e messi nelle condizioni di non nuocere dai sistemi di difesa israeliani. “Da mesi lavoriamo per convincere i residenti di Kiryat Shmona a tornare. Ora stiamo lavorando per convincere chi è tornato a rimanere”, ha commentato il sindaco, Avichai Stern, dopo l’attacco. Mentre per David Azoulay, primo cittadino di Metula, tra le località più bersagliate in questo anno e mezzo dai colpi dei terroristi libanesi , il governo israeliano deve fare di più: “Deve annunciare oggi l’annullamento della risoluzione 1701 dell’Onu e dichiarare che eliminerà tutte le organizzazioni terroristiche in Libano”. La reazione Idf non si è fatta attendere. L’esercito ha risposto colpendo obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano e nella periferia meridionale di Beirut: Preso di mira il quartiere di Dahiyeh, considerato una delle roccaforti del gruppo sostenuto dall’Iran. In particolare, l’aeronautica ha centrato un edificio usato come deposito di droni dall’Unità 127 dei terroristi libanesi, responsabile degli attacchi con Uav esplosivi e missioni di ricognizione contro lo Stato di Israele. Secondo Idf, l’infrastruttura era situata in un’area densamente abitata. Poco prima del raid aereo la popolazione, come di consueto, era stata invitata ad evacuare l’area per ridurre al minimo il rischio di vittime civili.
Al solito, accesi i toni del ministro della Difesa israeliano Israel Katz che ha ribadito la linea dura del governo: “Se non ci sarà pace nel nord, non ci sarà pace nemmeno a Beirut”. lasciando intendere che l’esercito continuerà a colpire anche in profondità, se si renderà necessario. Da parte sua Hezbollah ha negato qualsiasi coinvolgimento nel lancio dei missili contro il nord d’Israele, sostenendo il cessate il fuoco concordato a novembre. Da Beirut, il primo ministro Nawaf Salam dopo aver condannato l’attacco aereo israeliano, ha chiesto all’esercito nazionale di aprire un’indagine sui lanci di razzi volta a identificare i responsabili.