
Decine di migliaia di visitatori si recano ogni giorno al memoriale del Festival Nova per commemorare i 364 giovani assassinati il 7 ottobre 2023 da Hamas, per condividere un’esperienza sempre più estesa davanti alle foto delle vittime e non più riservata ai soli parenti e amici. Tra i siti gestiti da Keren Kayemeth LeIsrael, il fondo nazionale ebraico. Il Nova risulta il frequentato di Israele. A questo scopo si stanno sono state erogate nuove risorse per ampliare la segnaletica, il parking,i servizi igienici, mentre si sta pensando di realizzare anche spazi didattici e un memoriale. L’idea è di migliorare la fruibilità del sito assicurando di pari passo la dignitosa e rispettosa preservazione della memoria. “Siamo testimoni – conferma il presidente del KKL Ifat Ovadia-Luski – delle decine di migliaia di visitatori commossi che arrivano qui ogni settimana, tra lacrime e abbracci e il bisogno di ricordare. Questo non fa altro che rafforzare e sostenere il nostro impegno». Se il memoriale è diventato il sito principale di “pellegrinaggio” relativo alla tragedia del 7 ottobre, scrive il Times of Israel, è anche perché i kibbutz locali sono stufi dei visitatori stranieri animati solo di curiosità nel vedere e fotografare le case danneggiate o bruciate. Flussi oggigiorno diretti principalmente nell’area dove migliaia di giovani ignari ballavano all’alba del 7 ottobre, per essere poi falcidiati dai terroristi. Muovendosi all’interno di quegli spazi, aggiunge la testata, è possibile “percepire la portata della tragedia consumata quel giorno”.
4 commenti su “Israele. Migliaia di persone visitano il memoriale del Festival Nova”
Falcidiati dai terroristi e dalla direttiva Annibale?
Già, gli israeliani infatti non sono quelli che per la liberazione di un solo soldato hanno liberato 1027 terroristi palestinesi compreso Yahya Sinwar. …Lei e le sue interpretazioni antisemite.
Quindi nega la direttiva Annibale, ossia che abbiano sparato sulla propria gente?
Su quanto scrive, pare normale che debba ricordare ad un giornalista le proporzioni dei prigionieri in mano israeliana da ben prima del 7 ottobre?
Utilizzare il termine antisemita in luogo di antisionista, dopo averlo spiegato dettagliatamente, è alquanto infantile, ed ormai anche tedisoso, una specie di protezione materna da richiamare quando si è senza scudo protettivo.
D’altronde, pur di difendere il sionismo, si arriva a calpestare e rinnegare il cristianesimo arrivando a scrivere articoli con eresie storiche, che gridano rettifica.
Diciamo tranquillamente che l’obiettivo non è mai stato l’obiettività.
Come diceva Aristotele: “So di non sapere”….il resto, forse, lo conosce..
Mentre in Veneto dicono: è sempre meglio avere “un po’ di mona in scarsea”, quello che manca a chi presume di sapere tutto e di avere la verità in tasca.
Si contraddistingue per questo.
Certo, ma l’antisemitismo spesso si sovrappone all’antisionismo, specialmente quando si critica Israele in modi che demonizzano o delegittimano il popolo ebraico.