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Israele. Paese diviso, tra licenziamenti, proteste e combattimenti

Tempo di lettura: 2 minuti

Con Idf  tornato con le scarpe sul terreno di battaglia contro i terroristi palestinesi, con il paese diviso e la decisione di Netanyahu di  dare il benservito a Ronen Bar, diciamo pure, ex capo dello Shin Bet, le prospettive non appaiono rosee. Venuta meno la fiducia nei confronti di Ronen Bar, il premier ha ribadito che il rapporto era giunto al termine. “La fiducia è fondamentale, se viene a mancare crolla tutto. Questo vale per ogni paese democratico, e soprattutto per un paese democratico come il nostro”, ha affermato Netanyahu rivolgendosi ai suoi ministri. Lo ha ribadito dopo il voto unanime espresso dal suo governo che mandava a casa Bar. Ma a metterci lo  zampino, ci ha pensato la Corte suprema israeliana con un’ingiunzione temporanea che di fatto sospende l’effetto della decisione governativa, propensa ad esaminare le petizioni giunte contro il licenziamento del capo dello Shin Bet. Dunque, almeno fino all’8 aprile Bar potrà rimanere in carica. In realtà il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi ha definito l’ordinanza della Corte “nulla”, affermando che non ha alcuna autorità legale per interferire in una decisione governativa”.  Mentre Karhi, ha garantito che Bar farà le valigie prima del 10 aprile,  a cui farà seguito la nomina del nuovo capo dello Shin Bet.
Nel frattempo non accennano a diminuire le proteste della popolazione del capoluogo che continua a manifestare contro le decisioni del governo a cui si sono aggiunte in queste ore  quelle dell’Israel Business Forum, che rappresenta circa 200 aziende, ovvero, la maggioranza per importanza, del paese. Il Forum ha minacciato “di mettere in stallo” l’economia israeliana, se il governo non rispetterà la decisione della Corte suprema. “Se non sarà rispettato l’ordine della Corte, inviteremo l’intera popolazione a smettere di rispettare le decisioni del governo”, si legge in un comunicato. Una presa di posizione che riflette una crescente tensione tra le istituzioni statali e la società civile, in un momento in cui il paese è alle prese con la guerra contro i terroristi palestinesi. Intanto a Gaza, l’Idf  sta guadagnando terreno in risposta al rifiuto di Hamas di liberare gli ostaggi. Il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato alle truppe di intensificare le operazioni. “Finché Hamas rimarrà irremovibile nel suo rifiuto di restituire tutti gli ostaggi vivi e morti , perderà sempre più terra, che sarà annessa a Israele”, ha affermato il ministro.

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2 commenti su “Israele. Paese diviso, tra licenziamenti, proteste e combattimenti”

  1. Tonino Spinello

    Dott. Ruzza, per sintetizzare quello che sta portando avanti Il messianico popolo eletto da Dio glielo propongo con questa dichiarazione fatta di recente dal Prof. Canfora.
    Alla domanda “Gaza assomiglia ad Auschwitz” Lui risponde così:
    “Lei mi sfida a riflettere su una parola molto difficile con una lunga storia usata come uno scendiletto e cioè democrazia. Quindi lasciamo perdere questo termine abusato e mai compreso storicamente. Diciamo una cosa che a mio avviso duole ascoltare ma è vera, il nucleo profondo dei fascismi nelle loro varie forme è il razzismo. Il suprematismo bianco, l’idea di essere un popolo superiore, quello che sta accadendo a Gaza, dove si blocca l’arrivo del cibo per mettere in ginocchio milioni di persone, rassomiglia ad Auschwitz. Punto e basta! Allora è inutile discutere sul tasso di democraticità di pinco pallino”.

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  2. Signor Spinello, l’intellettuale Canfora, uomo di sinistra, aderisce probabilmente all’antisemitismo “di sinistra”, à la Voltaire, che riconosceva diritti agli ebrei come individui, ma si scagliava contro gli ebrei come popolo e religione, ritenendo che libertà e diritti esistono solo negli stati laici. Identificando il popolo ebraico con la religione ebraica, Voltaire sosteneva che non può esistere una nazione dentro una nazione, cioè un popolo religioso all’interno di uno stato laico. Il suprematismo bianco non c’entra nulla con gli ebrei che tra le altre cose non hanno mai fatto proselitismo. Chi fa proselitismo parte dal presupposto che la propria religione sia la migliore. Questo vale piuttosto per i cristiani e i musulmani. Paragonare gli ebrei ai nazisti è idiota. Punto e basta! E chi è stato affamato non è il cittadino di Gaza né il prigioniero palestinese nelle carceri israeliane, bensì innocenti ostaggi israeliani. Inutile discutere sul tasso di democraticità di Canfora.

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