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Covid, 5 anni fa le bare di Bergamo. Oggi giornata in memoria delle vittime

Tempo di lettura: 2 minuti

Cinque anni fa, il 18 marzo 2020, Bergamo divenne il simbolo della tragedia che colpì l’Italia e il mondo intero. Una lunga colonna di camion militari, circa una decina, attraversò la città silenziosa e deserta, trasportando le bare delle vittime del Covid-19. Queste immagini, che fecero il giro del mondo, divennero un simbolo potente della pandemia.

Il numero di decessi era così elevato che i forni crematori locali non erano in grado di far fronte alla situazione. Di conseguenza, i camion si diressero verso altre città italiane che si offrirono di aiutare. I dettagli di quella notte sono stati recentemente chiariti dal Comune di Bergamo: otto camion, con un totale di 73 defunti, partirono dal cimitero, diretti a Bologna, Modena e Varese.

Il 18 marzo è stato designato come Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, un’occasione per ricordare e onorare coloro che hanno perso la vita. Quest’anno, il quinto anniversario sarà commemorato con una serie di eventi a Bergamo.

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5 commenti su “Covid, 5 anni fa le bare di Bergamo. Oggi giornata in memoria delle vittime”

  1. Non mi sembra una lettura onesta di come siano andati realmente i fatti.
    Quando sarà possibile rendere giustizia a chi è stato vittima, a chi ha subìto angherie?

  2. A tutti i negazionisti: V E R G O G N A !!!
    – A cinque anni dal passaggio dei camion militari con le bare dei morti di Covid a Bergamo, martedì 18 marzo ricorre la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus. “Troppo profonde sono le ferite, troppo diffuse sono le lacrime che la pandemia del Covid ha lasciato nelle nostre terre, troppo deprimenti sono le memorie”.
    LE CAMPANE DOVREBBERO SUONARE IN TUTTA ITALIA ED ASSORDARE LE ORECCHIE CHI HA NEGATO IL DRAMMA CHE SI STAVA CONSUMENDO E CHE SI E’ CONSUMATO

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  3. Il virus non è mai stato iad oggi isolato. In Cina collassavano per strada, da noi non è successo. I voli diretti bloccati, ma non quelli con scalo. Ciò che e successo a Bergamo, non è successo da nessun’altra parte d’Italia. Circolare Istat che chiedeva di dichiarare COVID anche senza diagnosi accertata, quindi numeri assolutamente falsati. Mentre dottori nel mondo curavano con successo, e in paesi dove è avvenuto il COVID non esisteva, si dichiarava frettolosamente che non esistevano cure per aprire la strada in via emergenziale ad un siero genico sperimentale, unico modo per spacciarlo insieme al terrore nella popolazione. Protocolli antiscientifici di Tachipirina e vigile attesa. Ventilazione polmonare e midazolam. Vessazione ad unica voce di ivermectina, idrossiclorochina e antinfiammatori per propinare le dosi, dosi che prima valevano 10 anni a buco, poi servivano i richiami. Effetti collaterali e decessi appurati da tutti i sistemi di controllo, Inghilterra, usa etc. Immunità di gregge come obiettivo, quando in paesi dove si e sforato il 90% di copertura, il ‘covid’ esplodeva peggio di prima.
    Contratti secretati via SMS, segreto militare, fialette trasportate a -80 gradi con scorta per fare scena e poi somministrate ‘gratuitamente’ in spiaggia.
    Dottori che hanno arrotondato con tutti gli extra per ogni puntura. Tamponi elaborati a più di 40 cicli con risultati ovviamente falsati. Campagna mediatica contro il diritto di libera scelta, forze dell’ordine spianate, diritti violati, bastava curare.
    Influenza sparita dalle statistiche del primo anno, sostituita stranamente dal covid. Studi scientifici sovvenzionati diramati come pioggia, studi seri indipendenti censurati, così come le voci di medici, vaccinisti che salvavano vite con le cure. Ma per favore. E non parliamo di cosa stiamo vedendo oggi purtroppo.
    C’erano le cure, hanno scelto volutamente di ignorarle.

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  4. Anonimus, lo dica ai parenti delle vittime che hanno fatto causa e ai danneggiati da pozione magica.
    Se si e fermato a tre buchi, è negazionista anche lei, comunque.

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