
L’annuncio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di voler dare il benservito al capo dello Shin Bet, Ronen Bar, sta scatenando forti reazioni politiche in Israele. Il Premier ha motivato la scelta essendo, a suo avviso, venuta meno la fiducia tra lui e Bar, elemento che ritiene indispensabile in un momento così delicato per la sicurezza nazionale. Mentre l’opposizione, accusa il premier di voler rimuovere il capo dello Shin Bet per il suo spirito e carattere indipendente, non soggetto a ingerenza politica. Ronen Bar ha reagito all’annuncio dichiarando che si dimetterà per le sue responsabilità nel fallimento del 7 ottobre 2023, ma non nei tempi imposti dal Netanyahu. «Il confronto tra Netanyahu e Bar ci avvicina a una sorta di guerra civile, in cui viene meno la fiducia del paese verso le organizzazioni di sicurezza», come riportato su Yedioth Ahronoth. Nel frattempo, diverse organizzazioni civili hanno annunciato una grande manifestazione per dopodomani mercoledì 19 marzo a Gerusalemme, con l’obiettivo di disturbare la riunione del consiglio dei ministri in cui sarà votata la rimozione di Bar. Le opposizioni sono sul piede di guerra hanno annunciato battaglia contro il provvedimento e chiedono l’intervento della Corte Suprema, nel tentativo di bloccare l’iter procedurale. Critiche alla decisione di Netanyahu sono arrivate anche dal mondo economico. L’Israel Business Forum, che rappresenta i lavoratori del settore privato di 200 delle più grandi aziende del paese, ha definito la scelta del premier «distruttiva». In un comunicato ufficiale, il forum ha avvertito: «Israele sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia. L’ultima cosa di cui ha bisogno è un conflitto interno, in cui il primo ministro, in un grave conflitto di interessi, licenzia i guardiani dello stato, violando la legge». Mentre la crisi politica interna si infiamma, l’esercito israeliano prosegue le sue operazioni militari su più fronti. Le Idf hanno condotto attacchi con droni nella Striscia di Gaza, colpendo tre terroristi nella zona di Bureij e un altro gruppo a Rafah. Parallelamente, un’operazione aerea ha preso di mira due uomini di Hezbollah nel sud del Libano. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha ribadito la linea dura del governo: “La nostra politica è chiara: tolleranza zero verso qualsiasi violazione. Non permetteremo all’organizzazione terroristica Hezbollah di ripristinare le sue capacità offensive. Ogni terrorista che cercherà di usare violenza alla popolazione civile può considerarsi un uomo morto” ha concluso Katz. Una posizione assolutamente condivisibile. Ai terroristi non va riservato nessun trattamento di favore.