
Prosegue il processo a carico di Mario Chiavola, presidente dell’associazione politico culturale “Ragusa in movimento”, accusato di aver compiuto il cosiddetto “saluto romano” durante una manifestazione pubblica di Casapound Italia. L’udienza di ieri, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Ragusa, ha visto l’imputato, difeso dall’avvocato Michele Savarese, fornire la propria versione dei fatti.
Chiavola è accusato di aver compiuto, insieme ad altri, una manifestazione esteriore tipica di organizzazioni che incitano all’odio razziale, consistita nel “saluto romano” e nella “chiamata del presente”, durante una commemorazione di Sergio Ramelli. L’imputato ha negato ogni intento di odio razziale o omofobo, affermando che la manifestazione era solo un ricordo di un ragazzo di 18 anni aggredito e ucciso nel 1975.
Nel corso del processo, sono stati ascoltati agenti della Digos di Ragusa e Siracusa, il senatore Gianni Battaglia, e sono stati acquisiti video e articoli di stampa sull’evento, oltre alla recente sentenza di condanna di un altro partecipante. Tutti i testimoni hanno confermato la presenza e il ruolo di Chiavola nel rito del “presente” e del “saluto romano”.
L’udienza è stata aggiornata al 12 giugno, quando saranno sentiti quattro testi della difesa, tra cui i coordinatori di Casapound Italia a livello locale e nazionale, oltre allo storico Giuseppe Luigi Parlato.
L’inchiesta è partita dalla denuncia dell’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia (Anpi), che si è costituita parte civile. Due mesi fa, un altro partecipante alla stessa manifestazione è stato condannato per gli stessi fatti.
1 commento su “Ragusa, processo per “saluto romano”: Chiavola nega odio razziale, udienza aggiornata”
povero Chiavola, si sentiva legittimato a salutare romanamente, tanto…uno più uno meno.
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