
Gent.le Redazione, invio questa mia nota con la cortesia di pubblicazione.
Cari concittadini,
mi rivolgo a voi con profondo rispetto e gratitudine per il sostegno e la fiducia che mi avete sempre dimostrato. È con grande senso di responsabilità che sento il dovere di condividere con voi gli ultimi sviluppi della mia esperienza amministrativa, affinché possiate conoscere la verità su quanto accaduto.
Ho iniziato il mio percorso politico con la sindacatura di Ignazio Abbate, il quale, sin dall’inizio, mi ha coinvolto nella squadra amministrativa, affidandomi il ruolo di assessore. Ho ricoperto questo incarico con dedizione, responsabilità e massimo impegno per il bene della nostra Modica.
Durante l’attuale legislatura, grazie alla vostra fiducia, sono stato eletto consigliere comunale con quasi 600 voti. In seguito, la sindaca Maria Monisteri mi ha chiesto di rassegnare le dimissioni dal consiglio per assumere il ruolo di assessore e di vice sindaco, con la promessa di un percorso amministrativo basato sulla lealtà e la collaborazione. Ho accettato questa condizione in buona fede, mettendo davanti il rapporto umano e la volontà di lavorare per il bene comune.
Ho svolto il mio ruolo con coscienza, trasparenza e passione, convinto che solo attraverso il lavoro e la dedizione si possa costruire un futuro migliore per la nostra città. Tuttavia, la sindaca, su consiglio di alcuni suoi mentori, ha ritenuto opportuno escludermi dalla giunta, motivando la sua decisione con ragioni prive di fondamento. Secondo loro, il mio ruolo era diventato “ingombrante” e la mia presenza da troppo tempo consolidata. Senza alcun tentennamento, ha deciso di rimuovermi dall’incarico, senza alcun riguardo per la fiducia e l’impegno che avevo riposto nel progetto amministrativo.
Mi chiedo: è questa la giusta ricompensa per chi ha servito con lealtà e serietà? È accettabile un metodo di gestione basato su epurazioni dettate da meri calcoli politici piuttosto che sul merito e sulla dedizione al lavoro? Io credo di no. Credo fermamente che l’unico vero giudice debba essere il popolo, gli elettori, coloro che con il loro voto hanno espresso la loro fiducia in un progetto.
Non accetto che chi ha fallito nel governare cerchi di nascondere le proprie manchevolezze riversando le proprie responsabilità su altri. Non accetto che chi ha dimostrato incapacità politica si sottragga al giudizio dei cittadini rifugiandosi dietro scuse e false giustificazioni. Se davvero la sindaca crede nella sua amministrazione, abbia il coraggio di restituire la parola ai cittadini, si sottoponga al loro giudizio e accetti con umiltà il responso delle urne.
A voi, cari concittadini, ribadisco il mio impegno e la mia dedizione. Continuerò a lottare per i valori in cui credo e per il bene di Modica, con la determinazione che mi ha sempre contraddistinto. Non permetterò che decisioni ingiuste e poco trasparenti compromettano il futuro della nostra città.
Con stima e gratitudine,
Giorgio Belluardo, già vice sindaco di Modica