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Tavolo tecnico per l’accesso al credito ed il costo del denaro

Tempo di lettura: 2 minuti

Spostare l’attenzione sul mondo imprenditoriale ed artigianale. È questo l’obiettivo dell’audizione richiesta dall’onorevole Ignazio Abbate al Presidente della II Commissione Bilancio, On.Dario Daidone al quale sono stati invitati gli assessori all’Economia e alle Attività produttive, il presidente di CNA Sicilia, il segretario di CNA Sicilia, il direttore generale del consorzio fidi Uni.Co, cooperativa fidi, il dirigente generale ed il Direttore della Crias, il presidente di ABI Sicilia. L’audizione si terrà il prossimo 4 marzo.
“Il comparto – dichiara l’onorevole Abbate – sta vivendo un momento di crisi dovuta da una parte all’aumento del costo del lavoro e dall’altra all’aumento del costo del denaro e della possibilità di avere a disposizione in tempi celeri le risorse necessarie per l’acquisto di scorte e per l’ammodernamento e il potenziamento delle aziende. Ho chiesto da componente della commissione bilancio al collega Presidente Daidone, che ringrazio sempre per l’attenzione e l’interessamento, un incontro facendo anche seguito a quelli avuti nelle varie realtà locali. Come già fatto con altri comparti economici, la politica ha l’obbligo di ascoltare e venire incontro ai bisogni del tessuto economico regionale condividendo future riforme delle normative che regolano i Confidi e i rapporti fra il mondo delle banche, il mondo delle imprese e quello della regione pensando ad una strategia comune per un utilizzo ottimale dei fondi strutturali messi a disposizione dalla Comunità Europea oltre a quelli regionali. In un momento in cui la presenza dell’industria in Sicilia è in forte diminuzione, è necessario supportare e far crescere il mondo artigianale per sopperire alla scomparsa di tanti insediamenti industriali “.

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5 commenti su “Tavolo tecnico per l’accesso al credito ed il costo del denaro”

  1. A proposito del costo del denaro, leggevo un’interessante riflessione sull’uso del contante e l’utilizzo di sistemi digitali di pagamento.

    Se pago un bene con una banconota da €50, questa viene incassata, spesa nuovamente, gira e rigira ed il suo valore e sempre €50.

    Se spendo €50 con sistemi di pagamento digitali, ogni volta che effettuo una transazione, la banca si trattiene un importo di commissione.

    Dopo diverse transazioni, quei €50 non varranno più quell’importo, ma saranno scese di valore tanto quanto il valore delle commissioni rapportato al numero di transizioni.

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  2. La riflessione che leggeva è solo fuffa. Qualcuno vieta di usare il contanti? Lei lo sa che chi usa la carta ha addebitato la transazione il 15 del mese successivo (media 30 giorni di valuta) e questo ha un costo a carico dell’esercente, chi paga con la carta non ci rimette niente e guadagna in valuta.

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  3. La Cna attraverso il suo consorzio fidi vuoi o non vuoi è inciuciata con le banche. In amore e in guerra! Ora pensare che i lupi si trasformano in agnelli….
    Oltretutto dobbiamo fare affidamento ai fondi dell’Europa che ci da come beneficenza ma sono una piccolissima parte dei soldi che diamo a loro ogni anno. Gli stessi soldi che rivogliono indietro con gli interessi. Interessi che decidono loro di alzarli secondo gli affari o gli scopi da portare avanti.
    La politica che vi accompagna, vi può fare ottenere una piccola carezza da qualche santone o darvi l’onore di potere parlare con qualcuno seduto nei bassifondi dell’Olimpo, e poi alla fine si va via contenti di avere ottenuto qualcosa.
    E comunque non dovevamo finire a fare pellegrinaggio in una cattedrale bancaria per ricevere il miracolo.

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  4. Ugo ricotta, se fosse attento alla lettura, ilavrebbe compreso che una banconota vale per quello che c’è scritto, un pagamento in contanti vale meno perché qualcuno, chiunque sia, qualcosa ci guadagna (le banche?)

  5. Lei stia attento a scrivere si rilegga i due suoi commenti dove il secondo non sta ne in cielo né in terra ed il primo confermo che è fuffa.
    La valuta nel pagamento con carta ha un valore in punti d’interesse e lo paga l’esercente.

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