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L’Etna, con la sua millenaria saggezza, sta mettendo a dura prova il sistema aeroportuale siciliano. Le recenti eruzioni hanno causato numerosi disagi ai passeggeri, evidenziando l’inadeguatezza nella gestione delle emergenze.
Le testimonianze raccolte dal Comitato a Difesa e Sviluppo dell’aeroporto degli Iblei sono allarmanti. Una passeggera in volo da Roma racconta: “Ci hanno fatto aspettare a lungo a Roma, poi ci hanno detto che avremmo atterrato a Comiso, ma durante il volo ci hanno dirottato a Palermo. Da lì è nato il caos con autobus affollati e disagi”.
L’Etna, con la sua “protesta”, sta facendo emergere la fragilità di un sistema aeroportuale che soffre la mancanza di un piano alternativo. L’aeroporto di Catania, situato in una posizione geografica vulnerabile, necessita di un supporto adeguato da parte di altri aeroporti, come quello di Comiso.
La domanda che sorge spontanea è: chi si fa carico dei disagi dei passeggeri, siano essi turisti, cittadini o persone che viaggiano per cure mediche? Chi risarcisce i danni economici causati alle attività commerciali coinvolte nella gestione aeroportuale?
La situazione è critica e richiede risposte immediate, risolutive e urgenti. L’Etna, in questi giorni, ci sta suggerendo che è tempo di agire.
1 commento su “Caos aerei in Sicilia: l’Etna fa “saltare” il sistema e rivela l’assenza di un piano alternativo”
L’Etna rivela quanto sudditi sono i siciliani: nonostante la presenza di un aeroporto a 85 km (Comiso) distante da Fontanarossa, viene disposto l’atterraggio dei voli e la loro partenza a 248 km ovvero a Punta Raisi-Palermo e financo a 300 km ovvero a Trapani Birgi. Non entro nelle beghe, ma di sicuro il popolo siciliano è acefalo.