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Stalking sulla convivente. Modicano condannato a due anni

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Un modicano di 28 anni, residente Scicli, è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione ed al pagamento di una provvisionale pari a 7.500 euro in favore della parte offesa dal giudice per l’udienza reliminare, Gaetano Dimartino, per maltrattamenti e stalking ai danni della convivente ragusana di 25 anni, con l’aggravante di aver commesso i fatti davanti alla figlia minore che all’epoca aveva solo 4 anni. L’imputato, difeso dall’avvocato Enrico Maria Belgiorno, è stato assolto dal reato di violenza sessuale. Per questo reato è sotto processo un albanese di 27 anni. Vittima, nei pressi di villa Margherita, una sedicenne tunisina residente a Ragusa. I lavori sono stati aggiornati al 7 febbraio.
Il processo ai danni del modicano trae origine dalla denuncia presentata a dicembre del 2023 dalla ragusana, presso gli uffici della Squadra Mobile della Questura. A seguito delle indagini è emerso che l’imputato dal mese di marzo del 2023 ha sottoposto la convivente a continue vessazioni aggredendola fisicamente e verbalmente, addirittura minacciandola di darle fuoco e di tagliarle la testa davanti alla bambina. Per tale motivo il pm Silvia Giarrizzo ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare che imponeva all’indagato di non avvicinarsi alla persona offesa ed ai luoghi dalla stessa frequentati. La tesi dell’accusa è stata accolta dal Gup che ha condannato il modicano.
La donna si è costituita parte civile con l’avvocato Michele Savarese. “E’ stata grazie alla presenza della figlia minore – afferma l’avvocato Savarese -, che la mia assistita ha trovato la forza di denunciare alle forze dell’ordine le violenze subite. Il fenomeno dei maltrattamenti in famiglia, continua il legale, è purtroppo un reato molto diffuso, per tale motivo il legislatore con la legge 69 del 2019, cosidetto Codice Rosso, ha rafforzato la tutela nei confronti delle vittime con l’ introduzione, tra l’altro, della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, in modo da permettere al giudice di garantire il rispetto della misura coercitiva anche attraverso procedure di controllo mediante il braccialetto elettronico”. Il risarcimento dei danni subiti sarà deciso dal Giudice civile. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.

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