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Unitre Modica. Rievocato il terremoto del 1693

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“Giovedì dell’Unitre”: nuovo incontro a Modica per parlare del catastrofico terremoto che, nel Gennaio del 1693, ha colpito la Sicilia Orientale e soprattutto il Val di Noto. Tema dell’incontro “11 Gennaio 1693, Modica ed il terremoto: morte e rinascita della Città. All’intervento introduttivo del Presidente Enzo Cavallo e seguita una relazione del Vicepresidente dell’Associazione Ignazio Pagano Mariano, già ingegnere capo del Genio Civile di Ragusa, che si è soffermato sui terremoti in generale parlando dei movimenti all’interno della terra, delle rotture delle masse rocciose, dell’assestamento delle faglie e degli assestamenti, dei maremoti, degli tsunami e delle conseguenze che ne possono derivare, ed ha fatto cenno alla situazione sismica in Sicilia con particolare riferimento all’area iblea. E’ poi intervenuta la professoressa Marcella Burderi che ha dato lettura ad una serie di brani dialettali coi quali sono stati elencati i centri colpiti dal terremoto e tutto ciò che è stato detto sul grande terremoto considerato come castigo per i peccati dell’umanità. E proseguendo ha fatto riferimento a ciò che aveva fatto prevedere il sisma (la cui gravità è stata attestata dalla sua anomala durata): il caldo fuori tempo; l’abbaiare ed i lamenti irreali dei cani, il canto prolungato dei galli, ecc. Ha quindi concluso recitando con particolare bravura, una poesia riferita all’intervento della Madre di Gesù che, con le lacrime, riuscì a bloccare la mano del figlio deciso a punire gli uomini peccatori.
E’ quindi intervenuto il prof. Uccio Barone che ha parlato del terremoto come primo evento sismico dell’età moderna di cui si hanno dati. Riferendosi alle conseguenze dell’evento ha parlato della distruzione di tutti i centri della Sicilia Orientale con non meno di sessantamila morti di cui dodicimila a Catania, quattromilacinquesessanta a Ragusa e tremilacinquecento a Modica. Ha fatto poi riferimento ad alcune testimonianze riguardanti la Città della Contea, alla fuga dei sopravissuti verso Modica Alta, alla celebrazione e benedizione organizzata nella Chiesa di San Giovanni con la benedizione della intera Città, al problema delle sepolture impedite dai superstiti, alla bruciatura dei cadaveri con la pece, ai problemi legati alla mancanza di frumento e di acqua, al ruolo della farmacia d’urgenza, ecc. Altri aspetti sottolineati hanno riguardato la diatriba fra le Chiese di San Giorgio e di San Pietro, il fallimento del tentativo di realizzare una unica Chiesa dedicata ai due santi, i problemi legati alla ricostruzione della Città che, dopo la ipotesi di realizzarla in una zona pianeggiante, è stata realizzata nel sito dove era nata grazie alla straordinaria dedizione ed intraprendenza degli abitanti sopravvissuti ed alla generosa collaborazione dei tantissimi volontari provenienti da tutto la Sicilia.
L’incontro è stato particolarmente apprezzato dai numerosi partecipanti anche per il fatto che sul disastroso terremoto poco, o niente, viene fatto a Modica: Città che ha subito perdite e danni enormi.

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