“Ci si preoccupa della pagliuzza senza guardare le travi che sono sotto gli occhi di tutti”. Così il consigliere comunale dei Cinque Stelle Ragusa, Sergio Firrincieli, facendo riferimento all’intervento di Italia Viva finalizzato a ridare decoro agli scavi archeologici di Ragusa Ibla. Dopo la presentazione di una petizione con quattromila firme di cittadini che sollecitavano risposte in tale direzione, è stato convocato, dalla Soprintendenza un tavolo con il Comune di Ragusa e il promotore dell’iniziativa. “Da ritenere senz’altro lodevole – continua Firrincieli – anche se ci stupisce la solerzia della Soprintendenza nel convocare un incontro e la immediata definizione di un protocollo fra i due enti per raggiungere l’obiettivo richiesto. Si dà notizia che, dopo un sopralluogo nel sito, si verificheranno le altre opere da portare avanti, opere che saranno realizzate dal Comune, su autorizzazione della Soprintendenza a operare nell’area di proprietà dell’ente. Il tutto per permettere ai ragusani e ai turisti di poter fruire agevolmente e in via definitiva del piccolo bacino archeologico, così come auspicato dai firmatari della petizione”.
Aggiunge Firrincieli: “Nulla da eccepire, ma alcune riflessioni sono inevitabili: come mai un rappresentante di un partito e quattromila firmatari di una petizione, come mai, soprattutto, il rappresentante del Comune, nella fattispecie l’assessore ai Centri storici, come mai i vertici della Soprintendenza, sono così solerti per questa iniziativa, mentre restano assolutamente dimentichi e senza fornire risposte circa le condizioni critiche del Museo archeologico di via Natalelli, come ha messo di recente in rilievo la nostra deputata regionale Stefania Campo, per non parlare della scandalosa realtà dei lavori eternamente bloccati a Ibla, al convento di Jesu, per l’apertura del secondo Museo archeologico della città? Ci aspetteremmo che quantomeno l’assessore si facesse parte attiva per stigmatizzare l’atteggiamento silente della Soprintendenza di fronte alle due gravi emergenze. Quindi, perché due pesi e due misure?”.