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Spagna. Mozione di sfiducia contro Sanchez. Verso elezioni 2025?

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Pedro Sánchez sta affrontando una situazione politica molto complessa in Spagna. Con lo slogan “La democrazia è in pericolo”, si posiziona come il difensore delle libertà democratiche contro l’idea di una democrazia illiberale promossa da leader del PP come Ayuso e Vox che a loro volta propongono modifiche alle leggi sull’aborto, l’eutanasia e il matrimonio egualitario. L’opportunista Puigdemont, approfittando dell’offensiva mediatica e giudiziaria contro Sánchez a seguito del caso Koldo e di sua moglie Begoña Gómez, avrebbe fatto pressioni su Sánchez affinché venisse sottoposto a una mozione di fiducia al Congresso. Nel caso venisse presentata, il consenso tra PP e Junts non sarebbe escluso, poiché entrambi i partiti risultano prestanome degli interessi dell’establishment economico dello Stato spagnolo. Dopo l’investitura di Illa a presidente con i voti di ERC, l’ostracismo di Junts sulla mappa politica catalana e l’imminenza del Congresso di Junts che si terrà a ottobre, Puigdemont starebbe valutando l’anticipazione degli eventi. Allo stesso modo Sanchez , userà lo slogan della “difesa dello stato sociale” contro il “paradiso neoliberista di Ayuso” difeso da PP e Vox  che difendono la privatizzazione della sanità, dell’istruzione e delle pensioni, nonché la riduzione dell’SMI, i sussidi di disoccupazione, pensione e vedovanza. Insomma, Pedro Sánchez, ancora una volta spinto dalla Sindrome di Ponzio, avrebbe accettato la sfida di essere l’ultimo muro di contenimento di fronte allo tsunami di destra che sta arrivando sotto lo slogan “Non passeranno”. La mozione di fiducia comporta generalmente le dimissioni del presidente e la convocazione di elezioni generali e data l’impossibilità di Sánchez di approvare nuovi bilanci e l’assedio mediatico e giudiziario a cui sono sottoposti il suo governo e la sua famiglia, Pedro Sánchez potrebbe considerare l’attuale legislatura neutralizzata, e con un colpo di mano, annunciare le elezioni generali per la prossima primavera. Così, Pedro Sánchez seguirebbe le orme del portoghese, Antonio Costa, che dopo aver perso il sostegno dei gruppi di sinistra per l’approvazione del Bilancio, ha scelto di indire elezioni anticipate in cui ha ottenuto una maggioranza assoluta che gli sta permettendo di governare da solo. Sánchez spera che la cosa possa ripetersi  anche per lui e ottenere risultati che gli permettano di formare un governo da solo dopo aver inghiottito i resti del naufragio di Sumar (in riferimento al fallimento della coalizione politica spagnola guidata da Yolanda Díaz Sumar, nato come movimento politico di sinistra) contando anche sul sostegno esterno dei gruppi nazionalisti periferici, accettando la sfida di essere l’ultimo muro di contenimento di fronte allo tsunami di destra che sta arrivando sotto lo slogan “Non passeranno”.

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