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Profili di tempo e d’anima: la poesia che vive la fede…di Maurizio Soldini

“Pisana mostra il coraggio – scrive Soldini - di non nascondere il proprio credo e la propria fede, pur andando controcorrente rispetto al mainstream laicista”
Tempo di lettura: 2 minuti

Domenico Pisana, teologo morale, professore, pedagogo e giornalista, oltre che per la notevole produzione di libri accademici e divulgativi nel campo professionale d’appartenenza, è conosciuto a livello nazionale e internazionale anche per i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti per la laboriosa e indefessa attività di organizzatore culturale – dacché da molti anni è presidente del “Caffè Letterario Salvatore Quasimodo” di Modica – e soprattutto per la pluriennale attività di critico letterario militante – se solo si pensi ai suoi numerosi interventi su poeti come Clemente Rebora e Salvatore Quasimodo, così come su altre decine e decine di altri poeti contemporanei – nonché, in primis, l’attività di poeta in proprio, avendo pubblicato numerosi libri di poesia.
Se è vero, come è vero, che Domenico Pisana è un intellettuale poliedrico, gli va riconosciuta una coerenza di fondo del suo lavoro in quanto in tutti i suoi scritti vi è un filo rosso proprio di quel background intellettuale e valoriale caratteristico della cultura personalista cattolica.
E, nella fattispecie, va subito detto che gli si deve riconoscere, a lui come a pochi altri poeti, il coraggio di non nascondere il proprio credo e la propria fede, pur andando controcorrente rispetto al mainstream laicista, e sottolineo laicista, e non laico – e Pisana è un laico -, quella corrente predominante, dicevo, che tende a mettere all’angolo e a emarginare una poesia che sia in qualche modo anche confessionale.
Nella raccolta di poesie da poco uscita, Profili di tempo e d’anima, Pisana ci mostra con afflato lirico il volto nuovo di un’esistenza che, a un certo punto della vita, vede i suoi vissuti messi alla prova da situazioni emergenti dalla fragilità, dalle debolezze e dalla caducità dell’uomo, come le affezioni del corpo-che-siamo, la malattia, con versi che inducono alla meditazione sul tempo che fugge e sulle fragilità corporali che hanno riflessi sull’interiorità provocando la sofferenza e il dolore di tutta la persona e dunque non solo sofferenza e dolore fisici ma anche psicologici e spirituali. Dolore e sofferenza della persona scaturiti anche da contingenze come quella della recente pandemia, oppure da eventi a livello sociale e politico, che fanno lanciare al poeta un grido acuto condensato nella più alta poesia civile.
E le ripercussioni della sofferenza si fanno sentire sulla spiritualità, se non fosse che solo attraverso la fede e la speranza in Dio la libertà affievolita di un uomo, in tale caso anche poeta, possa trovare il riscatto e la forza tramite la parola che lo conduce per mano sui sentieri del sacro. Dove ha la sua caratura l’attesa nelle more della speranza. La meditazione malinconica si ripiega sul tempo trascorso e l’abbattimento del presente cerca lumi per il soprassalto nel futuro.
La speranza e l’affidamento a Dio, con la poesia che si fa preghiera, in attesa, con la frequente invocazione diretta attraverso quel “Tu”, che mette in comunione confidenziale l’anima del poeta con quel Tu-Dio, funge da fine più che mezzo per non cadere nel nulla della disperazione. E perché ci sia il tempo di una reviviscenza delle gioie passate che non immalinconiscano. Il momento del vissuto della malattia fisica è come una prova e il rimando a Giobbe è automatico.
Vi è comunque comprensione dell’uomo e del poeta per il sacro (anche se il poeta dirà alla fine di non comprendere l’inspiegabile), al cospetto di Dio, e nell’affidamento a Lui, perché Lui lo sostenga nella/colla speranza. Il poeta scrive pregando. L’uomo si affida al Tu che è l’unica dimensione salvifica e rappresenta il vero senso da dare alla vita, che il poeta connota con impatto spirituale, nella misura in cui con la sua arte esalta quello stesso senso con una poetica e una poesia performative e con ferri del mestiere, che accrescono il senso dell’esistenza stessa attraverso la dimensione estetica nutrita del bello dell’Essere.
Ma c’è anche la bellezza dell’esistenza colta non soltanto a livello metafisico, bensì anche nella concretezza degli affetti, negli sguardi verso i figli e i nipoti, ma anche nella fruizione del bello naturale presente nel paesaggio, come la possibilità di continuare a potersi esprimere poeticamente e tutto questo è grazia di Dio e rincuora. E questo, tutto questo, è un mistero, che alla fine si mostra incomprensibile e inspiegabile per il poeta, ma che tuttavia spinge a fare quel che per il poeta è possibile fare: amare e sperare… e attendere.
Dice, infatti, il poeta, in conclusione:

Silenziosa è la sera
e le stelle ghirigori della notte;
anche la vita già s’acquieta
e ora la mia anima cerca l’aurora.
Squarcia la mente mia Ares,
come ingiustizia sulla croce
che risuona dentro verità offese;
e agita le voci e le divide,
ignominioso salvifico
necessario mistero.
Ma a me inspiegabile,
non comprensibile;
e amo e spero.

Maurizio Soldini

_________________________

Maurizio Soldini, critico letterario , scrittore e autore di numerose pubblicazioni, docente di Bioetica che svolge l’attività di clinico medico presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

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© Riproduzione riservata

7 commenti su “Profili di tempo e d’anima: la poesia che vive la fede…di Maurizio Soldini”

  1. Complimenti allo scrittore e poeta Maurizio Soldini per il bellissimo, puntuale e completo articolo sul pensiero e sulla vita letteraria del Professore Domenico Pisana.
    Cecilia Minisci

  2. Orazio ispettore privato

    Anche l ‘ uomo comune , che non ha approfondito gli studi letterari o che non ha avuto la fortuna di poter disporre di un linguaggio poetico forbito e ancora di poter pubblicare i suoi scritti con libri 📚 di sicuro successo, , avrà i suoi momenti particolari di riflessione e contemplazione, dopo particolari esperienze che lo interrogano sul senso della vita e lo spingono a cercare delle solide certezze . Sorprendente come comunemente si elevano nell ‘Everest di esperienze uniche , sopraffine eeccezionalmente rare e esemplari , soltanto quelle di persone di successo dotate di profonda cultura e grande talento nei vari campi , mentre i rimanenti uomini sono relegati al rango anonimo dei componenti della massa . Ma anche un ispettore privato è un uomo . La vita nella società ricalca la vita scolastica formale e istituzionale, dove si selezionano e si premiano i migliori da distinguere dalla massa , dove l ‘atto del distinguerli trova più importanza in se da quello di porli ad esempio pedagogico, Non meraviglia che il successo e il riconoscimento sociale siano utili e ricchi di significato pedagogico , ma che ci sia una grande e eccessiva distinzione tra l ‘uomo di successo e della massa . Ciò non dovrebbe essere possibile se si considera l ‘umanità come essenza comune a tutti . Vivere l ‘umanità nella dimensione poetica o filosofica o musicale o teologica , come è ovvio ma bisogna ribadirlo, dimensioni senza limite e compenetrandosi a vicenda , è prerogativa di tutti gli uomini e deve esserlo , aiuta a comprendere il senso del passaggio, del vivere nel tempo e a tempo , dove anche gli affetti più cari sembrano destinati a dissolversi . Dunque non occorrono da un lato processi inconsapevoli di deificazione degli aristoi e accettazione compiaciuta dall ‘altro , ma sforzo grande e sincero e politico di ausiliare l ‘umanità a vivere la propria umanità in tutte le dimensioni

  3. Caro Orazio ispettore privato, lo trovo sempre nei post più inappropriati, etcii!!! Etcii! Lei che ha mostrato tanta competenza nelle sue indagini , presume commentare la recensione di un libro che non ha letto , come poteva comprarlo del resto , visto le tasse che le stanno arrivando e che le arriveranno, dovrebbe pensare ai fatti propri. E se avrebbe più sensibilità poetica comprenderebbe le scelte preferenziali di certuni che lei reputa porci, ma che con trasporto esprimono i loro apprezzamenti. Anche la teoria gender fa parte dell ‘ umanità! Avrà un senso . E lei non si metta in mostra ! Le ricordo che il codice penale prevede abuso se meno di 14 anni , si evolva e si informi e non si faccia più vedere nella via , se no lo caccero’ a colpi di tosse

  4. Orazio ispettore privato, che cosa ti sei fumato? Il cervello? Ti sei travestito persino da operaio , per domandarmi di tutti quei fili ? Ma vai a quel paese !!!…. e restaci !!!

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