Mille giorni di guerra in Ucraina. Sale il senso della sfiducia per le tante volte in cui si è giunti ad esclamare la parola “pace” ma poi si è tornati in trincea a sparare e a fare vittime. Una piccola stella nel firmamento degli aiuti per chi lotta tutti i giorni al fine di difendere la propria Patria arriva, però, dalla provincia di Ragusa. Un gruppo assai cospicuo di uomini e donne ucraini che, da anni, si sono stabiliti in provincia di Ragusa e che hanno deciso di non fare più azioni sporadiche ma di unirsi sotto l’insegna dell’associazionismo e di creare un gruppo solido di persone che possa interagire con la madre Patria.
La guerra è diabolica anche perché vuole uccidere la fiducia nell’umanità, rischia di distruggere la fiducia in tutte le strutture internazionali, in tutte le unioni dei Paesi, perché i risultati è come se non ci fossero. La testimonianza dei volontari crea un contrasto mostrando che c’è cuore, c’è attenzione, c’è preoccupazione, c’è umanità.
“Siamo partiti da piccole iniziative per far conoscere la nostra terra – dicono alcuni ucraini incontrati di recente – prima ancora che cominciasse la guerra. Poi questa guerra assurda che ha fatto e continua a fare tantissime vittime, giovani che desiderano un futuro migliore, padri di famiglia il cui unico obiettivo era quello di vedere crescere i propri figli, uccisi nel nome della prepotenza e dell’orrore. Davvero tutto molto brutto!”
Tantissime iniziative, dunque, nel segno della solidarietà e che ha trovato terreno fertile all’interno della comunità iblea. Molti gli aiuti forniti a persone ucraine che si trovano a Modica, come a Ragusa, come a Pozzallo. Ma adesso bisogna alzare l’asticella. “A giorni avremo una nostra associazione che avrà sede a Modica – dicono ancora dal direttivo – Sono già giunti diversi consigli su cosa fare e come muoversi. Altre persone incontreremo nelle prossime settimane e, per il 2025, diverse saranno le operazioni per far arrivare aiuti umanitari a chi è in guerra e alle popolazioni che sono vittime di questa guerra. C’è ancora molto da fare per aiutare i civili a sopravvivere nei prossimi mesi, mentre le strutture energetiche e le altre strutture civili continuano a essere colpite. Molti cittadini sono sfollati e riescono a conciliare le difficoltà personali con l’impegno ad aiutare gli altri. Sono colpiti da ansia, depressione e traumi secondari, eppure rimangono resistenti, coraggiosi e impegnati. Nessuno dei progressi compiuti sarebbe possibile senza il generoso sostegno dei donatori pubblici e privati. Ed è quello che noi vogliamo fare in provincia di Ragusa e spero che questo messaggio arrivi anche alle altre province siciliane dove vivono e lavorano molti ucraini. In Italia si dice che l’unione fa la forza, ebbene anche noi vorremmo dare il nostro piccolo aiuto a chi soffre. Chiediamo un aiuto importante a tutti perché la guerra non è ancora finita”.
- 17 Novembre 2024 -