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Il consiglio comunale discuterà del destino finanziario dell’ente

Pozzallo. La civica assise chiamata ad un dibattito delicatissimo
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Mercoledì prossimo,  23 ottobre, alle ore 18, si decide sul destino economico del Comune di Pozzallo. Il presidente della Civica Assise, Quintilia Celestri, ha difatti convocato il Consiglio con un solo, importante e alquanto decisivo per il futuro, punto all’ordine del giorno: la dichiarazione del dissesto finanziario, ai sensi del decreto legislativo in materia. Il Consiglio comunale segue l’avvio della procedura dello stato di dissesto del 30 luglio scorso, per un importo che è superiore ai 40 milioni di euro (40 milioni e 731 mila euro, per l’esattezza).
La delibera 179/2023 controfirmata dalla sezione regionale della Corte dei Conti ha evidenziato come la scarsa capacità di riscuotere i debiti, i debiti fuori bilancio e i tantissimi contenziosi che ha in cantina l’Ente Pozzallese, abbiano fatto naufragare la nave capitanata dal sindaco Roberto Ammatuna. Debiti cerchiati in rosso dalla Corte dei Conti che, più volte, ha ammonito l’amministrazione comunale pozzallese di non spendere oltre il dovuto e di essere più parsimoniosa vista la continua mancanza di liquidità di cui il Comune ha sempre sofferto.
Altra voce che la Corte dei Conti ha fatto notare ai vertici di palazzo La Pira sono i cosiddetti “Fcde”, ovvero il Fondo Crediti di dubbia esigibilità. Quando un credito è dichiarato assolutamente inesigibile, lo si elimina dalle scritture finanziarie e, per lo stesso importo del credito che si elimina, si riduce la quota accantonata nel risultato di amministrazione a titolo di fondo crediti di dubbia esigibilità. Questa quota ha raggiunto i 31 milioni 178 mila euro circa, non proprio due spicci.
I vertici di palazzo La Pira fanno intendere, però, che i mali sono da ricercare altrove. Dirigenti assenti (nel senso che mancano del tutto), uffici che non riescono a riscuotere somme pregresse. Basti pensare alla Tari evasa in città che ammonta a quasi 15 milioni di euro. Non c’è un ufficio che riesca a conteggiare ed emettere le bollette ai vari contribuenti.
E poi, come se non bastasse, c’è anche una crisi di tipo politico. Molti fra coloro che due anni fa, a giugno, erano esultanti per la vittoria di Roberto Ammatuna, da un paio di settimane sono passati dall’altra parte della barricata. Chi indipendente, chi ha già sottoscritto per un’altra sigla politica, chi ha in mente di approdare fra le braccia di altri politici provinciali e regionali. Sullo sfondo proprio Roberto Ammatuna il quale, in Consiglio comunale, arriverà armato di cappa e spada e con tanta buona volontà di ascoltare tutti quanti. L’obiettivo è parare i colpi possibili e imprevedibili della minoranza, con la tranquillità di chi da tre mandati e mezzo, ne ha viste di cotte e di crude. “Non mi dimetto” ha fatto sapere Ammatuna a chi gli sta accanto. Ma da mercoledì prossimo sarà tutta un’altra storia.

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