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Sud chiama Nord Ragusa dalla parte degli studenti e dei lavoratori dell’AST

Disservizi "pianificati" e svendita dell'Azienda Siciliana Trasporti a discapito del servizio pubblico e dei diritti di cittadini e lavoratori
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Così come nel resto della Sicilia, anche in provincia di Ragusa, l’unica voce che si leva contro la svendita dell’Ast operata dal governo Schifani e dai suoi alleati è quella di Sud chiama Nord. Svendita programmata nei tempi e nelle modalità che, però, non ha salvaguardato lo svolgimento del servizio pubblico di trasporto e preoccupa i dipendenti dell’Ast per i possibili risvolti occupazionali che potrebbero derivare dalla “dismissione” dell’azienda regionale che per decenni ha garantito collegamenti costanti fra tutti i Comuni della Regione.

Più volte i nostri parlamentari regionali hanno provato ad affrontare la questione in aula ed hanno denunciato le azioni di depotenziamento dell’Ast fino ad arrivare a sabato scorso, 21 settembre, quando agli studenti siciliani è stato impedito di andare a scuola. L’assessorato regionale con il Ddg n. 2031 del 18 settembre 2024 ha esonerato l’Ast dall’obbligo di svolgere il servizio pubblico di trasporto a favore di Etna Trasporti obbligata a subentrare a partire dal 19 settembre scorso. Il risultato di questa incapacità gestionale dell’assessorato è stato la totale assenza del servizio di trasporto per gli studenti di tutta la provincia di Ragusa. A questo si è aggiunta la totale assenza di comunicazioni da parte di Ast e dei Comuni di tutta la provincia.

Se da una parte è inaccettabile che a distanza di cinque giorni dall’entrata in vigore del decreto assessoriale, l’Etna Trasporti, che aveva dato la disponibilità a subentrare al posto di Ast il 17 settembre, non riesca a garantire il servizio, dall’altra non ci sono giustificazioni allo stato di incertezza per il futuro occupazionale dei dipendenti dell’azienda regionale, anche loro vittime del piano dei partiti che governano la Regione, di – come dice Cateno De Luca – “privatizzare gli utili e socializzare i costi del trasporto pubblico locale”.

La segreteria provinciale di Sud chiama Nord Ragusa si unisce alla protesta dei cittadini, degli studenti e dei lavoratori e chiede ai parlamentari regionali ragusani, soprattutto a quelli che fanno riferimento ai partiti di governo, che si impegnino per impedire la svendita dell’Ast e per garantire il diritto allo studio a tutti i ragazzi che giornalmente usano i mezzi pubblici per recarsi a scuola.

“Ci risulta, poi, da informazioni apprese per le vie brevi – chiarisce il coordinatore provinciale di Sud chiama Nord e consigliere comunale a Ispica, Paolo Monaca – che durante la riunione tenutasi in Prefettura a Ragusa, lunedì pomeriggio scorso, il rappresentante della sede Ast di Modica, Dimitri Roccaro, abbia dichiarato a chiare lettere che l’Ast territoriale sarebbe stata in grado di assicurare il servizio scolastico, quindi la mattina presto e il rientro nelle varie sedi, soprattutto con riferimento alla linea Pozzallo-Ispica-Modica-Ragusa. Sempre il rappresentante Ast della sede di Modica, poi, avrebbe affermato che il parco mezzi, seppur vetusto, è tuttora autosufficiente e che l’unica richiesta può essere, in attesa di ricevere gli autobus nuovi, quella di potere contare su 6-7 mezzi a noleggio con cui garantire una copertura del servizio nel caso in cui i veicoli attualmente a disposizione dovessero guastarsi, circostanza che, considerata la vetustà dei mezzi, può anche verificarsi. Un’altra considerazione comunque s’impone: non è che per caso, alla luce di quanto sta accadendo, la linea Pozzallo-Ispica-Modica-Ragusa, essendo molto redditizia e non certo una linea sociale, faccia gola a qualcuno? E fa così gola da avere attirato le attenzioni di qualche gestore privato?”.

Il vicecoordinatore provinciale Giovanni Landro aggiunge: “Anche nella nostra provincia si segnalano casi di studenti in attesa del pullman che passa per recarsi in quel luogo che dovrebbe essere prioritario ovvero la scuola/l’istruzione. Quindi, come intende risolvere la questione il governo regionale? Mandando in giro per la provincia gli autisti senza pullman? Oppure subappaltando il servizio agli amici del cerchio magico? Peccato che siamo a fine settembre e che la scuola già sia iniziata con enorme sacrificio delle famiglie che si ritrovano ad affrontare la doppia spesa, ovvero quella di un abbonamento con Ast e quella di andare in giro con il proprio mezzo fino alla destinazione. Credo che questa terra martoriata debba gridare a gran voce a chi ci governa che il capolinea è già stato raggiunto e che questa è da ritenere l’ultima fermata”.

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