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UCEI, a Noto e Modica lapide e targa per eccidio di 550 anni fa.

Tempo di lettura: 2 minuti

“Abbiamo vissuto momenti intensi di commozione per lo svelamento della lapide e della targa nelle città di Noto e di Modica dedicati al ricordo dell’eccidio avvenuto in questi luoghi nel 1474. Il
ricordo di quanto avvenuto 550 anni fa aiuta ad affermare verità e a comprendere le radici dell’odio antisemita culminato poi con la cacciata degli ebrei anche in Sicilia a seguito degli editti di espulsione del 1492. Proprio perché lo abbiamo rivissuto il 7 ottobre del 2023, riusciamo a capire benissimo la portata di orrore e violenza dei tragici eccidi del 1474”. Così la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni. “Oggi diamo al quel massacro voce e conoscenza, recuperando parte di quel che si è perduto nei secoli con la cacciata degli ebrei dal tessuto socio-economico culturale dell’intero Meridione. La presenza ebraica e il contributo allo sviluppo allora come oggi – prosegue – sono la sfida della convivenza. Uno stare
assieme che passa dalla conoscenza e dalla condivisione culturale. Memoria è responsabilità e impegno ad agire con coerenza anche oggi”.
“A tutti coloro che continuano a legittimare con le proprie affermazioni aprioristiche l’odio e il terrorismo ricordiamo ancora una volta che l’abuso della religione e del potere statale – allora da parte della Chiesa e oggi da parte della leadership palestinese e altre teocrazie – è il male che genera distruzione ed è l’ora di rendersene conto prima che trascini anche una certa politica assieme a una certa accademia che stenta a comprendere la deriva di questi abusi”, conclude Noemi Di Segni.

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1 commento su “UCEI, a Noto e Modica lapide e targa per eccidio di 550 anni fa.”

  1. Da che pulpito, viene spontaneo da dire, soprattutto sapendo cosa sia il movimento sionista e l’estremismo religioso alla base dei movimenti politici israeliani con a capo rabbini.

    Musulmani, arabi cristiani ed ebrei vivevano pacificamente fino alla nascita del progetto sionista, che impose arrogantemente la loro presenza in Palestina.

    È cosa nota che le cause da ricercare in quanto successo a livello persecutivo nei confronti degli ebrei per quel periodo fossero gli omicidi rituali, accuse che si riscontrano pesantemente in un largo spazio di tempo ed in tutta Europa, Russia e medio-oriente. Tutti gli ebrei avevano torto o erano carnefici? No, ma le evidenze dimostrano ciò che avveniva per mano di chi era ebreo e questo non è confutabile.

    E quale regnante accetterebbe che queste barbarie avvenissero e non prendesse seri provvedimenti?

    Si può dire che sia successo a Modica? No, non abbiamo prove. Ma non si può e non si deve accettare l’accusa contro la Chiesa, perché non vi sono prove nemmeno in questo frangente.

    È invece lecito e doveroso supporre, per nesso di causa, che fra i motivi scatenanti vi sia la stessa ragione che accomuna gli identici avvenimenti e cacciate da tutta europa.

    Accusare la Chiesa dei tempi e vergognoso, un’onta che non si deve tollerare, accettare supinamente queste accuse lo è ancora di più, dopo ciò che si sa che è avvenuto, anche per confessione spontanea di ebrei convertiti e per i loro testi il quale contenuto e noto, tipico di chi vuole rovesciare gli avvenimenti storici, occultare ciò che è stato e trarne profitto morale.

    Trite e ritrite lagne su presunto antisemitismo cristiano, quando proprio il cristianesimo e la religione che apre a tutti senza discriminazioni, a differenza di quella talmudica.

    L’odio e verso i non-ebrei da parte degli ebrei, che seguono non più la legge mosaica ma il talmud, e questi sono fatti, per quanto si provi a nasconderli, così come sono fatti gli omicidi rituali dei secoli passati, comprovati da processi, testimonianze ed ammissioni spontanee.

    Alcuni estratti dalla rivista Civiltà Cattolica, padre Oreglia, 1893:

    ”Noi non scriviamo nell’intento di accendere […] l’antisemitismo, ma di dare piuttosto agli italiani l’allarme, perché si mettano sulle difese contro chi ne osteggia la fede, ne corrompe il costume e ne succhia il sangue, al fine di ammiserirli, dominarli e renderli schiavi”

    Ecco, ci dirà taluno, la ragione dell’antipatia che a tutti ispirano i giudei […]. Si, questa è una delle ragioni, ma non è l’unica né la principale. Ve n’é un’altra più occulta, più misteriosa, e che in sé comprende tutte le altre […]. La ragione alludiamo è un odio contro il cristianesimo, imposto ai giudei per legge, odio che giunge fino a giustificare a nostro danno ogni sorta di delitti».

    Dal talmud:

    ”Il cristiano è omicida, immondo, sterco, dato alla bestialità, il suo solo incontro contamina, anzi non è propriamente uomo ma bestia”.

    Posto questo bel concetto che i giudei hanno di noi […], sarà da stupire che essi facciano un dovere di cospirare perpetuamente contro di noi? Se ci reputano bestie in sembianza umana, e bestie da Dio destinate a servirli è naturale che ci trattino, ove lo possano, da bestie

    L’amore verso il prossimo, nel Talmud, e inteso esclusivamente verso i giudei.

    Sennonché, Maimonide […] trova modo di salvare capra e cavoli, dicendo “essere lecito fare del bene anche ai cristiani, però quando ne può venir vantaggio ad Israele, o quando questo può giovare alla sua tranquillità e a meglio celare l’inimicizia verso i cristiani”»

    Il Sanhedrin afferma che
    «un ebreo deve reputarsi quasi simile a Dio! Tutto il mondo è suo, tutto deve a lui servire, specialmente le bestie che hanno forma di uomini, cioè i cristiani»

    Considerate i cristiani – dice il Talmud – come bestie e animali feroci, e trattateli per tali. Non fate né bene né male ai gentili, ma mettete tutto il vostro ingegno e il vostro zelo in distruggere i cristiani.

    Mosé Maimonide (1135-1204), uno dei loro massimi dottori, insegna loro che «ogni giudeo, il quale non uccide un non-giudeo, viola un precetto negativo». «Il giudeo che uccide il cristiano offre a Dio un sacrificio accetto»

    La Civiltà Cattolica conclude cosi:
    «Dunque, delle due l’una: o essi mandino al diavolo il loro Talmud con tutti i suoi commenti, che sono un insulto al buon senso e un oltraggio alla stessa legge naturale, oppure si rassegnino ad essere in uggia ed in abominio a tutte le altre nazioni, massime cristiane».

    La Civiltà Cattolica tra i molti processi fatti agli ebrei per assassinio rituale in Francia, Italia, Spagna, Inghilterra, Germania, Baviera, Ungheria, Lituania e Polonia, senza parlare poi dei Paesi orientali, ricorda soprattutto quelli di Trento (sec. XV) e quello di Damasco (sec. XIX). Afferma la prestigiosa rivista dei gesuiti:
    «Orbene, se si raffrontano i due processi, nel primo dei quali sono otto e nel secondo sedici i rei convinti e confessi, oltre al buon numero di testimoni tutti giudei, vedrà con meraviglia come, malgrado la distanza di quattro secoli che li divide, le confessioni e le testimonianze disposte in essi quanto al rito e all’uso del sangue cristiano si corrispondano a capello […].
    1°) Dai due processi comparati insieme risulta con evidenza che l’assassinio di un cristiano non solamente è riputato lecito, ma è comandato ai giudei dalla legge talmudico-rabbinica […];
    2°) Lo scopo del detto assassinio non è solamente far onta a Cristo e danno al cristianesimo […], ma soprattutto adempiere un dovere religioso, qual è celebrare degnamente le due feste del Purim e della Pasqua, facendo uso in esse di sangue cristiano […].
    3°) Nelle feste del Purim, per avviso dei rabbini […], si può far uso del sangue di qualsivoglia cristiano, ma per le feste di Pasqua vuol essere il sangue di un fanciullo cristiano che non abbia oltrepassato i sette anni di età […];
    4°) Le azzimelle, giudaicamente ammanierate con quel saporetto di sangue cristiano, si regalano nelle feste del Purim ai non-giudei, massime a quei cristiani che fossero (così per modo di dire) conoscenti e amici; ma nelle feste pasquali mangiansi per ben sette giorni dai soli giudei.
    5°) Questo è il segreto del solo padre di famiglia, cui spetta introdurre nella pasta degli azzimi, all’insaputa della moglie e dei figlioli, un po’ di sangue cristiano fresco o coagulato e ridotto in polvere;
    6°) Egli deve altresì nella cena pasquale versare qualche goccia di sangue nel vino che mesce alla famiglia e benedirne anche la mensa […];
    7°) Il sangue è migliore e il sacrificio del fanciullo è più accetto a Dio […] quando si fa nei giorni prossimi alla Pasqua;
    8°) Perché il sangue di un bambino cristiano sia acconcio al rito e proficuo alla salute dell’anima giudaica conviene che il bimbo muoia tra i tormenti […];
    11°) L’uso rituale e il mistero del sangue sol si trova scritto nei codici orientali, mentre negli occidentali venne soppresso per tema dei governi cristiani e sostituito dalla pratica e tradizione orale»

    Rabbini ebrei giusti fra le nazioni, poi convertiti

    Paolo Medici, nella sua opera intitolata “Riti e costumi degli ebrei” confermò le frequenti uccisioni di fanciulli cristiani; Giovanni da Feltre dichiarò solennemente innanzi al podestà di Milano l’uso che i giudei facevano del sangue cristiano; e Teofilo ne spiega il mistero nelle sue rivelazioni scritte in lingua moldava e rese di pubblica ragione nel 1803, poscia ridotte in greco e pubblicate nel 1834 a Napoli di Romania da Giovanni de Giorgio, e finalmente tradotte in italiano dal Prof. N. F. S. e pubblicate a Prato nel 1883 sotto il seguente titolo: “Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna sinagoga” […]. L’ex rabbino moldavo […] confessa il rito sanguinario e l’uso che egli stesso, prima della sua conversione, aveva fatto del sangue cristiano […]: “Cotesto segreto del sangue, egli dice, non è conosciuto da tutti gli ebrei, ma dai soli Kakam (dottori) o rabbini, e dagli scribi e farisei, che perciò si chiamano conservatori del mistero del sangue” […]. Questi solo a voce lo comunicano ai padri di famiglia, i quali lo tramandano a quel figliuolo che conoscono più capace del segreto, atterrendolo con orrende minacce dallo svelarlo altrui. E qui conta come a lui stesso lo rivelasse il padre suo: “Quando io pervenni all’età di tredici anni, mio padre presomi da parte, da solo a solo, dopo avermi istruito e sempre più inculcato l’odio contro i cristiani, come cosa da Dio comandata, fino ad ammazzarli e raccoglierne il sangue […]. “Figlio mio”, mi disse […], ti ho fatto il più intimo mio confidente e un altro me stesso”; e messami una corona in capo, mi diede la spiegazione del mistero e soggiunse esser quello cosa sacrosanta, rivelata da Dio, e comandata agli ebrei; e che quindi io ero stato messo a parte del segreto più importante della religione ebraica”. Seguono poi gli scongiuri e le minacce di maledizione a lui fatte, ove avesse violato il segreto, non che il precetto di non comunicarlo neppure alla madre, né alla sorella, né ai fratelli né alla sua futura moglie, ma soltanto a quello dei suoi figliuoli che gli paresse più zelante, il più savio per custodire il segreto […]. Gli ebrei – dice Teofilo – sono più contenti quando possono ammazzare i bambini perché sono innocenti e vergini, e quindi perfetta figura di Gesù Cristo; li ammazzano a Pasqua, acciocché possano meglio rappresentare la passione di Gesù Cristo».

    Non ci troviamo d’innanzi ad uno od un altro scrittore, bensì davanti a tutto un popolo di storici, di analisti e di scrittori di tempo, di luogo e di nazione differenti; tanto che sarebbe cosa assurda il supporre che tutti si siano insieme indettati a falsare i fatti a danno dei giudei […]. Tali sono tra gli altri i Bollandisti, il Baronio, il Rhorbacker»

    San Bernardo di Chiaravalle, Dottore della Chiesa.

    L’autorità della Sacra Scrittura e dell’archeologia: i sacrifici umani nell’Antico Testamento
    «La religione legittima in Israele condanna qualsiasi sacrificio umano (Lv. 18, 21; 20, 2-5; Dt 12, 31; 18, 9 ss; e spesso nei profeti); sono un’empietà dei cananei e sono proibiti con severità. Essi furono praticati (1 Re 16, 34; 2 Re 16, 3; 21, 6) nella religione popolare contaminata appunto per influsso cananaico […]. Severe sono le condanne ripetute frequentemente dai profeti (Mic 6, 7, Ger 7, 31; 19, 5; 32, 35; Ez 16, 20 ss.). Queste documentano l’infiltrarsi di riti abominevoli fra gli adoratori di Yahwéh, e quanto essi fossero estranei al vero spirito della religione ebraica» [100].

    Già nella parte più antica del Talmud, detta Mishnah, vi è espressa l’opinione che “andare attraverso il fuoco” (4 Re 16, 3, 17, 17) non accennasse ad un sacrificio umano, ma soltanto ad una cerimonia simbolica di purificazione […]. Solo nel Talmud posteriore si trova la descrizione di un simulacro del dio Moloch che veniva fatto arroventare e nelle cui braccia sarebbero stati gettati dei bambini».

    ”La Storia è una scienza, cioè una «cognitio certa», che offre la certezza dell’esistenza del fatto storico, certezza estrinseca o di credibilità, fondata sulla credibilità intrinseca del testimone. Si ha quindi una certezza morale dell’esistenza del fatto storico (qui dell’omicidio rituale). In Storia le autorità sono gli uomini di scienza storica, di probità storica e di discernimento storico. E per quanto riguarda l’omicidio rituale tali autorità sono i Papi e i Bollandisti.”

    Che facciano loro pubblica ammenda degli avvenimenti passati e dei contenuti verso i cristiani, come per il genocidio di Mamilla e molte altre barbarie.

    La targa la si appenda pure a memoria dell’evento, perché noi siamo cristiani ed ammettiamo le nostre colpe, ma che imparino da noi e, soprattutto, non si permettano di farci la morale ed attaccare la Chiesa, sia per ciò che ci consegna la storia che per la strage che stanno compiendo oggi.

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