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La Gilda Ragusa segnala gravi incoerenze del sistema di nomina.

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“Vogliamo evidenziare le anomalie del sistema informatizzato di convocazione e batterci affinché si trovi soluzione a troppe ingiustizie durante le nomine”.  Sono le parole del coordinatore della Gilda della provincia di Ragusa, prof. Orazio Puglisi. Per un sistema perverso infatti, accade che paradossalmente chi tra i precari del mondo della scuola occupa le posizioni più alte si trovi a decidere prima e magari è costretto ad accettare incarichi in scuole più lontane rispetto alla propria residenza, o in alcuni casi, spezzoni di cattedra, mentre invece chi è più basso in graduatoria si trova nelle condizioni di scegliere tra più opzioni. Questo accade perché il quadro delle disponibilità si aggiorna in itinere, pertanto i candidati primi in GPS operano la propria scelta in un contesto incompleto. Il professore Puglisi lamenta una grave penalizzazione alla meritocrazia e all’anzianità di servizio; la soluzione a questa anomalia potrebbe essere un ritorno al passato con le convocazioni in presenza, dove i convocati avrebbero piena consapevolezza della propria scelta in quanto informati di tutte le disponibilità in provincia, in tal modo infatti certe distorsioni dell’algoritmo sarebbero superate e le nomine avverrebbero in un clima di trasparenza; Puglisi puntualizza che tutte le sigle sindacali sono favorevoli ad un ritorno alla convocazioni in presenza ma, Il Ministero rimane sordo a tale richiesta, disattendendo le lecite aspettative degli insegnanti. La situazione è paradossale anche perché si assiste ad un ambivalente comportamento da parte del Ministero dell’Istruzione dal momento che per il comparto ATA c’è stato un ritorno alle convocazioni in presenza, inspiegabilmente tale ripensamento è precluso agli insegnanti. Puglisi auspica un ritorno a tale modalità perché l’unica ad oggi in grado di garantire il rispetto del sistema meritocratico e atto a sanare, seduta stante, i disguidi e le incongruenze che  penalizzano i diritti degli insegnanti e conseguenzialmente anche degli alunni perché, sia chiaro, un insegnante precario che ha la possibilità di scegliere una scuola vicino casa ha più probabilità di garantire le continuità didattica, bene imprescindibile di un sistema scolastico che ponga l’alunno al centro del processo educativo”.

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