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Pozzallo. Si smarcano dalla maggioranza anche la Celestri e Giampietro

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Consiglio comunale con diversi punti all’ordine del giorno a palazzo La Pira. L’unico esitato favorevolmente è stato quello dei fondi per la disabilità presentato da Forza Italia. Da quanto riferito, pare ci siano dei soldi che potrebbero essere stanziati a breve e l’Amministrazione comunale si adopererà per rimpinguare le casse asfittiche dei capitoli inerenti l’Asacom.
Gli altri punti saranno dibattuti nelle prossime sedute d’Aula. Revocato anche il punto dello Iacp, i lotti finiti nel tritacarne mediatico per i possibili crolli denunciati nel corso degli ultimi sei mesi. In aula presenti solo i consiglieri di minoranza e gli indipendenti. I sei consiglieri che attualmente appoggiano la Giunta “ammatuniana” erano tutti assenti.
A proposito di Iacp, ieri ha preso la parola il presidente del Consiglio Comunale, Quintilia Celestri, raccontando la sua versione dei fatti degli ultimi mesi. Versione che stride enormemente da quanto ha raccontato il primo cittadino di Pozzallo, Roberto Ammatuna.
In sintesi, la Celestri è uscita fuori dalla maggioranza, smarcandosi definitivamente dal sindaco Ammatuna, invitandolo a ragionare anche su un fine mandato anticipato, così come molti consiglieri comunali hanno auspicato in questi ultimi giorni. Un discorso di sette pagine durato più di dieci minuti, senza esclusioni di colpi. La Celestri ha raccontato il lungo iter che ha portato all’ordinanza di sgombero, interpellando diverse personalità politiche e istituzionali al fine di evitare la chiusura degli alloggi e con l’obiettivo di dare risposte serie per la questione dello Iacp, per quei lotti che, ad oggi e a guardarli bene, tutto sono tranne che delle abitazioni a norma. “Ma sono certi comportamenti – ha arringato la Celestri – che fanno di noi, di ognuno di noi, persone diverse, con moralità diversa, con senso civico diverso, con fini diversi. Siamo diversi, si, e ne sono orgogliosa. Diversi nell’intendere la politica come missione, come voglia di dare, come senso di appartenenza alla mia città, come punto di riferimento prima per gli ultimi, perché sono coloro a cui noi dobbiamo principalmente garantire giustizia. Sono diversa da chi scredita tutti per cercare di avere sempre ragione, sono diversa da chi vuole demolire gli altri perché hanno fatto qualcosa che avrebbero potuto fare loro e non hanno saputo o voluto farla, sono diversa da chi piuttosto che rischiare la propria poltrona tiene la testa sotto la sabbia come fan gli struzzi per non vedere, non sentire e soprattutto non rischiare, sono diversa da chi invece di cercare un leale confronto umano prima che politico scaglia i propri scagnozzi per infangare la dignità e la moralità altri”.
Destinatario della missiva, neanche tanto velata, la maggioranza targata Roberto Ammatuna e lo stesso sindaco, il quale, nel momento di replica, ha visto cadere il numero legale della Civica Assise, non potendo replicare alle accuse della Celestri. “Se il sindaco – ha detto ancora la Celestri – avesse avuto più rispetto nei confronti di tutti i consiglieri comunali, accettando che siamo individui diversi ognuno con la propria morale, con la propria cultura, con il proprio modo di fare politica e di servire il proprio paese, facendo di questa diversità un valore aggiunto per la sua maggioranza ma non solo, per l’intero consiglio comunale, allora forse si sarebbe potuta creare una nuova classe politica. Se il sindaco avesse avuto più voglia di ascoltare gli altri piuttosto che ascoltare solo e unicamente se stesso e magari riflettere sulle ragioni altrui abituandosi al dibattito democratico piuttosto che ad una univocità di pensiero, se avesse abbassato i toni quando ha avuto modo di farlo e ragionevoli risposte per farlo, senza mai pensare che forse anche lui poteva sbagliare nella lettura delle vicende e che peggio questa lettura era solo il frutto di retaggi personali, forse sarebbe stato finalmente il modo giusto di fare politica. Pur restando cosi come sempre l’espressione della pluralità di questo consiglio comunale, oggi non mi sento più far parte di questa maggioranza , ed in accordo con tanti altri consiglieri che lamentano severe difficoltà di ritrovare intenti comuni nello svolgimento di questo mandato elettorale, ritengo che sia mio dovere nei confronti di questa civica assise, e soprattutto della mia citta, chiarire che da oggi in avanti prenderò le distanze da questa maggioranza dichiarandomi indipendente e seguirò come peraltro ho sempre fatto, la mia coscienza, la mia coerenza e la mia identità sempre e solo volta al bene della città e di questo Consiglio Comunale”.
Fra le fila degli indipendenti, si è posto anche l’altro consigliere, Giuseppe Giampietro. La maggioranza di Roberto Ammatuna si restringe ancora di più. Molti sono favorevoli ad una sfiducia e a tornare presto alle urne. Altri colpi di scena sicuramente non mancheranno nelle prossime ore. Anche perché si aspetta la replica del primo cittadino.
Ieri, fra le altre cose, sono state chieste le dimissioni dell’assessore al Bilancio, Raffaele Monte, da parte dei due consiglieri di Forza Italia, Gianluca Agosta e Barbara Sorace.

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