
Privazione della libertà illegittima, condizioni materiali totalmente inadeguate e di promiscuità, permanenze di lunga durata, assenza di tutela dei minori, isolamento sociale e legale, insufficiente assistenza sanitaria. Dalla visita agli hotspot di Pozzallo (in foto) e Cifali e al nuovo centro di trattenimento per richiedenti asilo di Modica confermate le gravi violazioni sui diritti delle persone in arrivo. È quanto scritto in un report che l’Asgi, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, con sede a Torino, ha diramato in queste ore.
ll 9 ottobre 2023, una delegazione del “Tavolo Asilo e Immigrazione”, composta dall’onorevole Laura Boldrini, da Riccardo Campochiaro di ASGI, da Fausto Melluso e Luana Belfiore di ARCI Sicilia, ha effettuato un accesso e visita dei luoghi di identificazione e trattenimento operativo nel territorio di Pozzallo. Specificamente sono stati oggetto di monitoraggio l’hotspot di Pozzallo nei locali della ex dogana del porto, il suo ampliamento di Contrada Cifali destinato ai minori stranieri non accompagnati soggetti ad una condizione di isolamento sociale e di privazione della libertà personale de facto e la nuova struttura inaugurata a settembre 2023 destinata allo svolgimento delle procedure di frontiera. In linea di continuità con quanto riscontrato negli anni dai monitoraggi effettuati nel corso degli anni dall’ASGI, tali strutture, di vecchio e di nuovo conio, centrali nell’attuazione delle attuali politiche migratorie, si dimostrano inadeguate, illegittime e lesive della dignità delle persone.
Di seguito, riportiamo i due report dell’Asgi dell’hotspot di Pozzallo e del centro in contrada Cifali. I due report sono datati 9 ottobre 2023.
Hotspot di Pozzallo: l’hotspot presenta sin da subito gravi criticità in ragione delle condizioni igieniche sanitarie indecorose, sovraffollamento e promiscuità. Al suo interno sono accolti migranti che hanno manifestato la volontà di chiedere protezione internazionale, sia singoli che nuclei familiari, e minori stranieri non accompagnati. Quest’ultimi erano circa 150 al momento della nostra visita e i più erano accolti da 4 settimane, in attesa di essere trasferiti presso le comunità del SAI. La delegazione si è soffermata su 2 minorenni somale, in struttura da 2 settimane, una delle quali presentava chiari segni di maltrattamenti in tutto il corpo. Le ferite non sembravano ben medicate ed il vestiario non era adeguato. E’ stato richiesto l’intervento del medico. La delegazione rappresentava la difficoltà per le donne di essere visitate da un medico uomo, dato che l’ente gestore mette a disposizione 3/4 medici uomini per tutte e 3 le strutture visitate. In relazione all’assistenza sanitaria, viene riferito dall’ente gestore che i medici, non dell’ASL, ma dipendenti dell’ente gestore, svolgono un servizio di 72 ore settimanali (24 ore a testa) tra i 3 centri. E’ altresì presente un/una infermiere/a h24 e uno psicologo per 8 ore settimanali. L’area dedicata all’accoglienza delle donne in realtà, a causa del sovraffollamento che caratterizzava la struttura al momento della visita, era al momento adibita all’accoglienza di donne e nuclei familiari, con la presenza contestuale di uomini, donne, minori e anche bambini di 3 mesi. I minori presenti in struttura da 4 settimane lamentavano di non aver potuto chiamare casa per avvertire i familiari del loro arrivo. L’uso del cellulare è consentito, ma non tutti ne sono forniti e, comunque, non sempre la rete wi-fi è adeguata. Molti minori riferivano di non aver ricevuto informativa circa la loro posizione giuridica in Italia e la possibilità di chiedere protezione internazionale. Tutti i minori non sono autorizzati ad uscire dal Centro. La Prefettura riferisce che fino a giugno 2023 il tempo di permanenza medio degli adulti era di circa 7 giorni, mentre per i minori di circa 36 giorni, a cause delle riferite difficoltà a reperire posti nelle strutture di seconda accoglienza. Nell’hotspot non erano presenti, al momento della visita, migranti che non avevano manifestato la volontà di chiedere asilo politico. Per loro, infatti, dopo la compilazione del foglio notizie, che a detta di ente gestore e Prefettura avverrebbe dopo l’informativa legale ad opera di UNHCR ed EUAA, viene chiesto il trasferimento presso i CPR (Pian del Lago). In caso di indisponibilità di posti, allo straniero viene notificato decreto di respingimento differito ex art. 10, comma 2 D. Lvo 286/98 e viene rilasciato. Gli ospiti adulti possono uscire dal centro durante le ore diurne.
Hotspot “dedicato” a minori di Contrada Cifali: la struttura di contrada Cifali nasce come struttura per la quarantena dei richiedenti asilo accolti all’Hotspot di Pozzallo. In effetti, per tale scopo la struttura era adeguata, considerato lo stato di isolamento in cui versa in relazione a qualsiasi centro abitato. Da gennaio 2023 è diventato, per consuetudine, un hotspot ove accogliere i minori stranieri non accompagnati. Al momento della visita erano presenti 110 minori su 148 posti in accoglienza, ma la Prefettura ci riferisce che fino a qualche giorno fa si era raggiunto il numero di 302 presenze, tanto da necessitarsi la predisposizione di tende esterne. Nonostante la struttura sia circondata da un’alta rete metallica, sia presente personale di polizia 24 ore su 24 e sia dispersa nelle campagne del ragusano, l’Ente gestore ci riferisce come non infrequenti episodi di fuga. I minori non sono autorizzati ad uscire dalla struttura. I minori accolti si dimostrano molto interessati alla visita delle delegazione. Qualcuno riferisce di essere affetto da scabbia, ma l’infermiere presente in struttura ed il referente dell’ente gestore chiariscono che non vi sono forme contagiose di scabbia e che si tratta di esiti della malattia, non contagiosi. Un altro ospite riferisce di essere arrivato 2 settimane prima e di necessitare una visita medica approfondita al ginocchio (radiografia, risonanza). Zoppica vistosamente. L’infermiere, su sollecitazione della delegazione, si convince a predisporre l’invio di una richiesta all’ospedale. Nella struttura è presente un minore di 12 anni, che però non incontra la delegazione, ed un minore che ha dichiarato l’età di 14 anni, ma che sembra molto più piccolo. Per l’infraquattordicenne è stata segnalata una procedura d’urgenza per il trasferimento. In struttura è accolto, anche se momentaneamente in ospedale durante la nostra visita, anche un minore diabetico. Ai minori che vengono accolti in struttura vengono assegnate le generalità dichiarate. La Questura riferisce che è molto raro che venga attivata presso la procura minorile la procedura di accertamento dell’età. Al contrario, riferisce che tutti gli ingressi di minori sono puntualmente segnalati al Tribunale per i Minorenni di Catania, ma che nella quasi totalità dei casi la nomina del tutore avviene quando il minore è già stato trasferito presso altri centri. Solitamente i minori arrivano all’hotspot già fotosegnalati. Presso la struttura hanno accesso le seguenti associazioni: MEDU, Save the Children, UNHCR, EUAA, Proxima, Terres des Hommes, ognuna delle quali ha accesso alla struttura una volta a settimana. Da queste associazioni viene fornita informativa legale, soprattutto con riferimento alla possibilità di richiedere protezione internazionale. Tuttavia, sono pochissimi i minori che manifestano tale volontà. Nei casi in cui è stata manifestata questa intenzione, l’operatore socio-legale riferisce di aver personalmente inviato la domanda presso la Questura competente. Ai minori presenti in struttura è consentito l’uso del cellulare per le comunicazioni con l’esterno. Chi non possiede un cellulare può utilizzare quello messo a disposizione dall’ente gestore.