Cerca
Close this search box.

Scandalo forniture ospedaliere. I particolari del GIP

Tempo di lettura: 2 minuti

Sarebbe stata una “una corruzione sistemica”  quella venuta fuori nel corso dell’operazione “Vasi comunicanti” della Guardia di finanza di Catania. “Le indagini – secondo quanto sostiene nel provvedimento restrittivo il GIP, Giuseppina Montuori, nei confronti di nove indagati per presunti casi di corruzione nella sanità – hanno fatto emergere «un sistema volto alla sistematica commissione di numerosi atti corruttivi» con multinazionali farmaceutiche che «usano la prassi di pagare “mazzette” sono forma di contributi per la formazione scientifica, finanziando eventi formativi». La richiesta di emissione del provvedimento è stata firmata dal sostituto procuratore Fabio Regolo e vistata dal procuratore facenti funzione Agata Santonocito.

Secondo il magistrato le investigazioni e le intercettazioni delle Fiamme gialle avrebbero permesso alla Procura di «acquisire numerosi e significativi elementi indiziari» su tre multinazionali che «promettono e poi elargiscono ingenti somme di denaro fittiziamente convogliate in occasione dell’organizzazione di convegni e congressi di medicina finalizzati alla formazione, ma di fatto – osserva il gip – allo scopo di ingraziarsi i primari operanti in gran parte delle strutture sanitarie della Sicilia Orientale».

Il sistema vede coinvolti alcuni tra i più noti cardiologi siciliani, 4 professori, rispettivamente direttori di Uoc o dipartimenti di cardiologia dei Policlinici universitari di Catania (Corrado Tamburino) e Messina (Antonio Micari ) e dei poli ospedalieri di Siracusa (Marco Contarini) e Ragusa (Antonino Nicosia), membri di un Comitato medico-scientifico del progetto Sca «Sicilian Cardiovasculary Academy».

“Tutto questo, prosegue il giudice per le indagini preliminari di Catania, «in cambio dell’impegno da parte dei medici di favorire il migliore offerente garantendogli l’uso effettivo di un numero maggiore di dispositivi medici citati nel corso dei loro interventi chirurgici”.

I referenti Rosa Vitale, Caterina Maugeri e Giancarlo Antonino Girlando delle tre società catanesi – rispettivamente, Presifarm, Archigen e Cardiovascular – distributrici per la Regione Sicilia di dispositivi medici prodotti dalle predette multinazionali nonché il referente di una di queste ultime, Francesco Dottorini, operanti nel settore della produzione di valvole aortiche (Tavi), endoprotesi coronariche e vascolari (stent), sarebbero apparsi perfettamente a conoscenza del sistema corruttivo, contribuendo alla sua alimentazione. Anche Dottorini, sebbene avesse più volte criticato il sistema dei finanziamenti, ne avrebbe fatto pienamente parte.

Anche Pietro Sola, amministratore della Collage spa di Palermo, esercente «attività delle agenzie di viaggio», avrebbe assunto il ruolo di provider degli eventi del progetto di ricerca scientifica promosso da dirigenti sanitari, ponendosi quale figura di riferimento di questi ultimi per le sovvenzioni in denaro formalmente destinate all’organizzazione di incontri formativi. In un recente evento svoltosi a Catania a maggio sarebbero state raccolte somme dalle imprese produttrici di Tavi e Stent per cifre consistenti, pari a circa 500 mila euro.

 

540255
© Riproduzione riservata

4 commenti su “Scandalo forniture ospedaliere. I particolari del GIP”

  1. Tonino Spinello

    Personalmente non sono scandalizzato e non lo dovremmo essere in quanto sappiamo tutti che questo sistema di corruzione va avanti da decenni.
    Questo scandalo, lo definirei normale prassi di corruzione! Un sistema che portano avanti da sempre e sempre sul filo della legalità. Ovviamente queste cose non accadono solo nella Sanità, questo marciume sappiamo che esiste anche negli altri enti tipo Istruzione, Inps ecc.
    La GDF sicuramente ci ha lavorato da tempo per raccogliere le prove e portarli al GIP, mi chiedo poi quanto bravi saranno i giudici a condannarli e premiare il lavoro delle forze dell’ordine che spesso se li vedono assolti e svilire il lavoro di mesi o anni di indagini.
    Penso anche che se scavano ancora più a fondo e non si limitano solo a questi personaggi e vanno oltre, il letame che uscirebbe fuori ci affogherebbe.

  2. Questa è la contropartita da quanto leggo “Tutto questo, prosegue il giudice per le indagini preliminari di Catania, in cambio dell’impegno da parte dei medici di favorire il migliore offerente garantendogli l’uso effettivo di un numero maggiore di dispositivi medici citati nel corso dei loro interventi chirurgici”.
    Ma chi dimostrerà in un paese come il nostro, dove fra le piazze ed i social bivaccano i giudici del popolo, che il numero dei dispositivi medici sia superiore a quello necessario?
    Quale consulente esperto mega primario o luminare attesterà che i dispositivi utilizzati siano in numero superiore a quanto era necessario? Anche perché chi lo farebbe potrebbe essere vittima, un giorno, della sua stessa testimonianza.
    Ritengo che nella pratica esistono ampi margini di discrezionalità sull’utilizzo o meno di un dispositivo, e nel dubbio il professionista si metterà sempre al sicuro, certamente, per evitare un processo opposto.
    E’ evidente che gli avvocati avranno buon gioco, giustamente, ma è il sistema che non funziona affatto.

  3. Il dottor Nicosia era stato elogiato, poche settimane fà per una ablazione transcatetere di “tempesta aritmica” presso l’Ospedale di Ragusa ed oggi messo ai domiciliari per “corruzione sistemica”… ma è mai possibile un paese in cui succede tutto questo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articoli correlati

RTM per il cittadino

Hai qualcosa da segnalare? Invia una segnalazione in maniera completamente anonima alla redazione di RTM

SEGUICI
IL METEO
UTENTI IN LINEA
Scroll to Top