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Il ponte “‘Ro Renti” a Modica. Riceviamo

Tempo di lettura: 2 minuti

2 gennaio del 1951, l’amaro ricordo che ho di quella tragica giornata.

Quel giorno ‘nto quartieri ro Renti” sono crollate alcune case compresa la strada di accesso della via Scala, provocando tre vittime: il piccolo Carmelo Candiano, alla tenera età di 21 mesi e 5 giorni, rimasto nella sua culla; la signora Giovanna Salinitro, all’età di 57 anni, 8 mesi e 19 giorni; e il piccolo Giovanni Carpentieri, che ha cessato di vivere giorno 12 all’età di 6 anni 3 mesi e 10 giorni. Tutte tre portati all’ospedale San Martino di Modica Alta. La cosa “strana” è che nell’archivio dell’ufficio anagrafe del Comune di Modica,dove ho richiesto i certificati di morte, non risulta la causa della loro morte,lo stesso al comunenon si trova alcun documento dell’avvenuto crollo. Secondo me, oggi, da persona adulta, quel giorno le vittime si potevano evitare, se solo le autorità competenti di allora sarebbero state all’altezza del proprio incarico e nel dubbio, avessero fatto sgombrare gli abitanti di quelle case; ma quel maledetto giorno il pericolo è stato sottovalutato sia da loro che dai tecnici del comune, che avevano fatto il sopraluogo, addirittura le vittime potevano essere molto di più e si deve ringraziare il buon Dio che non sia crollato il tratto della Via Occhipinti, dove si trovavano centinaia di curiosi ammassati  a guardare senza che nessuno ordinasse loro di allontanarsi.

Alcuni giorni prima della fine dell’anno 1950, mentre gli operai di una ditta stavano effettuando uno scavo per allaccio fogna, si era staccata una parte di roccia della cupola della grotta sottostante la strada, però nessuno si  prese la responsabilità di controllare subito il danno che si era procurato, invece, hanno optato di coprire lo scavo con il materiale di risulta, e rivedere tutto a dopo le feste.

 

Così Il giorno del 2 gennaio del 1951, si sono trovati alcuni autorità (carabinieri) assieme ai tecnici del comune per verificare, il danno che era stato procurato giorni prima, sono scesi tutti nel Vico Gennaro, dove si trovavano gli ingressi delle grotte, dietro   tecnici e autorità si erano radunate tante persone curiose e tra questi, c’eravamo almeno una quindicina di ragazzini, compreso il sottoscritto, senza che nessuno ci abbia avvisato di allontanarci; i tecnici erano appena entrati all’ingresso delle grotte sottostanti alle case ,e noi   stavamo per seguirli, quando all’improvviso si è staccata un’altra parte di roccia della cupola della grotta danneggiata. C’è stato solo il tempo di uscire e si è visto crollare contemporaneamente  le case e la strada in mezzo ad un polverone enorme, solo allora c’è stato dato “l’allarme” di allontanarci.

Il sottoscritto   si trovava in quel posto perché, ero garzone di un falegname di nome Pitrino Ruta, la cui falegnameria si trovava subito dopo l’Oratorio Salesiano. Quel giorno il mastro falegname mi aveva mandato da Giarratana(detto “u Piu”) per comprare una tavola di abete, e scendendo dal tratto della via Scala ho notato un’enorme assembramento di persone affacciate dalla via Occhipinti, così mi sono accodato ai ragazzini curiosi senza pensare al pericolo che stavo incorrendo. Oggi il sottoscritto, che non è più un ragazzino come nel lontanissimo 1951, voleva fare una ricerca personale per vedere se potevo trovare qualche giornale di quella data, come il Corriere di Modica, il Giornale di Sicilia, La Sicilia   per potermi aggiornare e togliermi la curiosità di quello che i giornalisti di allora (o i corrispondenti di codesti giornali)avevano scritto in merito a quel tragico evento. E per sapere se c’erano state delle responsabilità di qualcuno o sono state tutte nascoste, come si fa sempre senza trovare nessun colpevole.

Ma io dico tempo fa, quando hanno costruito codesta strada e codeste case sopra le grotte, qualcuno non c’è stato che gli ha dato l’autorizzazione a poterli costruire? Senza pensare prima di rafforzare di rafforzare le cupole delle grotte.

Per il sottoscritto che oggi è una persona ultra adulta, credo che ci sia stato la colpevolezza di qualcuno, senza essere giudicato e scampato alla   condanna spettante, perché le beghe non vengono mai risolte, ma vengono insabbiate e nascoste.

Ed io continuando con le ricerche ho cercato pure nella biblioteca comunale, ma mi è stato riferito che i giornali di quel periodo, per mancanza di luoghi idonei e per una sistemazione definitiva, il responsabile del comune li ha fatti trasferire e macerare nel palazzo dei Mercedari senza recuperarli; ho cercato anche all’archivio di Stato nel palazzo del Liceo Convitto, ma mi è stato riferito che nell’archivio si trovano solo notizie che vanno dal 1400 fino all’inizio del 1900, dopo di che non c’è più niente.Ma io dico,le notizie di quel periodo i modicani quelli che sappiamo di questa tragedia avvenuta li dobbiamo forse dimenticare definitivamente, come li hanno dimenticatoi nostri amministratori sia quelli precedenti che quelli attuali,che dalla data che è successa questa tragedianon gli è venuta in mente a nessuno degli                                    amministratori del comune, di indire qualche manifestazione per onorare almeno l’anniversari  delle tre vittime.

Ora esiste un ponte che sostituisce la vecchia via scala e che non si rendono conto dell’urgenza di manutenzione che esso ha di bisogno per essere messo in sicurezza,il quale si trova in uno stato di precarie condizioni,con i ferri arrugginiti delle carpenterie delle ringhiere fuori del cemento screpolato,e con una scalinata chiusa da parecchi anni perché pericolante la quale serviva agli abitanti del luogo per recarsi dalla via Scala al vico Gennaro. E un’altra che dalla via Scala porta alla via Occhipinti che ha di bisogno di essere messa in sicurezza perché anche essa pericolante,il sottoscritto da circa 20 anni ad oggiogni qualvolta si insediava un nuovo sindaco a palazzo San Domenico ponevo sempre questo mio accorato appello,facendo presente in che condizioni si trovava codesta opera,ma tutti se ne sono altamente fregati,così tutt’oggi la situazione è peggiorata. Il 15 dicembre del 2015 ritornato alla carica non solo verbalmente ma protocollando una lettera esponendo per iscritto questo problema che risultava come una denuncia bella e buona, indirizzandola al sindaco attuale Ignazio Abbate,perché il mio DNA mi dice per ottenere qualcosa si deve sempre insistere e insistere e insistere e mai rinunciare se si vuole ottenere il risultato desiderato e voluto, così credo che in questo modo con la mia testardaggine a non mollare mai sono riuscito ad aver avuto da parte di Lui degli impegni presi verbalmente, per far iniziare a breve tempo i lavori per la messa in sicurezza. Anche se il 2 gennaio ricorreva il 65° anniversario del tragico crollo, e lui è stato impossibilitato ad essere presente per impegni presi precedentemente, mandando sul posto il suo vice con alcuni assessori, il capo dei vigili urbani con alcuni suoi subalterni, e il giornalista del comune per stilare a fine controllo il comunicato stampa. per rendersi conto loro personalmente dello stato di salute di codesto ponte,tutto questo se verificato giorno 3 gennaio dopo avermi avvisato telefonicamente se potevo essere presente per poter dimostrare la mia lamentela. (Questo ponte tutt’oggi viene chiamato Ponte Nuovo Milano Palermo però di nuovo è rimasto solo questo appellativo (viene chiamato così perché gli abitanti di queste due città, hanno contribuito per una buona parte alle spese per la costruzione di alcune case e del ponte.) Io   impegnandomi con me stesso di portare avanti codesta protesta per far sì che questo ponte i nostri amministratori attuali, lo dovrebbero mettere in sicurezza prima che scade il loro mandato, io tengo scolpito nella mia mente il crollo che è avvenuto ed è rimasto tuttora immortalato nella mia visione. E non mi posso dimenticare due anniversari, il 12 gennaio l’anniversario della morte del piccolo Giovanni e l’anniversario della mia nascita.

Giorno 15 dicembre del 2023 ho protocollato una lettera, per farla recapitare all’attuale sindaca di Modica, e pc al dirigente del 3 settore. Per ricordagli che il 2 gennaio del 2024 ricorreva non più 65° anniversario del crollo   bensì il 73° anniversario.  Ad oggi   non ho ricevuto nessuna risposta.

Sto notando che anche codesta sindaca, non ha nessuna intenzione di fare qualcosa per questa opera.É perciò mi sto rivolgendo ad autorità e istituzioni superiori, se potrebbero intervenire,a mio favore. Spero tanto che si risolva questo mio problema.

Con osservanza Giovanni Amore

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© Riproduzione riservata

1 commento su “Il ponte “‘Ro Renti” a Modica. Riceviamo”

  1. Tonino Spinello

    Sig. Amore, facendo una ricerca veloce, ho trovato questi articoli (sotto) che non sono dell’epoca ma ricordano l’anniversario dell’accaduto. In uno di questi articoli ci sono delle foto che confermano il disastro, da questo ne deduco che da qualche parte ci debba essere il dossier sul caso. Se ci sono le foto, ci deve essere il resto! Però come dice Lei, se non si trovano documenti a tale proposito e di questa tragedia non si trova traccia nemmeno sui giornali dell’epoca, la cosa potrebbe fare pensare ad un colossale insabbiamento per omettere eventuali responsabilità.
    Cosa le posso dire di più, dopo avere bussato tante porte, l’unica strada che le resta ormai è chiamare Striscia e forse qualcosa si muoverà.

    https://www.ragusanews.com/2016/01/07/cultura/il-disastro-di-modica-65-anni-dopo-video-istituto-luce/60932
    https://www.ragusah24.it/2014/01/04/oggi-il-63esimo-anniversario-del-disastro-di-modica/

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