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Il ponte Milano-Palermo di Modica abbandonato. Riceviamo

Tempo di lettura: 2 minuti

Al Gentilissima redazione dell’RTM di Modica,

Sono il signor Giovanni Amore.

Invio questa mail che, se potrete  pubblicare  ne sarei molto grado. Perché gli amministratori e l’attuale sindaco che ci rappresenta tutt’oggi a palazzo San Domenico, se non passano minimo 20 anni dalle date di lettere protocollate, non danno nessuna risposta?

Ho avuto il piacere di incontrare, personalmente, alcune persone della mia stessa età, che sapendo del mio assurdo e testardo interessamento, da 20 anni per questi lavori di messa in sicurezza del ponte Milano- Palermo, mi hanno spiegato che gli amministratori e sindaci attuali e   precedenti non hanno nessuna volontà di fare qualcosa di buono per questa opera. Mi  dicevano che quando erano piccoli i loro papà per lavoro si trovavano tutti insieme con le famiglie a Milan. Si ricordavano che i loro genitori avevano detto che avevano partecipato nel lontano 1951, alla raccolta di soldi per la costruzione, sia del ponte e di alcune case a Modica, dopo che si era verificato il crollo. Mi chiedo se  i modicani   meritiamo il classico gesto dell’ombrello ma noi abbiamo una risposta immediata “Attaccatevi al tram, quando ne avrete bisogno”.

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8 commenti su “Il ponte Milano-Palermo di Modica abbandonato. Riceviamo”

  1. @signor Giovanni Amore
    ho letto con interesse la sua lettera e comprendo perfettamente il problema, e proprio su questo problema volevo scrivere che a Modica c’è un disinteresse verso la nostra Amata città.
    Vede, l’attuale amministrazione (per la verità nuova e quindi meno responsabile), ma anche il precedente corso amministrativo di almeno dieci anni, nessuno si è mai interessato ai problemi strutturali di Modica.
    La messa in sicurezza del ponte le lei giustamente evidenzia e tantissime altre opere, non interessano, si spendono soldi senza alcuna programmazione (non voglio parlare di debito, ma il debito è la conseguenza di scelte sbagliate).
    La mega rotatoria sicuramente sovradimensionata della strada per Ragusa trascurando il ponte Guerrieri che andrebbe raddoppiato, oppure il ponte di Baravitalla crollato da oltre un decennio ne sono un esempio.
    A Modica si spende per piazze e festini vari, come se esistesse solo un mondo di scena, solo palcoscenici dove esibire e spendere, ma i modicani non sono interessati a riflettere.
    E se dici qualcosa su questo, iniziano ad insultare, e poi ti parlano di “cultura”… la loro cultura è quella dell’insulto e dell’ignoranza.
    – A chi mi riferisco non lo degno neppure di nominarlo, ma è chiaro il suo comportamento di persona che si ritiene di cultura, ma senti cauru.-
    Modica è persa signor Giovanni Amore, nessuno si interesserà a mettere in sicurezza e restaurare il ponte del quartiere Milano – Palermo, purtroppo.
    Speriamo sono nei nostri figli ed alla forza che avranno per cambiare questo stato di cose.

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  2. Cinzia Gisella Anita Infante

    Speriamo che il suddetto ponte, resista in attesa di un recupero…e che non succeda nulla di irreparabile

  3. Tonino Spinello

    Noi del Dente da piccoli lo chiamavamo “u ponti ra vanedda Blanca”. Quanti bei ricordi….
    Perchè proprio sotto il ponte c’era uno spazio (a venedda blanca appunto) per giocare a pallone. Bastava scendere le scale attaccate al ponte ed eri pronto per giocare con i ragazzi del quartiere. In fondo una piccola fattoria con qualche mucca e qualche pecora che il padrone (u massaru) s’incazzava se il pallone andava a finire nel suo recinto, dirimpetto un giardinetto con un albero di arance vaniglia che non mancavamo di visitare quando erano mature. E anche in questo caso la gioia del proprietario la lascio immaginare a voi.
    Questo ponte lo attraversavo quattro volte al giorno per andare e venire da scuola la mattina e per andare e venire dal lavoro la sera. Spesso un vecchietto metteva ad asciugare le sue castagne e “a simenta” che poi vendeva con la sua “pastigghia” a Modica bassa nell’angolo vicino all’Agip.
    Non mi ricordo più il nome di questo vecchietto, mi ricordo solo il suo sguardo che passando capivi se potevi prenderti una pastiglia.
    Un paio di anni fa ho voluto percorrere a piedi questo ponte e in effetti il degrado se non la pericolosità si nota all’istante. Le scale adiacenti ovviamente sono chiuse al transito perchè fatiscenti e pericolanti. Ho pensato che tanto non interessa a nessuno un ponte di un quartiere, ma vedo che qualcuno si è interessato e non posso che ringraziare il Sig. Amore per aversi speso per un così lungo tempo e non avere mollato.
    Spero che gli organi competenti prendano in seria considerazione il caso perchè giornalmente ci transitano e ci sostano le macchine dei residenti.

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  4. Bellissima rievocazione storica del signor Spinello. Grazie
    Ma i modicani si interessano a piazze con aiuole che saranno infestate da erbacce, facendo cadere a pezzi la loro città.

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  5. Quartiere come pochi…ci sn nata e cresciuta …giocando x quelle stradine.Spero che si risolverà tutto .

  6. Giovanni Amore

    Sono Giovanni Amore, prima di tutto ringrazio tutti coloro che che sono d’accordo con me per la messa in sicurezza di questa opera abbandonata per circa 20 anni, E ora che abbiamo oltre la sindaca e il commissario prefettizio, il quale inviato dal prefetto di Ragusa, e in cui nel mese di maggio di questo anno avevo inviato una raccomandata con ricevuta di ritorno per interessarsi personalmente verso la sindaca di Modica per intervenire per questa opera abbandonata, ed intervenire assieme all’ingegnere capo del genio civile di Ragusa che anche Esso ha ricevuto la raccomandata. da me inviata distinti saluti Giovanni Amore

  7. Giorgio caruso

    Da ragazzino, nei primi anni ’60, abitavo in via Mandrazza e spesso andavo a giocare sotto il ponte nella vanedda che ricordo chiamavamo BRANCA. Sig Amore lei saprà pure che lì vicino c’è una grotta grande più di 3000 mq sottostante a molti fabbricati compreso quello che era una scuola (materna credo) che, mi pare di aver capito di recente, sarà recuperata per realizzare un asilo nido comunale. Nulla è stato fatto per consolidare la volta della grotta al fine di evitare che possa crollare come avvenne nel ’53 per quella che era esistente ove adesso insiste il ponte-viadotto da mettere in sicurezza.

  8. Tonino Spinello

    Giorgio Caruso, ho sempre chiamato quella che Lei dice Branca, Blanca. Sicuramente è come dice Lei, ma io sbagliando l’ho sempre chiamata così.
    Quello che non ho detto prima, è che è il mio più grande ricordo della vanedda “Blanca” è quando giocavamo assieme al mio amico e collega Giovanni Di Lorenzo che è venuto a mancare qualche anno fa.
    Volevo solo ricordare una persona che ha fatto parte della mia vita!

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