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Confcommercio Ragusa. Credito d’imposta Zes e Transizione 5.0

Sotto i riflettori l'aspetto tecnico di due opportunità di notevole entità per le imprese
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Molto costruttivo, con un esame approfondito sul piano tecnico sia delle opportunità che delle criticità della misura, l’incontro su Credito d’imposta Zes e Transizione 5.0 che Confcommercio provinciale Ragusa ha patrocinato e che si è tenuto ieri, promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili dell’area iblea, nella loro sede di via Martoglio nel capoluogo ibleo. Dopo i saluti del presidente Odcec Ragusa, Maurizio Attinelli, è intervenuto il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, il quale ha spiegato che tutti i cambiamenti necessitano di un momento di riflessione. “Anche quando sono partite le prime Zes regionali – ha sottolineato – inizialmente sembravano farraginose. Restiamo convinti che a determinate condizioni la Zes unica possa rappresentare una chiave di svolta per l’economia. Stiamo avendo a che fare con una Zes molto allargata, probabilmente la più grande al mondo che coinvolge 2500 Comuni e oltre 20 milioni di persone. Siamo qui anche per comprendere in che misura gli investimenti riusciranno a rivalutare e valorizzare il territorio del Mezzogiorno. Non ci sono dubbi che, per noi di Confcommercio, il passaggio da Zes regionale a Zes unica rappresenti un’opportunità storica. Occorre proseguire il buon lavoro fatto finora, cercando di snellire alcuni processi ed evitare dubbi sull’interpretazione della territorialità. Il Sud può attrarre investitori, può sviluppare impresa e può creare nuovi posti di lavoro. Perché accada questo abbiamo bisogno anche del lavoro del commercialista che diventa una sorta di consulente strategico che consente alle imprese di accedere agli strumenti di finanza agevolata. Il cui compito è quello di informare l’azienda e consentirle di utilizzare questo strumento nel miglior modo possibile”. A dire la sua anche il presidente sezionale Confcommercio Ragusa, Rosamaria Chiaramonte, che ha tenuto a precisare come “le imprese, malgrado le incertezze a cui sono sottoposte nella poca chiarezza delle norme o nella farraginosità delle pratiche amministrative, risultano ancora disponibili ad investire non soltanto avendo come obiettivo il mero profitto ma per una più consapevole scala di valori che va dal welfare dei propri dipendenti e collaboratori ad una maggiore attenzione per l’ambiente e la sostenibilità della crescita. Tra i temi principali esaminati dai dottori commercialisti quella concernente la misura del credito d’imposta nelle zone Zes. Tra le criticità – ancora Chiaramonte – il fatto che le norme di attuazione sono praticamente state predisposte a maggio e il breve tempo nel quale si deve concludere l’investimento. Tutto ciò rischia di ridurre il beneficio come platea di imprese. Inoltre, la grave incertezza sulle percentuali del credito inizialmente previste al 60% per le piccole imprese che poi scendevano per le medie e per le grandi, è un punto che sarà rivisto sulla base di tutte le domande presentate. Tutto ciò anche in considerazione delle risorse disponibili pari a un miliardo e 800 milioni che potrebbero subire ancora dei ribassi e quindi non solo si renderebbe vano l’impegno delle imprese ma addirittura potrebbe fare emergere qualche difficoltà nei confronti di quelle realtà che l’investimento lo hanno già attuato”.

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