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Pesanti scontri armati nel fine settimana in una zona centrale di Port-au-Prince, tra membri della polizia nazionale haitiana e membri della lega delle bande del G9. Gli scontri hanno lasciato sul selciato un numero imprecisato di morti e feriti tra le fila del gruppo criminale, guidato dall’ex agente di polizia e ora membro della banda Jimmy Chérizier, alias “Barbecue”. La polizia ha riferito sabato di aver arrestato diversi malavitosi, sequestrato armi da fuoco e liberato le strade d’accesso alla città. Secondo le ultime notizie trapelate, i militari hanno cercato di arrestare lo spietato “Barbecue” riuscito a rifugiarsi in una sua roccaforte nel quartiere di Delmas, nel centro della capitale haitiana. Nel quartiere regnava il panico e si sentivano raffiche di armi automatiche dappertutto. Ieri i militari hanno anche cercato di riprendere il controllo del principale terminal marittimo di Port-au-Prince, dopo che le gang avevano ripetutamente saccheggiato i container. Il 7 marzo scorso, infatti, la Caribbean Port Services S.A., operatore del porto della capitale, aveva annunciato la sospensione dei lavori a causa di “problemi di ordine pubblico”, visto il perpetrarsi di continui atti di sabotaggio e vandalismo. Lunedì scorso, il primo ministro Ariel Henry, di ritorno dal Kenya – dove si era recato per firmare un accordo a sostegno del dispiegamento di un migliaio di agenti di polizia kenioti in missioni di sicurezza sotto la bandiera delle Nazioni Unite– è stato costretto a dimettersi dal suo incarico. Ora i suoi compatrioti si aspettano la creazione di un consiglio presidenziale di transizione. Intanto il caos continua e regna sovrano.